La strage di Capaci: il 23 maggio di trentatré anni fa
Furono, quei giorni, il momento più cupo vissuto dal nostro Paese. Lo Stato sembrò vacillare

Trentatré anni anni fa, il 23 maggio 1992, ci fu la strage di Capaci dove morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i poliziotti della scorta. Fu un giorno terribile in cui la mafia uccise il suo avversario numero uno, il giudice Falcone. E la mafia saldò il conto con l’altro suo acerrimo avversario, il giudice Paolo Borsellino, poche settimane dopo, il 19 luglio dello stesso anno con l’attentato di via D’Amelio. Con Borsellino saltarono in aria anche i poliziotti della sua scorta. Furono, quei giorni, il momento più cupo vissuto dal nostro Paese. Lo Stato sembrò vacillare. Dopo tanti anni resta nitido e indelebile il ricordo di due eroi, Falcone e Borsellino, veri martiri civili. Allo stesso tempo, però, non mancano tante ombre e veleni sulle indagini che seguirono quelle stragi, con le inevitabili polemiche e partigianerie. Al di là di tutto, Falcone e Borsellino resteranno per sempre un luminoso e indiscutibile esempio di vita e di attaccamento alle istituzioni. Almeno questo non può essere oggetto di polemiche, discussioni e rivisitazioni storiche e giudiziarie.