L’intervista a fra Gigino, o se preferite a Luigi Petrone, neo candidato sindaco nella nostra città non ha bisogno di essere commentata. Il personaggio è così noto, controverso e divisivo, che ogni lettore tirerà in piena autonomia le proprie personali conclusioni.
In questi giorni sui social si è letto di tutto. C’è anche chi vorrebbe cause e colpevoli di questo fenomeno, tutto in salsa locale, che da un ventennio ha avuto luogo in città. Voler proporre oggi ragionamenti ed analisi sociologiche e politologiche sulla genesi di fra Gigino lascia il tempo che trova. E’ preferibile, infatti, valutare il candidato Petrone per quello che dice e propone come politico.
Fra Gigino va sfidato sul terreno delle cose da fare. Su come intende muoversi. Su chi si mette a suo fianco. Insomma, va trattato come gli altri candidati. Non sarà certo l’ostracismo a ridimensionarlo. Anzi, la sua candidatura a sindaco sta a dimostrare il contrario. E’ stato allontanato da Cava e ora ci ritorna quasi come un salvatore della patria. Questo per dire che deriderlo, sottovalutarlo o tentare di delegittimarlo è il modo migliore per farlo diventare ancor più il catalizzatore in questa prossima campagna elettorale.
Il consiglio è quello di abbassare i toni, ma, nello stesso tempo, stringere il candidato Petrone sui temi amministrativi e sulle soluzioni che intende prospettare. In breve, parlare di cose concrete e non di aria fritta, men che mai di temi che esulano dalla vita politica.
Una cosa è certa. Fra Gigino è un osso duro. E’ furbo. E’ intelligente. Si veste d’agnello ma è scaltro come una volpe. E’ un personaggio complesso, ma ha carisma. E’ un leader nato. E’ un trascinatore. Ha una dote che lo fa un politico di razza, quella di far sognare, di far intravedere quello che ancora non c’è e forse mai ci sarà. E’ forse anche un visionario, ma è nello stesso tempo un uomo di fatica, un lavoratore instancabile, un irrequieto.
In breve, misurarsi in campagna elettorale con lui non sarà affatto una passeggiata. Già ora ha oscurato gli altri candidati che si oppongono a Servalli, il quale, comunque, resta il candidato più forte ed affidabile, ma quasi di sicuro dovrà battersi con le unghie al ballottaggio.
Resta da capire chi sarà l’altro contendente che sfiderà al secondo turno Servalli. Fino ad una settimana fa non c’erano dubbi: Marcello Murolo. Ora la faccenda si è complicata. Fra Gigino in questi giorni sembra aver creato un clima di speranza e di attesa in quanti non si riconoscono nell’attuale maggioranza. Per questo, è probabile che fra Gigino prenderà voti un po’ ovunque, ma soprattutto fra quelli che votavano in funzione anti-Servalli.
Proprio per questo, è probabile che Murolo debba cambiare radicalmente la sua strategia elettorale. In pratica, essere se non più aggressivo quantomeno più vivace, più attivo, più incisivo, più brioso e determinato. Finora è passata l’immagine di una persona perbene e compassata. Forse ora c’è bisogno di una più accattivante. Serve una comunicazione meno british, al contrario, più brillante ma anche più martellante. Il rischio per Murolo è quello di passare quasi inosservato, schiacciato com’è tra la verve mediatica del frate e il potere consolidato e rassicurante del sindaco uscente.
In conclusione, con l’entrata a gamba tesi di fra Gigino, nessuno degli altri candidati, nemmeno Servalli, può indulgere in un narcisistico «Non vedete che sono il più bravo di tutti? Che problema avete a votarmi?».