scritto da Pasquale Petrillo - 31 Agosto 2024 09:00

L’assurdo assassinio di Sharon Verzeni

L'assassino ha confessato che è stato vittima quella sera di un raptus. Doveva uccidere qualcuno. E' salito in sella alla sua bicicletta armato di quattro coltelli poi ritrovati dai militi dell'Arma dei Carabinieri

foto Giovanni Armenante

Trovato ad un mese di distanza dal delitto, l’assassino di Sharon Verzeni. Finiscono così con le ricerche degli inquirenti anche le mille ipotesi, supposizioni, sospetti, speculazioni. E con esse le pressioni mediatiche e non solo sul compagno della vittima. E’ stato invece un delitto tanto banale quanto assurdo. L’assassino ha confessato che è stato vittima quella sera di un raptus. Doveva uccidere qualcuno. E’ salito in sella alla sua bicicletta armato di quattro coltelli poi ritrovati dai militi dell’Arma dei Carabinieri.  E’ capitata a tiro la povera Sharon. Non la conosceva nemmeno. Si è trovata, come si suol dire, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Due annotazioni. Squallida e fuori luogo la solita speculazione razzista salviniana in ragione del fatto che l’assassino è un italiano figlio di genitori africani. Una narrazione che non sta in piedi anche perché sembra che l’ottimo lavoro investigativo dei carabinieri sia stato coadiuvato dalle segnalazioni di due marocchini. Extracomunitari sì quanto cittadini per bene. Resta da capire, però, anche dove stavano in questa vicenda i servizi socio-sanitari e in generale le pubbliche istituzioni. Siamo in una piccola realtà e non in una metropoli. Era risaputo, a quanto si è compreso, che l’assassino negli ultimi tempi presentava dei problemi comportamentali. Aggressioni e maltrattamenti ai propri familiari. E girava armato di coltelli. Andava intercettato per questi suoi squilibri e curato, ma soprattutto messo in condizione di non far del male. Come purtroppo è accaduto.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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