“Il dottore dice che può succedere : che si può ammalare una gamba, un braccio, o il cuore. Allora può ammalarsi anche la testa”. Sono le parole di Adele, la protagonista “folle” di Malatedda, un suggestivo corto, in bianco e nero, del filmaker Diego Monfredini, proposto dal dottor Maurizio Del Bufalo, del Festival Del Cinema Dei Diritti Umani di Napoli, che ha aperto l’incontro: “STOPOPG: per l’abolizione degli ospedali psichiatrici”, organizzato nella sede dell’ARCI di Salerno, di Via Portacatena, dal presidente Francesco Arcidiacono e da Silva D’Amato, per sostenere la campagna nazionale che:”Chiede di rispettare la data del 31 marzo 2015 per la chiusura definitiva degli OPG, Ospedali Psichiatrici Giudiziari, e che si propone di vigilare affinché al loro posto non si aprano nuove strutture manicomiali”, ha spiegato il Presidente Arcidiacono che ha ricordato che oggi in Italia ci sono sei strutture OPG: “Sono dei veri e propri manicomi giudiziari”.
In Campania ce ne sono due: quello di Sant’Eframo, a Napoli, e il Filippo Saporito di Aversa. Con la nuova legge, dovranno chiudere e l’orientamento è quello di far posto alle Rems ossia alle residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria. In Campania ne dovrebbero nascere due: una ad Avellino, solo femminile, di 20 posti letto, ed una a Caserta, con 28 posti letto. Dovrebbero ospitare le persone dichiarate prosciolte per incapacità di intendere e di volere e ritenute pericolose socialmente. D
opo l’introduzione del dottor Gaetano Pinto, psichiatra, del Forum di Salute Mentale di Salerno, la psichiatra triestina Giovanna Del Giudice, ha ricordato che nelle regioni che non rispetteranno il termine del 31 marzo, per la chiusura degli OPG, sarà nominato un commissario governativo:” Molte regioni, come il Veneto, hanno chiesto già delle proroghe, perchè non si sono attrezzate. La Campania è pronta ad aprire due Rems che dovrebbero essere apparentemente migliori degli orrendi OPG, sia dal punto di vista dell’habitat, sia per il numero di persone ospitate. Noi abbiamo dimostrato che quando ci sono servizi di salute mentale che funzionano sul territorio è possibile farsi carico delle persone nel territorio in cui hanno commesso il reato, senza internarle, ma assistendole nei centri di salute mentale e ospitandoli in gruppi appartamento o facendoli tornare nelle loro case, anche perchè la maggior parte delle persone che finiscono in un OPG e che adesso rischiano di finire in una Rems, sono persone che hanno commesso reati di pochissimo conto, come l’oltraggio a pubblico ufficiale. Il numero delle persone che commettono reati gravi si aggira al massimo intorno al 10%”. Anche il dottor Fedele Maurano, ritiene che si debbano abolire le Rems:”Dove si continuano a confondere custodia e cura.
Il finanziamento della Regione a Napoli sarà utilizzato per potenziare i servizi di salute mentale: costruiremo, nel vecchio ospedale dismesso “Gesù e Maria”, un centro di salute mentale. Stiamo lavorando anche per far riconoscere al soggetto malato di mente l’imputabilità, togliendo l’incapacità di intendere e di volere”.
Dopo l’intervento del professor Adalgiso Amendola, ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università degli Studi di Salerno, il professor Francesco Schiaffo, associato di Diritto Penale dell’Università degli Studi di Salerno, ha spiegato che la nuova legge incoraggia i piani terapeutici riabilitativi individuali: “Ci avviamo, lo spero, verso il superamento delle Rems. Bisogna superare anche il concetto di imputabilità e restituire a queste persone il diritto di essere processate e punite. Può diventare anche un percorso terapeutico”. Nadia Pedretti, dell’Associazione dei Familiari “Mai più soli” di Battipaglia, ha spiegato che i familiari delle persone con disagio mentale si sono associate:”Per consentire ai nostri cari di curarsi e di riabilitarsi stando con noi, facendogli vivere una vita normale”.
Il dottor Nicola Merola, dell’Associazione di Promozione Sociale “Patto Per La Salute Mentale” di Salerno, coordina oltre venti associazioni no profit provinciali:” Dobbiamo utilizzare i fondi della Regione, che per l’ASL di Salerno ammontano a circa cinque milioni di euro, per finanziare progetti terapeutici individuali, non per rinchiudere queste persone in nuove strutture, come quella di Capaccio che dovrebbe essere una struttura terapeutica ad alta intensità.
Presente anche il Consigliere Regionale Anna Petrone, che ritiene importante il ruolo delle associazioni: “Sono i primi interlocutori di questa tematica. Le Rems sono dei piccoli OPG dove si continuerebbe a ghettizzare queste persone”.