scritto da Redazione Ulisseonline - 22 Agosto 2015 09:19

Crescono i depositi bancari, ma consumi al palo e investimenti fermi

Lo studio di Unimpresa: il timore di nuove tasse e la paura della recessione fanno crescere i depositi bancari. Il presidente Longobardi: “E’ uno degli effetti perversi del rigore e dell’austerity, anche se i soldi ci sono, non circolano”.

L’onda lunga della crisi e la paura di nuove tasse stoppano i consumi delle famiglie, frenano gli investimenti delle aziende e congelano la liquidità delle banche: crescono, così, di oltre 80 miliardi di euro le riserve, vale a dire il denaro lasciato nei depositi e nei conti correnti.

Nell’ultimo anno i salvadanai delle aziende, dei cittadini, degli istituti di credito, delle onlus, delle assicurazioni e dei fondi pensione sono aumentati, complessivamente, da 1.477 miliardi a 1.558 miliardi in crescita di 80 miliardi (+5%). Per le famiglie l’incremento dei tesoretti è pari a 15 miliardi (+1,7%) e per le aziende a 14 miliardi (+7%), mentre le banche, che continuano a tenere serrati i rubinetti dei prestiti (in calo di 7 miliardi), la liquidità è cresciuta di quasi 52 miliardi (+16%).

Questi i dati principali di una analisi del Centro studi di Unimpresa sull’andamento delle riserve italiane da giugno 2014 a giugno 2015.

Le riserve delle banche sono cresciute di 42,7 miliardi (+13,30%) da 321,4 miliardi a 364,1 miliardi. La liquidità congelata degli istituti è uno dei motivi del credit crunch. Nello stesso periodo, infatti, il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 7 miliardi.

Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 10,1 miliardi (-3,25%) da 308,5 miliardi a 298,5 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre a 5 anni) di 22,6 miliardi (-5,73%) da 395,8 miliardi a 373,1 miliardi, mentre quelli di medio periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 15,6 miliardi (+12,76%) da 123,1 miliardi a 138,7 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle imprese è comunque sceso da 827,4 miliardi a 810,4 miliardi con una diminuzione di 17,1 miliardi (-2,06%).

Il quadro per le famiglie migliora grazie all’aumento del credito al consumo e alla frenata della caduta dei mutui: le erogazioni degli istituti di credito sono complessivamente cresciute di 9,9 miliardi (+1,66%) passando da 598,6 miliardi a 608,6 miliardi.

I conti correnti sono saliti di 73,1 miliardi (+9,62%) passando da 759,8 miliardi a 832,9 miliardi mentre i pronti contro termine sono aumentati di 47,1 miliardi (+39,80%) passando da 118,3 miliardi a 165,5 miliardi.

“Anni di austerity e tasse, a cui bisogna porre fine, senza bluff e false promesse, hanno prodotto anche questo assurdo risultato: le famiglie non spendono più e preferiscono lasciare i soldi in banca, magari per far fronte a nuove stangate fiscali o imprevedibili onde lunghe della recessione. E’ un effetto perverso del rigore: anche se i soldi ci sono non circolano, i consumi ristagnano e la ripresa fatica a crescere a doppia cifra” dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando i dati dell’associazione. (foto Valentina Senatore)

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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