scritto da Pasquale Petrillo - 16 Luglio 2020 12:54

Cava, la polemica tra Marcello Murolo e Nunzio Senatore: il rischio del pernacchio

Si ha voglia di dire che la politica deve volare alto. Quelli che fanno politica lo promettono, ma poi non riescono a trattenersi. E’ umano. E’ più forte di loro e scadono nella polemica. A volte anche becera. Quando poi, come adesso, si è già in campagna elettorale, allora c’è poco da meravigliarsi: basta poco per lanciarsi vicendevoli accuse.

Per chi, come noi, opera nel mondo dell’informazione, le diatribe politiche sono come manna che cade dal cielo. Per i cittadini un po’ meno. Spesso pensano ad altro. E quando si soffermano sulla controversia del giorno, il più delle volte restano perplessi se non disgustati.

L’ultima contesa riguarda il concorso a ben 20 posti di messo comunale bandito dall’Amministrazione civica metelliana guidata dal sindaco Servalli.

La reazione del suo maggior competitor alle prossime elezioni comunali, Marcello Murolo, era più che scontata.

«Il Comune ha appena bandito l’ennesimo concorso pre-elettorale, secondo un programma che la pandemia ha rallentato, ma non ha bloccato -ha scritto immediatamente in un post sui social il candidato sindaco del centrodestra- Gli ipocriti diranno: “Erano attività previste, la macchina amministrativa deve andare avanti!”. Io invece penso che fare concorsi, subito prima delle elezioni, è il peggiore dei copioni, anche sotto il profilo etico, perché legittima ogni illazione. Io sono sicuro che i candidati delle liste dell’Amministrazione uscente si asterranno dal far partecipare familiari e parenti così come sono sicuro che il Sindaco uscente se ne farà garante».

Un post garbato, per carità, com’è nello stile sobrio e signorile dell’avvocato Murolo. E, in tutta onestà, non c’è niente di eccessivo, anzi, le sue osservazioni sono pertinenti oltre che legittime.

Oddio, c’è da dire che qualsiasi Amministrazione comunale, in presenza di un fabbisogno di personale, avrebbe indetto, a maggior ragione in prossimità elettorale, il concorso in questione. Non c’è niente di così scandaloso. Siamo nell’ordinario. Inutile rizelarsi. E poi chiedere che non debbano partecipare familiari e parenti è una richiesta che non ha alcun fondamento, etico e giuridico, se non quello della provocazione e della polemica politica.

Per farla breve, perché mai se uno è fratello o cugino di un candidato alle prossime comunali dovrebbe essere penalizzato al punto tale da non dover partecipare ad un pubblico concorso? Non c’è etica che tenga quando è in gioco il diritto di un cittadino a concorrere per un posto di lavoro. Piuttosto, bisogna pretendere che la procedura concorsuale sia limpida e trasparente e, quindi, rispettosa di tutti i partecipanti: parenti, amici, amanti o estranei che essi siano.

E questo Murolo lo sa bene. E come se lo sa. E’ un fine ed apprezzato giuslavorista, ma bisogna pure riconoscergli il diritto di polemizzare, altrimenti, come direbbe Crozza-Bersani, non sta “mica qui a schiacciare i punti neri alle coccinelle”.

Immediato, ma con un tono assai risentito e soprattutto canzonatorio, è arrivata la replica dell’Amministrazione comunale, affidata all’assessore cireneo Nunzio Senatore.

Quel che lascia basiti sono alcuni passaggi in cui il Senatore, al di là del merito che è in larga misura condivisibile, assume un tono professorale lanciandosi a dare lezioni di diritto all’avvocato Murolo.

“Se chi vuole candidarsi ad amministrare la nostra città avesse studiato un poco in più”, afferma stentoreo Senatore, dando in pratica dell’ignorante a Murolo, il quale avrà molti difetti e lacune, ma in giurisprudenza può dare punti a più d’uno, dentro e fuori dal Palazzo di Città.

A chi scrive, questo passaggio fa sorridere. E’ giusto, doveroso e legittimo replicare alle accuse, ma è anche opportuno non farla fuori dal vasino. E’ una questione di credibilità politica. E’ una questione di misure. E chi fa politica dovrebbe sempre avere il metro in tasca e misurarsi almeno una volta giorno e anche più, soprattutto quando parla e scrive in pubblico.

Diversamente, c’è il rischio che tutto finisca con un pernacchio. Come quello, ricordate, del mitico Eduardo ne “L’oro di Napoli”: “Figlio mio, c’è pernacchio e pernacchio… Anzi, vi posso dire che il vero pernacchio non esiste più. Quello attuale, corrente… quello si chiama pernacchia. Sì, ma è una cosa volgare… brutta! Il pernacchio classico è un’arte. […] Il pernacchio può essere di due specie: di testa e di petto….”.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “Cava, la polemica tra Marcello Murolo e Nunzio Senatore: il rischio del pernacchio”

  1. 16 luglio 2020 – By Nino Maiorino – Ma possibile che negli ultimi tempi l’Assessore Nunzio Senatore non ne “azzecchi” una? Eppure qualche merito ce l’ha pure lui, Servalli gli deve molto, ma evidentemente la stanchezza del quinquennio si fa sentire. Francamente mi dispiace per lui, ma quando si è giunti alla fase di essere quasi sempre sopra le righe, sarebbe meglio rimanere in silenzio. O no?

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