Mettiamoci l’animo in pace, almeno per un po’. Dall’intervista rilasciata dal vicesindaco metelliano Nunzio Senatore al nostro giornale, pubblicata oggi, emerge, infatti, con chiarezza che la spending review, almeno per quanto riguarda il servizio di raccolta rifiuti, è rimandata a tempi migliori. Non ci sono, al momento, molti margini di manovra per ridurre sensibilmente i costi fin troppi elevati del servizio.
La situazione, purtroppo, è quella che è. Vi è, innanzi tutto, la duplicazione del servizio che viene effettuato, come da anni siamo perfettamente a conoscenza, da due soggetti, il Consorzio di Bacino Salerno 1, il carrozzone voluto a suo tempo dal governatore Bassolino, e la nostra Metellia. In pratica, stesso territorio, stesse strade, ma la raccolta è distinta rispetto alla tipologia dei rifiuti. Ne consegue una ovvia lievitazione dei costi complessivi di esercizio. Entro fine anno, salvo imprevisti, il personale del cantiere cavese del Consorzio di Bacino, da anni commissariato in vista del suo scioglimento, dovrebbe essere assorbito dalla Metellia. Ciò comporterebbe, riportiamo quanto affermato dall’assessore Senatore, un risparmio immediato di circa settecento mila euro sugli undici milioni che quest’anno sono previsti come spesa per la raccolta e smaltimento rifiuti.
Poi, c’è quella che il vicesindaco Senatore chiama ottimizzazione del servizio, un eufemismo che nasconde un altro spinoso problema, vale a dire l’esubero di personale che verrebbe fuori dalla fusione del Consorzio e di Metellia, ma che nei fatti esiste già ora.
E’ chiaro, a questo punto, che bisognerà inventarsi qualcosa per abbattere i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, visto che per legge i comuni devono assicurare la copertura integrale dei costi caricandoli, ovviamente, sui contribuenti. Ciò potrebbe significare, si tratta di una delle possibili ipotesi di lavoro, che alla Metellia dovrebbero essere affidati altri servizi dove utilizzare in parte o tutto il personale in esubero, contrattando ovviamente l’intera questione con le organizzazioni sindacali. Insomma, un percorso per nulla agevole e scontato.
Fatti i conti, se tutto va bene, ovvero se avranno uno sviluppo positivo i diversi fattori in gioco, ci vorranno 2-3 anni per ottenere dei risultati davvero significativi nel contenimento dei costi del servizio.
Per il momento, bisogna accontentarsi di tenere acceso il fuoco con la legna che si ha. In questo, il vicesindaco e assessore Nunzio Senatore sembra avere le idee abbastanza chiare e l’entusiasmo giusto, ma soprattutto un approccio corretto, improntato a molto buon senso e munito di una buona dose di umiltà. In fondo, possiamo dire che abbiamo un vicesindaco operaio, che lavora quotidianamente gomito a gomito con i dipendenti del Comune e con quelli della Metellia, e tra la gente. La cosa in sé è positiva, non fosse altro perché meno si vive il Palazzo, più si ha contezza dei bisogni reali della città.
Per il resto, che dire? Ai segnali positivi che sta lanciando l’attuale Amministrazione comunale in questi suoi primi due mesi di vita, occorre che da parte dei cittadini, quale che sia l’orientamento politico, vi sia una risposta positiva e una partecipazione fattiva. Questo, in parte, sta già avvenendo, in verità, attraverso i social. Tuttavia, oltre che nel virtuale, come cittadini dovremo sforzarci di contribuire alla res publica con i gesti concreti, i comportamenti quotidiani, ma anche con qualche azione materiale in più. Bisogna cioè dare qualcosa in più alla comunità come cittadini singoli o riuniti in associazione. In altre parole, valorizzare la sussidiarietà orizzontale, sviluppare la civicness, promuovere la solidarietà, la coesione sociale e il bene comune.
Se vogliamo evitare l’arretramento e il degrado delle nostre comunità locali, se non intendiamo rassegnarci ad avere minori servizi, dobbiamo giocoforza concorrere a rivedere il nostro rapporto cittadino-pubblico, ovvero società civile-istituzioni. A Cava come altrove, e a prescindere da questa o da una qualsiasi altra amministrazione, per forza di cose dobbiamo puntare a ripensare all’organizzazione delle nostre comunità attraverso un nuovo patto sociale.
E’, quest’ultimo, un tema complesso e delicato, che va di sicuro approfondito, come in futuro ci proponiamo di fare.
Per ora fermiamoci qui e accontentiamoci di contribuire nell’avere almeno una città più pulita e ordinata. (foto Angelo Tortorella)