Il Movimento Cinque Stelle ha chiesto la restituzione di 1,8 milioni di euro agli scissionisti che seguirono Luigi Di Maio. Nel 2018, infatti, accettando la candidatura in Parlamento, gli eletti si impegnavano a restituire al Movimento 30 mila euro (dei circa 45 mila totali) della buonuscita percepita da ciascuno di loro al termine della legislatura. La vicenda, come era facile immaginare, finirà in Tribunale. E’ triste, ma succede spesso che poi gli ideali iniziali si trasformano alla fine in una questione di soldi. D’altro canto, Giuseppe Conte ha le sue difficoltà nel far quadrare i conti del Movimento. Tra le spese, la sede di Via di Campo Marzio (si parla di 12 mila euro al mese) e il contratto di consulenza per la comunicazione con il fondatore Beppe Grillo (sembra 200 mila euro annui). La vile moneta, in conclusione, la fa da padrone, anche tra i Cinque Stelle.
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