Ausino, il presidente Agrusta non ha scelta: adottare provvedimenti o dimettersi
Alla fine l’Ausino ha chiesto scusa ai cavesi per i disagi, ammettendo le proprie responsabilità. A dimostrazione, contrariamente ai suonatori di piatti che hanno sui social tentato una difesa insostenibile ed infondata, che l’imperizia c’è stata al di là dell’imprevidibilità del guasto e dell’imponderabilità di taluni eventi.
A metterci la faccia, però, ancora una volta è stato il sindaco Vincenzo Servalli, l’unico a prendersi improperi e maledizioni dei suoi cittadini. L’unico anche a cercare di mettere le pezze ad un vero e proprio disastro organizzativo e di comunicazione compiuto da altri.
Ad essere assente, alla stregua di un fantasma, è il giovane presidente dell’Ausino, Mariano Agrusta. Comprendiamo che non è facile gestire una situazione così drammatica, ma di sicuro doveva sforzarsi e metterci la faccia.
Pazienza. Magari più in là, quando sarà più esperto, solleverà da certi pesi, che toccano a lui, il sindaco Servalli, il quale troppo spesso sembra andare in soccorso lui dei suoi collaboratori, o comunque nominati, e non il contrario.
Ad ogni modo, l’Ausino annuncia un’indagine interna per capire cosa non è andato ed adottare gli eventuali provvedimenti disciplinari.
Stiamo a vedere. Per prima cosa, sarebbe auspicabile mettere su un ufficio di comunicazione istituzionale con personale qualificato e non di raccomandati dalla politica. L’Ausino non può avere solo ingegneri, amministrativi e contabili. Quello che è accaduto consiglia di dotarsi anche di personale esperto di comunicazione.
In quanto ai provvedimenti disciplinari, è facile immaginare che non accadrà nulla anche perché non sarà cosa facile individuare eventuali responsabili e più ancora comminare sanzioni.
Ad ogni modo, dal presidente Agrusta ci aspettiamo, in un lasso di tempo breve, diciamo quindici-venti giorni, di avere notizie sull’indagine annunciata e sui provvedimenti, in positivo più che sanzionatori, che saranno presi per evitare che ci sia in futuro una defaillance di comunicazione come quella di ieri.
Noi vigileremo, perché almeno su questo i cavesi non siano presi per i fondelli. D’altra parte, in una simile prospettiva, al presidente Agrusta non resterebbe altro che rassegnare le dimissioni.