Cava de’ Tirreni, chiude Casa Serena: lettera aperta al sindaco Servalli e all’assessore Altobello
Entro il prossimo 30 aprile chiuderà la casa di riposo Casa Serena.
Da qui la lettera aperta al sindaco Servalli e all’assessore alle politiche sociali Annetta Altobello (nella foto) firmata da familiari degli anziani e dagli operatori.
“Eravamo già a conoscenza della volontà di questa Amministrazione Comunale -si legge nella nota- di voler alienare questa proprietà nel piano di rientro per il dissesto finanziario in cui versa il nostro Comune, tuttavia se la volontà dell’amministrazione fosse confermata della totale chiusura della struttura, questo sarebbe, a nostro avviso, una grave perdita per tutta la comunità di Cava de’ Tirreni, essendo stata questa struttura un punto di riferimento per decenni per gli anziani del nostro territorio, un patrimonio che andrebbe perso per sempre”.
“Facciamo rilevare in modo sommesso -continua la lettera- che sradicare gli anziani della struttura di cui sono stati ospiti per lunghi anni, crea un notevole disagio psico-affettivo con un impatto gravissimo sulla loro attuale condizione”.
“La struttura -si legge ancora- ha ospitato negli anni un numero considerevole di anziani che in essa hanno trovato oltre l’assistenza socio-sanitaria adeguata, una pace e serenità e l’affetto come fosse una famiglia. Un solo dato emblematico della situazione: nel 2013 gestione diretta del Comune n. medio di anziani ospitati si attestava intorno ai 25; la nuova gestione, negli anni, il numero medio degli anziani si è attestato intorno ai 50/55 anziani.
“Pertanto -conclude la lettera aperta- chiediamo che vengano fatti tutti gli sforzi possibili per scongiurare questa chiusura e garantire i livelli occupazionali dei dipendenti (che sottolineiamo essere pari a 24 e che perderebbero inevitabilmente il posto di lavoro) e soprattutto il benessere psico-fisico degli ospiti”.
Questa di Casa Serena è l’ennesimo fallimento dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Servalli. L’ennesima conseguenza del disastro finanziario in cui è stato ridotto il Comune. Il risultato dell’alienazione a piè sospinto dei beni comunali.
E tutto nel silenzio assordante della città. E dell’impotenza di un’opposizione distratta e inoffensiva.