scritto da Massimo Mariconda - 06 Gennaio 2020 12:06

Cava, ex Manifattura di Viale Crispi… un sito dal destino incerto

La vicenda dell’ ex Manifattura di Viale Crispi rappresenta una delle principali ambiguità di una città che, da tempo, langue per una visione di città non condivisa… Ciò da anni determina indirizzi politici spesso contrastanti che non favoriscono la certezza di programmazione ai fini della realizzazione/completamento di opere strategiche. caso emblematico il Palaeventi…

Nel caso specifico siamo all’anno zero rispetto alla procedura di  riappropriazione  di un bene storico (sede dismessa della ex Manifattura di viale Crispi).

Un bene dismesso e nel degrado,  patrimonio della città solo nei ricordi ma non nei fatti.

Il Consiglio di Stato nel rigettare l’appello del MALC (Manifattura alla Città di Cava de’ Tirreni), il Comitato Civico costituito per la restituzione alla città dell’ex Manifattura Tabacchi, avverso la transazione instaurata dalle precedenti Amministrazioni con la società Maccaferri di fatto sancisce, seppur tardivamente, la legittimità  di quella operazione che, se ben condotta e non osteggiata in modo pregiudizievole, avrebbe consentito di acquisire da tempo a patrimonio pubblico il bene;  condizione necessaria per programmare e progettare la sua riqualificazione e riutilizzo a fini pubblici.

Oggi tutto è superato dalle nuove previsioni urbanistiche del PUC.

Ma siamo sicuri che le stesse si realizzeranno, riconoscendo alla Maccaferri indici edificatori, sulla scorta di volumetrie retrostanti di incerta legittimità urbanisica, consentendo alla stessa società di realizzare edilizia privata in altre zone della città ed al Comune di poter disporre dell’edificio storico e delle retrostante aree per la realizzazione di un ipotetico parco urbano e area attrezzata e la contestuale  riqualificazione dell’immobile storico?

Ho i miei dubbi per la complessità della procedura e la concreta utilità che dalla operazione conseguiranno le parti in causa, in primis l’attuale proprietà Maccaferri.

Si dice: a volte meglio un cattivo accordo che una causa vinta.

E tale detto è tanto più valido allorquando la causa ha profili vaghi sulla possibilità  che la stessa trovi una rapida e definitiva conclusione a favore del ricorrente.

Ai posteri l’ardua sentenza….

Ma, intanto, l’immobile resta li, a testimonianza di una mancata continuità amministrativa da parte di classi politiche che spesso individuano in alcuni beni e loro destinazioni il motivo di distinguo e discontinuità rispetto alle uscenti Amministrazioni; nel caso specifico una discontinuità culminata nello stravolgimento delle originarie previsioni urbanistiche concepite dall’Amministrazione Gravagnuolo ed in parte recepite da quella di Marco Galdi.

E,  intanto,  il tempo se ne va e l’ex Manifattura resta li, vuota, mestamente abbandonata e dimessa a ricordarci che senza idee chiare e volontà univoca tutto cambia perché nulla cambi…

Classe 1972, laureato in Ingegneria civile. Lavora nella pubblica Amministrazione da oltre 15 anni avendo ricoperto plurimi incarichi e seguito progettazioni ed interventi strategici in materia ambientale. Attualmente Funzionario tecnico incardinato nello staff della Direzione generale Difesa suolo, ambiente ed ecosistema della Regione Campania. Appassionato di politica e giornalismo, collabora assiduamente con la testata Ulisse on line e sporadicamente pubblica anche per altre riviste regionali di settore.

Una risposta a “Cava, ex Manifattura di Viale Crispi… un sito dal destino incerto”

  1. L’articolo non è esatto per i seguenti fatti:Il Consiglio di Stato non ha rigettato nel merito il ricorso proposto da Italia Nostra è MALC,ma contrariamente alla propria consolidata giurisprudenza ,ha negato ai ricorrenti la possibilita’ di stare in giudizio (legittimazione).Quindi non è mai stato affermato in quel provvedimento che l’abnorme provvedimento amministrativo fosse legittimo.Comunque ,su richiesta del MAlC ,quella transazione non esiste più per atto dell’attuale Amministrazione.L’edificio storico appartiene ai cittadini del Comune si Cava dei Tirreni ,perché concesso in uso gratuito ,per atto pubblico ‘ allo Stato ed ai suoi aventi causa ,sino a che vi fossero prodotti i sigari,o fosse comunque destinato a pubblico servizio.Ergo da quando è cessata la produzione MST ,che a mezzo di artifici e raggiri ,lo ha conseguito ,lo detiene abusivamente ,avendolo acquistato in male fede,perche’ non ricompreso in Gazzetta Ufficiale nei beni trasmissibili ;data la proprieta’ del Comune di Cava,sulla scorta del citato atto pubblico ,ed anche perche’ la ‘disattenzione’ degli uffici pubblici del Comune di Cava ,non permetteva di rinvenire il titolo di proprieta’ ,che invece giaceva presso l’Archivio di Stato ,dove è stato recuperato dal MALC.Allo stato pende il procedimento civile ,quello effettivamente determinante per accertare il diritto di proprieta’ della
    collettivita’cavese,innanzi al Tribunale di Salerno,dove alla prossima udienza, MST divra’ determinarsi sull”uso in giudizio o meno di un documento proveniente dal Ministero delle Finanze e querelato di falso dalla Citta’ di Cava ,perché procastina la chiusura della Manifattura ,circa quella effettiva accertata da numerosi atti,Il titolo di proprieta’ vantato dal Conune di Cava dei Tirreni ,secondo la scienza giuridica ,consente di essere ottimisti circa l’esito positivo del giudizio,salvo sorprese ‘contra legem’.L’omessa manutenzione e l’occupazione abusiva espongono l’MST al risarcimento del relativo danno.Questi i fatti in diritto; poi l’opinione del MALC :L”ex Manifattura Tabacchi è oggetto di aggressione speculativa ,originata dalla dismissione dei Monopoli ,nella relazione del consulente del governo Prodi si parla di immobili di grande pregio e valore urbanistico,veicolata da poteri forti sotto il profilo economico a livello nazionale e multinazionale (BAT) agevolata a livello politico nazionale e recepita acriticamente a Cava dalle accondiscendenti Amm.ni.Gravagnuolo e Galdi.Tuttavia grazie all’opera del MAlC ,l’approvando PUC ,prevede la destinazione pubblica dell’edificio dell’ex Manifattura ,nella specie Casa della Politica ,cioe’ palazzo di Citta’ e retrostante parco urbano.Questo è quanto,ergo la sentenza dei Giudici di Palazzo Spada ,è nella sostanza un atto oggi inutile ,comunque opinabile,anzi se valenza questi puo’ avere, è quella di riaprire discussioni su strani interessi ed interessenze,da parte di qualcuno che pare fare ;chi lo sa perche’ ,più le parti del privato che dei cittadini.

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