Cava de’ Tirreni, dimissioni dell’assessore Nunzio Senatore: l’ultima furbata di Servalli… il maestro della politica delle prese per i fondelli
Ad ogni modo, Nunzio Senatore, a prescindere dall'illusione ottica rappresentata dal PD cavese e dalla perfidia politica del sindaco Servalli, con le dimissioni ha compiuto una scelta dignitosa e finanche politicamente redditizia
Se quest’oggi un malcapitato marziano atterrasse sotto i nostri portici rimarrebbe a bocca aperta. Eh sì, lo stupirebbero le attestazioni di stima del sindaco Servalli nel respingere le dimissioni da assessore del fu vicesindaco Nunzio Senatore. Anzi, immaginando che il marziano sia anche colto e raffinato -forzando un po’ la mano oltre che inconsapevole del contesto e dei retroscena- per chiosare prenderebbe in prestito un verso dagli Amores di Ovidio. “Nec sine te nec tecum vivere possum”. “Non posso vivere né senza di te, né con te”.
Altro che amore e buoni sentimenti. Noi cavesi, infatti, a differenza dell’ignaro marziano, una cantonata del genere di sicuro non la prendiamo. Siamo ben consapevoli di essere al cospetto di una messinscena, di una sceneggiata.
Sia chiaro, Nunzio Senatore è stato sincero nel compiere il gesto delle dimissioni appena presentate. La sua è innanzi tutto una questione di dignità personale. Le motivazioni adottate dal primo cittadino che gli ha revocato l’incarico di vice sindaco sono politicamente inconsistente ed irritanti. Così come la successiva ed odierna scelta del sindaco Servalli di rigettare le dimissioni. All’apparenza è un beau geste. Al contrario, è una furbata. Una delle tante di Servalli, un maestro della politica delle prese per i fondelli.
Per il resto, che dire? Siamo davvero ai titoli di coda di un’amministrazione comunale fallimentare che ha fatto danni alla città come mai era accaduto in passato. Gli ultimi anni per noi cavesi (e non per il malcapitato marziano) sono stati da incubo. E quel che più colpisce è l’atteggiamento serafico del nostro Sindaco. Così come le sue narrazioni di una città in crescita e felice che sta vivendo un cambiamento epocale (in peggio sicuramente). Vive in un’altra città. In un’altra dimensione.
Il problema vero, però, non sono le macerie che Servalli e i suoi hanno provocato, bensì i guasti in prospettiva che hanno prodotto. Hanno minato alle fondamenta la struttura organizzativa e finanziaria del nostro Comune. Hanno ipotecato il futuro delle nuove generazioni cavesi. Compromesso il welfare comunale che nel passato era un fiore all’occhiello a livello regionale. Deturpata l’immagine di una Cava all’avanguardia. Hanno contribuito (non è solo demerito loro, però) a rendere piatto l’encefalogramma culturale della valle metelliana.
In conclusione, più che il presente il cruccio maggiore è rappresentato dal futuro della nostra città.
Detto ciò, consentiteci di porre una domanda retorica: dove sta il PD metelliano?
Aveva minacciato, si fa per dire, fulmini e saette se Servalli non fosse tornato sui propri passi. Avete visto o sentito qualcosa? Nulla. Il PD è restato in silenzio lasciando solo, come tutti avevano pronosticato, Nunzio Senatore. Bella solidarietà da quest’altro partito-non partito chiamato PD.
Ad ogni modo, Nunzio Senatore, a prescindere dall’illusione ottica rappresentata dal PD cavese e dalla perfidia politica del sindaco Servalli, con le dimissioni ha compiuto una scelta dignitosa e finanche politicamente redditizia. Ha le mani libere fino alle prossime comunali e non è cosa da poco visto che Nunzio Senatore ha un mare di consensi e già solo per questo rappresenta una risorsa per la città.
In conclusione, anche agli occhi di chi è politicamente distante, essere una vittima di Servalli è un titolo di merito che, in prospettiva, potrebbe tornargli utile. Servalli ha chiuso, rappresenta un presente che è già il passato. Nunzio Senatore, invece, può ancora dire la sua.







