scritto da Nino Maiorino - 07 Gennaio 2020 13:52

Cava, frazioni abbandonate: Pregiato e il degrado di Pregiatello

Tante volte abbiamo parlato di periferie abbandonate, spesso su segnalazioni di abitanti delle stesse, qualche volta a seguito di sopralluoghi, come cronisti al servizio della città.

Spesso, però, ci soffermiamo sulle zone più popolose ignorando involontariamente quelle più distanti e meno frequentate; è un errore in quanto tutti i cittadini hanno uguale dignità, uguali doveri ma anche uguali diritti.

Prendiamo, ad esempio, la popolosissima frazione di Pregiato, che da tanti erroneamente viene individuata con Via De Filippis, inizio di Via Luigi Ferrara, Via Aniello Salzano, e più su fino alla Parrocchia di San Nicola di Bari e le zone circostanti, trascurando tutta la parte sovrastante che porta verso la rotatoria recentemente costruita alla fine di Via Luigi Ferrara, e su-su verso Pregiatello.

Inoltrandosi in quelle strade si ha la sensazione dell’abbandono quasi totale di tutta la zona da parte dell’amministrazione cittadina e di coloro che dovrebbero assicurare i servizi minimi e indispensabili ad una comunità che non è meno degna delle altre che hanno la fortuna di vivere in zone più centrali.

Un intero rione, specialmente quello di Pregiatello, che sembra non far parte di una città nobile ed evoluta come Cava, l’ex “Piccola Svizzera”, la tanto decantata porta della Divina Costiera; in questa località, peraltro non densamente popolata e quindi più facilmente da curare, sembra manchino anche i servizi minimi quotidiani, come la manutenzione delle strade, lo svuotamento puntuale dei cassonetti dell’immondizia, la pulizia delle condotte nelle quali affluiscono le acque piovane.

Di fognature manco a parlarne, ancora si va avanti con le tradizionali “fosse settiche” che prevedono lo svuotamento periodico o, come spesso accade, la dispersione nei terreni circostanti: cosa da medio evo oppure da villaggi africani.

Per non parlare della mancanza della rete del metano, che serve la maggior parte del territorio metelliano, ma non le parti alte della collina di Pregiato, dove sembra che gli stessi abitanti l’abbiano rifiutata perché, all’epoca, venne ad essi chiesto un contributo cospicuo che in altre zone non era stato chiesto: e allora si va ancora avanti col braciere, con le bombole di gas liquido, e solo qualcuno più danaroso si è dotato di bomboloni interrati, ma questo sembra roba da ricchi.

La viabilità è un disastro, strade strettissime che in alcuni punti non consentono il contemporaneo transito di due vetture, spesso rese ancora più strette da auto che parcheggiano sui cigli delle strade, incuranti di qualche cartello di divieto di sosta, non molti per la verità, alcuni dei quali anche malmessi; ma questo problema inizia già nella parte bassa della frazione, ancor prima della piazzetta dinanzi alla Chiesa Parrocchiale di San Nicola di Bari; problemi che non solo creano intralci alla normale circolazione delle autovetture, ma che potrebbe avere anche gravi conseguenze se, ad esempio, una autoambulanza non riuscisse a raggiungere in tempo utile l’abitazione di qualcuno che si è sentito male o un automezzo dei Vigili del fuoco non riuscisse a raggiungere subito un’abitazione andata in fiamme.

E a proposito della pulizia delle strade abbiamo notato un fenomeno davvero strano: quasi tutte le strade hanno ai bordi cumuli di rifiuti, in particolare fogliame, sterpaglie, oltre a residui di spazzatura umida provenienti da buste non ben chiuse nelle quali banchettano cani e gatti, e magari anche qualche altro animale, e c’è chi segnala che questa situazione dura da mesi; il fenomeno strano è che alcuni tratti risultano meno sporchi di altri, come se chi è adibito alla pulizia delle strade li privilegiasse.

Comunque è una zona che sembra completamente abbandonata a se stessa, e non è la sola, una periferia neanche tanto lontana dal centro, che sembra non faccia parte della città.

Parlare del controllo del territorio da parte di chi di competenza sembra una bestemmia: e tra le tante altre cose andrebbero anche monitorati i piccoli ma quotidiani e numerosi falò con i quali i contadini della zona “smaltiscono”, illecitamente e con grave pericolo per il verde circostante, sterpaglie, rami secchi, ma spesso molto di più in quanto frequentemente vengono avvertiti odori nauseabondi che fanno presumere che in quei roghi vengano bruciati anche residui di plastica e copertoni di auto che spesso vengono avvistati anche in canali di scarico e cielo aperto che costeggiano e delimitano proprietà private.

Orbene, sarà pure vero che la maggioranza dei cittadini di quelle zone sono contadini, o figli di contadini, ma certamente non è tollerabile che vengano trascurati in maniera tanto eclatante quasi fossero cittadini di serie “b”. E pure se tanti di essi hanno fatto e fanno poco per uscire dalle difficoltà nelle quali vive la intera zona (mancato conferimento nei giorni e nelle ore consentite dei rifiuti, buste della spazzatura lasciate irresponsabilmente aperte, soste e parcheggi indiscriminati anche nei punti più stretti delle strade, talvolta finanche dinanzi a cancelli e portoni di abitazioni private, roghi nei campi, resistenza a qualsiasi proposta di migliorare la vivibilità dei luoghi), spesso sintomo di ignoranza e di pressapochismo, questo non giustifica l’amministrazione cittadina per la mancata adozione di interventi finalizzati a migliorare la vivibilità dell’intera frazione, come, ad esempio, una segnaletica più efficiente, una pulizia più puntuale, e, magari, mettere in cantiere interventi di maggiore respiro, anche se non immediatamente realizzabili, come un piano di viabilità che eviti gli intasamenti, la creazione di collegamenti con altre frazioni o con altre località della stessa, la individuazione di aree di sosta e parcheggio di autovetture che evitino le attuali soste selvagge.

Ci sarà qualcuno che prende a cuore la situazione? Speriamo di si.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

3 risposte a “Cava, frazioni abbandonate: Pregiato e il degrado di Pregiatello”

  1. Abito da circa due anni nella frazione di pregiatello, mi spiace un po della situazione da lei descritta anche a danno di immagine che lei porta ad abitazione da poco acquistata.
    La strada è vero andrebbe riasfaltata e delimitata con barriere tipo guardarail come pure la creazione di una rete fognaria che ignoravo fosse inesistente visto che oltre allo smaltimento in bolletta ausino siamo raggiunti da un ulteriore balzello al consorzio di bonifica Nocera sarno che non so se sia lecito o meno ma vista la situazione…per quanto riguarda il conferimento a tera dei rifiuti inorganici almeno li è stata fatta una cesta che li contiene e ne rende più pulito e decoroso il conferimento cosa che purtroppo non avviene da quel punto a scendere.
    Le scale che portano da pregiatello alla Chiesa di S Nicola invece devo dire che hanno avuto manutenzione poiché a volte le faccio con piacere.Restano i cani che abbiamo e non legati che spaventano i passanti ma questo è un altro problema.
    Strade ben illuminate.
    L’iniziativa di singoli come il ripristino della chiesetta il taglio dell’erba sui figli della strada sono cose che chi ha la possibilità lo fa volentieri.Per l’incendio di sterpaglie vige un regolamento comunale e non credo che chi ama la terra bruci copertoni.
    Certo è un bene protestare ma credo che bisogna seguire un iter tipo ufficio protocollo e non piangere con articoli tragici come il suo che gettano nel degrado una frazione allegra e felice come la piccola realtà di pregiatello che ha tante potenzialità da offrire.
    Grazie
    Distinti Saluti
    Marco Mazzotta

  2. Ps per quanto riguarda il metano trovo che sia un risparmio non essere allacciati ne limita i consumi.una bombola da 30 kg dura più di un mese con acqua calda gas da cucina e in tempi freddi due ore di termo pure.

  3. Resta il sentiero che porta a castello ma quello può essere lasciato anche all’ente di Montecastello che potrebbe far riscoprire sentieri di ineguagliabile bellezza.

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