La buccia di banana di fra Gigino
Non abbiamo ascoltato il consigliere comunale Luigi Petrone nel corso della trasmissione televisiva in cui, a quanto si legge dai social, sembra essere scivolato su una classica buccia di banana.
A quanto pare, quello che per noi resta sempre affettuosamente fra Gigino, ha paragonato l’aborto all’olocausto e le donne che abortiscono a dei nazisti.
Roba da non credere, ma davvero ha detto così!?
Beh, se così è, non vediamo come possa essere difendibile. Certo, forse è preferibile la rude schiettezza del frate piuttosto che l’ipocrita perbenismo e il farisaico politicamente corretto di chi ci governa a Palazzo Città. Questo, però, non toglie che fra Gigino ha fatto delle affermazioni per nulla condivisibili e l’accostamento dell’aborto all’olocausto ci sembra una forzatura talmente assurda e grave da essere a dir poco fuori luogo ed una esagerazione senza fondamento.
Sia chiaro, fra Gigino, o Luigi Petrone se si preferisce, è e resta un fervente credente cattolico. E come tale non può che condannare l’aborto e chi lo pratica. E’ comprensibile, quindi, oltre che legittima la posizione anti-abortista. Ci mancherebbe.
Non è, però, questo il motivo del contendere. E’ l’accostamento con il nazismo e sue nefandezze quello che fa rabbrividire e saltare sulla sedia. Ma davvero Luigi Petrone pensa che una donna abortisca con superficialità se non con gioia alla stregua di come si prende un cachet o si gusta un gelato? O che lo faccia con la stessa criminale intenzione con cui i gerarchi nazisti sterminarono nelle camere a gas ebrei, rom, malati di menti…? Ma davvero pensa che l’abortire sia minimamente paragonabile a quella «banalità del male» di cui parla Hannah Arendt nel cercare di capire la mostruosità dei
er come ci viene riferito sembrerebbe di sì, ma per quel po’ che conosciamo fra Gigino ci piace pensare che le sue siano state parole fuor di senno uscite. Insomma, che le parole abbiano tradito il suo vero pensiero, i suoi veri sentimenti.Sarà così? Ce lo auguriamo. Anzi, siamo certi che fra Gigino chiarirà la portata e il senso delle sue affermazioni. E non avrà problemi nel chiedere scusa. Insomma, da buon cristiano qual è, non avrà certo delle remore nel porgere la guancia.
D’altra parte, fra Gigino nei panni di un novello Savonarola non ce lo vediamo affatto, anche se ciò farebbe politicamente comodo a non pochi.
Mai come oggi, pur nella profonda convinzione della propria fede e dei suoi principî, è il tempo della tolleranza, della comprensione, del rispetto per i valori altrui per quanto non condivisibili. E papa Francesco, anche a rischio di essere accusato lui stesso di relativismo, ne è il massimo e più autorevole interprete.
Questo, però, non siamo di certo noi a doverlo ricordare a Luigi Petrone o, se preferite, fra Gigino.
“… un fervente credente cattolico. E come tale non può che condannare l’aborto e chi lo pratica.”
Mi dispiace, ma un cattolico (anche se poco fervente) può condannare l’aborto, ma non chi lo pratica.