scritto da Pasquale Petrillo - 23 Settembre 2024 08:56

Giulio Andreotti, perché non lasciarlo in pace?

Andreotti come Jocker, il cattivo, la mente criminale e folle di Gotham City nella saga di Batman. Forse è il caso, se non ci sono riscontri documentali, di lasciarlo in pace e non tirarlo in ballo a ogni piè sospinto

foto Giovanni Armenante

E’ ancora Giulio Andreotti a essere tirato in ballo circa i mandanti dell’omicidio del generale Dalla Chiesa avvenuto a Palermo nel settembre 1982. Non è una novità. Quando c’è un mistero da spiegare, Andreotti è il politico della prima Repubblica da chiamare in causa. Se il giudizio storico e politico su Giulio Andreotti è ancora da definire e quindi tuttora sospeso, quello giudiziario è ben definito. Fu assolto dai giudici dalle nefandezze di cui era stato accusato. Questo non impedisce però che Andreotti sia sempre ed ancora oggi indicato come Belzebù e ritenuto la sentina di tutti i mali. Vero è che il divo Giulio è stato per mezzo secolo al potere. Ne ha viste e vissute tante. E forse anche fatte di cotte e di crude. Insomma, per i ruoli importanti che ha ricoperto ai vertici dello Stato, è indubbio che si è portato nella tomba un bel po’ di segreti. Altra cosa, però, attribuirgli la responsabilità di tutte le trame più oscure e degli omicidi irrisolti avvenuti nel nostro Paese. Il mandante delle più inspiegabili azioni criminose. Il regista occulto degli «affaire» più scottanti. L’ispiratore dei peggiori crimini legati ai rapporti inquinati tra politici, pezzi dello Stato, mafia, giornalismo e delinquenza comune. Se così fosse, Andreotti invece di governare e gestire il potere, avrebbe  impiegato tutto il suo tempo a delinquere e/o far delinquere. In altre parole, Andreotti come Jocker, il cattivo, la mente criminale e folle di Gotham City nella saga di Batman. Forse è il caso, se non ci sono riscontri documentali, di lasciarlo in pace e non tirarlo in ballo a ogni piè sospinto. Saranno gli storici a dare un giudizio su Giulio Andreotti. Di sicuro non sarà considerato un santo, ma neanche il diavolo sceso in terra.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.