scritto da Pasquale Petrillo - 21 Ottobre 2016 09:16

LA FINESTRA SUL CORTILE Antonio Di Donato, vittima della furia giustizialista

“Il cavese è molto strano: se sei all’apice vorrebbe vederti cadere in disgrazia. Se, invece, vede che stai affogando, finge di sollevarti, ma ti tira su quel tanto e poi ti lascia”.

A parlare così era Antonio Di Donato all’indomani della sentenza che lo assolveva dei reati che gli erano stati attribuiti nella kafkiana vicenda giudiziaria del sottovia veicolare. Lo dichiarava al mensile “Confronto” nell’aprile del 2003, in un’intervista dal titolo molto significativo: “La mia colpa? Vincere la gara del sottovia”.

E Antonio Di Donato non aveva per nulla torto. Era stato fino agli inizi degli novanta del secolo scorso un imprenditore affermato, il numero uno dei costruttori metelliani, ma anche tra i più importanti a livello regionale e anche oltre. Un uomo di successo, molto intelligente e imprenditorialmente audace, dotato però di senso della misura e assai attento nelle relazioni umani.

Poi, la tegola dell’inchiesta giudiziaria sull’appalto del sottovia, le accuse, il carcere preventivo, le indagini, i processi, fino all’assoluzione dopo dieci anni. In quegli anni tribolati, però, Di Donato non subì solo il processo di una nuova Santa Inquisizione, ma fu letteralmente azzannato tanto dai giornali quanto dall’opinione pubblica. C’era, infatti, in quegli anni di moralismo dilagante a limite della paranoia, la convinzione che la vicenda dell’appalto dei lavori del trincerone-sottovia nascondesse qualcosa di losco, di torbido, quantomeno di poco chiaro. Come ebbi modo di scrivere qualche anno dopo,  la vita politica cittadina, così come nel resto del Paese, veniva scandita da «un rosario di inciuci, di infamie, di pettegolezzi. Alla fine, lo si diceva sì sottovoce, ma eravamo tutti convinti che quelli del Palazzo e dintorni erano una banda di ladri».

E fu anche e sopratutto per questa aria che si respirava sotto i portici che furono in pochi ad essere vicino e a sostenere Di Donato. Come tanti imprenditori e politici, finì tra gli appestati, da cui era meglio stare alla larga, dopo che fino a poco prima era stato riverito, stimato, osannato. Insomma, la verità è che fu la vittima cavese della furia giustizialista di quegli anni.

Ora che Antonio Di Donato è tornato alla casa del Padre, non posso che pormi nuovamente le stesse domande che mi ero posto all’indomani della sua assoluzione: gli era stato restituito l’onore, ma chi gli potrà restituire quello che gli è stato tolto come uomo, come cittadino, come padre, come imprenditore? Nessuno, purtroppo, almeno qui, tra i vivi.

Ed è per questo che, ora come allora, a prevalere è l’amarezza che, in questo giorno, si unisce alla tristezza. (foto Angelo Tortorella)

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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