Una delle critiche più ricorrenti e diffuse rivolte all’attuale Amministrazione comunale metelliana è di non avere un progetto di città. In altre parole, in molti ritengono che gli attuali amministratori comunali si siano trovati a governare la città per caso, o meglio, per la responsabilità di chi li aveva preceduto che, con alcuni errori amministrativi e devastanti dissidi politici, hanno spalancato loro le porte del Palazzo di Città.
In parte, è vero. Ma succede quasi sempre così. E’ raro che qualcuno vada al governo di qualche istituzione se non grazie, in tutto, o in parte, alle inadempienze, alle sviste, alle incapacità, a volte anche alle malefatte di chi in precedenza esercitava il potere. Ed è altrettanto vero che, quasi sempre, non si è mai del tutto pronti alla gestione della cosa pubblica né con un personale politico adeguato né tantomeno con idee e progetti chiari.
La maggioranza guidata dal sindaco Servalli non è sfuggita, in larga misura, a questa dinamica. Il personale politico è quello che è, ma non è certo una negativa prerogativa degli attuali amministratori comunali, anzi… E il disegno di città finora non si è visto, o meglio, c’è stato qualche accenno, alcuni spunti, taluni spezzoni qua e là.
Eppure questa nostra città ha disperatamente bisogno di capire quale debba essere il suo destino, quali le sue direttrici di sviluppo, quale la sua identità negli anni a venire per avere ancora un ruolo di un certo rilievo nel panorama almeno provinciale e non essere così risucchiata nell’anonimato.
Nell’intervista che pubblichiamo oggi rilasciata al nostro giornale dal sindaco Vincenzo Servalli, si incomincia a intravedere una certa idea di città. Oddio, Servalli, che di renziano ha poco, fa fatica a lanciare proclami e ammaliare con slogan più o meno convincenti, tuttavia, fa chiaramente capire che vuole lavorare per dare ai cavesi una città tranquilla, ordinata, vivibile, e che sia luogo di cultura e formazione.
Se così sarà, non è cosa da poco.
Certo, bisognerà darsi però una mossa. Sui rifiuti siamo troppo indietro, sulla mobilità urbana scontiamo errori e ritardi, sono numerose le opere pubbliche incompiute e troppi i contenziosi pendenti. Restano aperte questioni spinose, come il bubbone dell’abusivismo edilizio con tutte le problematicità che si trascina, così come il riassetto urbanistico del territorio, la rigenerazione urbana delle aree periferiche, il limbo della zona ASI, il recupero tanto urbanistico quanto socio-economico delle realtà frazionali. E la macchina comunale, che in questi ultimi anni sta subendo profonde trasformazioni con l’immissione di nuove risorse umane, non sembra del tutto assestata e pronta alla bisogna; anzi, in qualche caso, quello della Polizia locale è il più evidente, manca di una guida qualificata, sicura, energica e di prospettiva.
Insomma, ce n’è di lavoro da fare, nella speranza che sia fatto bene. Qualche dubbio, in proposito, c’è. Com’è giusto che sia, d’altronde. Tuttavia, al sindaco Servalli va dato atto che adesso almeno un disegno di città ce l’ha e, non solo per questo, gli va data fiducia, così come gli vanno formulati gli auguri di buon lavoro nell’esclusivo interesse della città nella sua interezza.
In conclusione, i buoni propositi non mancano e l’approccio del sindaco Servalli, sempre misurato e garbato e con quel senso di responsabilità proprio del buon padre di famiglia, non può che essere apprezzato. Ciò, però, non deve impedirci e non ci impedirà di nutrire dubbi e di esprimere critiche, così come di incitarlo ad essere spedito e risoluto nelle scelte (auspicando che siano d’ora in poi sempre di qualità), ma soprattutto, lui che ha sempre i piedi incollati per terra, ad avere più spesso il coraggio di osare.