Il problema è annoso, ne abbiamo parlato tante volte e, purtroppo, ne continueremo a parlare per chi sa quanto tempo.
Non è un problema semplice da risolvere, come tanti credono, perché molte sono le variabili in campo, a cominciare dalle diverse città interessate, e in più c’è un ostacolo grande come una montagna, che da anni blocca tutto, e cioè la Società concessionaria dell’autostrada Napoli-Salerno.
In sostanza, non è semplice prendere una decisione riguardante i Tir che attraversano la nostra città in quanto i soggetti coinvolti sono il Comune di Salerno, il Comune di Vietri sul Mare, il nostro Comune e la Società concessionaria dell’Autostrada Napoli Salerno; si può solo decidere d’intesa, nessuno può farlo autonomamente senza l’assenso degli altri.
Ecco il motivo per il quale l’ultima ordinanza emessa in proposito è quella fatta nel 1999, ben 24 anni addietro, epoca amministrazione Fiorillo, come ci ha confermato l’attuale Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Cava, il dott. Stefano Cicalese, il quale ha assicurato che, nel rispetto di quella ordinanza e del ruolo che attualmente ricopre, ha disposto che il Corpo dei Vigili Urbani monitori costantemente la situazione e solo durante lo scorso anno sono state rilevate e sanzionate circa 200 infrazioni.
E’ chiaro che una ordinanza sindacale così datata, emanata peraltro in condizioni ambientali e di traffico diverse, certamente presenta delle lacune, ed è conseguentemente logico che essa dovrebbe essere aggiornata, come avrebbero dovuto fare già da tempo le amministrazioni successive; purtroppo la loro inerzia ha reso la città vittima del traffico infernale che quotidianamente sopporta e che danneggia la salute di tutti.
Il problema, come accennavamo prima, ha diverse sfaccettature.
Il primo aspetto da approfondire è la necessità, resa obbligatoria dai lavori che da anni la società che gestisce l’Autostrada Napoli-Salerno, che i mezzi pesanti non transitino sul viadotto Oliviero, praticamente quello che si vede alzando gli occhi verso la montagna a sinistra allorquando ci si immette con l’auto sul viadotto Gatto venendo dall’Hotel Baia.
Fino a qualche mese fa questo viadotto poteva essere utilizzato, in entrambi i sensi di marcia, solo da autoveicoli di peso inferiore a 7,5 tonnellate; da luglio 2022 Autostrade ha consentito il transito ai mezzi di peso superiore ma non oltre 40 tonnellate, un passo avanti ma non risolutivo.
Dall’inizio di quei lavori, che definiremmo eterni, tutti i mezzi che superavano quel peso sono stati dirottati sulla strada statale che transita per Vietri sul Mare e per Cava de’ tirreni: in pratica i Tir provenienti da Napoli debbono obbligatoriamente uscire al casello di Cava, percorrere la strada statale che attraversa Cava e Vietri, e, se destinati a Reggio Calabria, percorrere il Viadotto Gatto per rientrare in autostrada a Salerno.
Lo stesso al contrario.
In entrambi i casi il disagio più rilevante lo subisce proprio la nostra città, che viene continuamente attraversata, in entrambi i sensi, dalla località Tengana al casello autostradale e viceversa.
Un lievissimo beneficio alla città lo ha portato l’apertura del sottovia, ma solo in termini di velocità di transito per circa un chilometro.
Tornano continuamente in evidenza, quindi, alcune richieste, già fatte più volte in passato, tramite questo giornale, alla Società Autostrade:
- quando termineranno i lavori del viadotto Oliviero, e per quale motivo stanno durando tanto tempo;
- come essa intende risarcire la nostra città per il disagio e i danni che essa sta subendo.
Ovviamente non essendo noi gli interlocutori, la società Autostrade ha fatto finta di non sentire, comunque il Comune di Cava avrebbe dovuto attivarsi per entrambi gli argomenti, ma finora nessuna risposta, né ufficiosa, né ufficiale abbiamo ricevuto: muto il Comune, muta la società Autostrade.
E questo per quanto riguarda il tratto dal Casello autostradale alla località Tengana.
Come dicevamo prima, è vero che il Comune di Cava è impotente a risolvere il problema, ma è anche vero che, pure se volesse, da solo non potrebbe fare nulla, visto che gli altri Comuni di Salerno e Vietri sono ugualmente interessati; qualsiasi iniziativa va presa d’intesa con loro, ma essendo essi i meno danneggiati (praticamente non lo sono quasi per nulla), ovviamente “tirano a campare” e noi facciamo il sangue amaro, e la scarsa reattività dell’Amministrazione Servalli certamente ci danneggia ulteriormente; giacché è vero che Servalli da solo non può decidere nulla, ma non si fa nemmeno sentire con gli altri soggetti, principalmente con la Società Autostrade, la quale, a nostro parere, andrebbe costantemente compulsata, diremmo quotidianamente messa con le spalle al muro.
Ma, come abbiamo accennato prima, il problema è più grosso di quello di cui abbiamo finora parlato, perché investe la città anche nel tratto stradale che dal casello autostradale va verso nord, segnatamente almeno tutto il tratto della SS18 che porta a Nocera Superiore, fino al Mac-Donald per intenderci.
Questo tratto è stato più volte fonte di conflitti, anche aspri, con il Comune da parte dei cittadini della località di San Giuseppe al Pozzo che risultano i più danneggiati in assoluto, in quanto i mezzi pesanti che attraversano quel tratto di strada, danneggiano non solo la strada che percorrono, le cui strutture sottostanti sembrano alquanto precarie, tant’è che quanto i mezzi pesanti viaggiano a velocità non regolamentare, creano danni non solo alla strada, ma anche a tutte le numerose abitazioni che sono ai lati.
In pratica, segnalano gli abitanti di quel tratto stradale, dal Centro Commerciale Cavese al Mac-Donald, dalle ore 4 del mattino, allorquando comincia il transito dei Tir, non dormono più, perché i fabbricati tremano ed essi sobbalzano nel letto. Il Comitato cittadino di quella località assicura di aver più volte segnalato questa che è diventata una vera e propria emergenza, ma senza risultati concreti.
Noi cerchiamo di comprendere le difficoltà di tutti, e cerchiamo di svolgere al meglio il nostro ruolo di cronisti, vale a dire riportare a chi di competenza i disagi e le difficoltà della cittadinanza, con l’unico scopo di sollecitare la soluzione, si spera definitiva, dei problemi.
Certamente non svolge il suo ruolo l’Ente che istituzionalmente è tenuto a risolverli, e cioè il Comune.
Al quale possiamo solo dire: ma ci sei? e se si batti un colpo!
Sperando che qualcuno si svegli.