A leggere i risultati elettorali delle ultime elezioni, viene spontanea più di una riflessione. Tra le tante, circoscrivendo il tutto ai confini della valle metelliana, viene da chiedersi se mai ci sarà, alle prossime comunali, una proposta politica alternativa all’attuale Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Servalli.
Se guardiamo ai Cinque Stelle, la risposta non può essere che negativa, in ragione degli scarsi risultati ottenuti in queste amministrative, ma anche della poca incidenza pentastellata nella politica cittadina. Certo, questo vale per oggi, in futuro tutto può cambiare. Tuttavia, è innegabile che il Movimento Cinque Stelle a Cava è qualcosa di assai marginale, politicamente insignificante per non dire pressoché inesistente. D’altro canto, in una città tanto conservatrice e borghese qual è Cava, per i pentastellati sarà davvero dura riuscire a contare qualcosa elettoralmente. Ad ogni modo, mai dire mai…
E il centrodestra? Siamo ancora alle macerie del dopo Galdi. Macerie ancora fumanti, in verità. Se poi si vede quel che è avvenuto alle comunali di domenica nella vicina Nocera, si resta addirittura impietriti. Il centrodestra è andato malissimo. Forza Italia ha addirittura racimolato poche centinaia di voti. In altre parole, inesistente. Un risultato da far arrossire di vergogna. Una lista presentata da una bocciofila avrebbe avuto maggior fortuna.
A differenza però dei pentastellati, che non si mischiano con nessuno per evitare contaminazioni, il centrodestra in prospettiva qualcosa potrebbe ancora dire nella città metelliana. D’altro canto, proprio il voto di domenica ha resuscitato in ambito nazionale una coalizione che sembrava morta e sepolta. Occorre, tuttavia, mettere insieme i cocci. E la cosa non è proprio tra le più agevoli.
Non c’è però altra strada. Obtorto collo, Nocera docet.
Appare scontata, quindi, la necessità che quanti si riconoscono ancora nel centrodestra incomincino innanzi tutto a trovare il modo per avviare un percorso politico condiviso, aprendosi però anche alle realtà politiche associative, sebbene piccole e autoreferenziali, presenti e attive sul territorio comunale.
Non c’è altra strada. Certo, è inimmaginabile per il centrodestra coinvolgere le componenti politiche della sinistra radicale e, alla propria destra, quelle dai toni aggressivi con risvolti xenofobo-razzistici, ma può e deve per forza di cose puntare, in sede locale, a saldarsi con le componenti civiche presenti sul territorio, andando anche oltre gli steccati di uno schieramento che lascia il tempo che trova.
L’obiettivo? Mettere attorno a un tavolo -con pari dignità ma anche senza equivoci e ambiguità- partiti, movimenti e associazioni, che non si riconoscono nell’attuale maggioranza di governo cittadino, per avviare un tavolo di confronto in prospettiva di un percorso comune, in vista di un’auspicabile proposta politico-programmatica unitaria e alternativa.
Questa, è vero, è solo teoria.
Non esiste, però, una strada diversa se il centrodestra cavese in particolare, ma non solo il centrodestra, vuole evitare un prossimo, sicuro disastro politico-elettorale. In qualche modo, l’attuale frammentazione e disarticolazione dell’opposizione dentro e fuori dal palazzo va superata. E anche al più presto.
Criticare l’attuale Amministrazione comunale e fare le pulci a Servalli e ai suoi è doveroso, oltre che utile e necessario, ma non basta. Agli elettori cavesi occorrerà portare una proposta politica e progettuale valida e credibile, proponendo una classe dirigente non meno credibile, capace e ragionevolmente rinnovata, diversamente…