scritto da Eugenio Ciancimino - 15 Aprile 2020 08:39

MES, così è se vi pare

Il dibattito sul MES fa venire in mente due opere teatrali di Luigi Pirandello: “Così è se vi pare” e “Sei personaggi in cerca d’autore”.

Lungo il viaggio di formazione del citato fondo europeo cosiddetto salva stati sono avvenute tante cose in Italia e nella finanza mondiale per cui é facile incorrere in inesattezze temporali e di valutazioni di senso dei contenuti.

Non ci sarebbe nulla di strano in tutto questo se nelle ricostruzioni delle diverse fasi non ci si fermasse a raccogliere e valorizzare ciò che si presta di più o di meno ad argomentarne la convenienza.

E quì siamo al “così è se vi pare”. Se l’operazione di discernimento tra il vero ed il falso serve a dare credito ad una voce piuttosto che ad un’altra allora spunta l’immagine di “personaggi in cerca d’autore”, qualunque sia il loro intento. Senza entrare nell’agone politico-mediatico non si dà torto o ragione ad alcuno riproponendo le tappe di un lungo itinerario la cui partenza é collocabile nel dicembre del 2010 con un articolo a firma di Juncker e Tremonti pubblicato sul Financial Time.

In esso si lanciava l’idea di un fondo salvastati con la condizionale dell’emissione di eurobond: “E- bond world end crisis”.

Essa prese campo nel 2011 con l’ultimo Governo Berlusconi a seguito della lettera inviata all’Italia il 5 agosto 2011 da Trichet e Draghi. La formalizzazione del relativo trattato, che in sostanza assorbiva i fondi Fesf e Fesm attivi dal 2010, reca la data 11 luglio 2011 e non ha conseguito ratifica da alcuno Stato membro EU.

La nuova versione riscritta su pressione dei Governi di Germania ed Olanda é stata sottoscritta il 2 febbraio 2012 ed è arrivata nel Parlamento italiano il 3 aprile 2012 con il DDL 5359 per la ratifica istituzione ed esecuzione.

Autore della relazione tecnica è stato il Ministro dell’Economia e Finanze Mario Monti, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, coadiuvato dai titolari della Farnesina Giulio Terzi di Sant’Agata e degli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi.

Il Senato si è espresso favorevolmente il 12 luglio 2012 e la Camera ha approvato il citato DDL il 19 luglio successivo con 325 voti favorevoli, 53 contrari, 36 astenuti, 188 assenti (tra cui Giorgia Meloni), 26 in missioni.

Hanno votato a favore 168 PD, 83 PdL, 14 Futuro e Libertà; contro 51 della Lega Nord e 2 del PdL (tra cui Guido Crosetto, cofondatore con Giorgia Meloni di FdI).

Il fondo salvastati é uno strumento la cui applicazione può suscitare ombre o luci secondo circostanze temporali e di luogo; il fatto che sia rimasto fermo per quasi 5 anni durante i quali si sarebbe potuto procedere a degli aggiustamenti su iniziativa di forze politiche al Governo del Paese lascia aperta la porta a supposizioni di scaricabarile che non giustificano l’accanimento polemico se non per motivi di bottega partitica.

Nel gioco a scaricabarile c’è il rischio, qualunque sia la scelta di campo, di svuotare l’acqua dalla bacinella con dentro il  bambino, piuttosto che buttare l’acqua sporca e salvare il bambino.

I nodi prima o poi arrivano al pettine. E stavolta il pettine e’ nelle mani di Giuseppe Conte non per difendersi da fake news ma per decidere di stare con Pd ed Iv favorevoli al mes o con M5S e Lega che ne contestano l’utilizzo.

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