Cava, un percorso di Alternanza Scuola-Lavoro sui luoghi del Grand Tour in collaborazione con il CAI metelliano
“Il nostro divino territorio tra economia e turismo”. E’ il titolo del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro attivato al Liceo “De Filippis-Galdi”, presieduto dalla Dirigente scolastica Maria Alfano, in collaborazione con il CAI (Club Alpino Italiano) sez. di Cava de’ Tirreni, presidente Alfonso Ferrara.
Un cammino che ha inizio tre anni fa quando la “tutor scolastica”, professoressa Patrizia Trofa, coadiuvata dalle docenti Mena Pizzo e Anna Rinaldi, d’intesa con la “tutor aziendale” del CAI, Lucia Palumbo, immagina per i giovani allievi della sezione B dell’indirizzo linguistico un percorso volto alla conoscenza e alla tutela del nostro patrimonio naturalistico e paesaggistico.
E così le giornate di riposo scolastico sono state impegnate nella scoperta di un territorio di straordinaria bellezza quale è quello della catena montuosa dei Lattari, di pertinenza del CAI locale, che definisce la Penisola sorrentino-amalfitana.
Dopo un’accurata preparazione teorica a tutto tondo, arricchita dai “sentieri didattici” storici, biologici e botanici, i giovani “escursionisti” hanno potuto vivere sul campo il fascino di un paesaggio di incomparabile suggestione con profonde valli che scavano i monti e guidano i corsi d’acqua verso il mare. Un ambiente che reca ancora i segni di un passato di magnificenza, e non solo sotto l’aspetto naturalistico. E’, questo territorio, la testimonianza di antiche realtà produttive alcune delle quali operano ancora oggi in perfetta sintonia con la natura.
Così i terrazzamenti di Cetara, vero monumento alla tenacia dell’uomo che, nei secoli, ha ricavato dalla dura roccia i giardini per renderli coltivabili o la Valle delle Ferriere di Amalfi, dove ruderi di ferriere e resti di mulini ad acqua, utilizzati questi ultimi per la produzione della carta, riportano ad un insediamento “industriale” che riuscì a convivere con quello più antico dei contadini e dei pescatori. Il percorso al Monte dell’Avvocata, luogo di devozionalità popolare mai spenta nel tempo, e al Monte San Liberatore, con l’imponente eremo, testimoniano, invece, quel bisogno di Assoluto che solo in luoghi lontani dal consesso umano si poteva trovare.
Ma particolare attenzione è stata rivolta anche alle aree archeologiche di Paestum e di Pompei e all’Abbazia benedettina della Santissima Trinità di Cava che, nell’XI secolo, diede vita all’Ordine Cavense estesosi a tutta l’Italia meridionale.
Un “Grand tour” dei giorni nostri per riappropriarsi di una ricchezza di inestimabile valore e per capire come tutto possa tradursi in un’opportunità di crescita turistica ed economica sostenibile.
Un’ esperienza dall’alto valore formativo incoraggiata dalla sensibilità e dalla professionalità degli operatori del CAI, consapevoli che la tutela dell’ambiente parte dalla conoscenza della storia dei luoghi e dall’amore per la natura e convinti che questa sollecitazione va rivolta soprattutto ai giovanissimi perché possa tradursi anche in una magistrale lezione di cittadinanza.
“Qui è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia. Una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri sontuosi negli orti pensili dei conventi”.
Così Salvatore Quasimodo nell’ “Elogio di Amalfi”.