Un giornale “generalista”, come lo è questa testata, non può esimersi dal parlare anche di argomenti nazionali come quello col quale abbiamo intitolato questa riflessione, pure se dello stesso ne hanno già ampiamente parlato e discusso tutti gli organi di stampa nazionali e tutte le reti televisive.
Lo spunto ce lo ha dato Massimo Giletti nel suo talk-show “Non è l’Arena” di mercoledì 13 ottobre, quasi interamente dedicata alle violenze di sabato 9 ottobre a Roma, che si sono conclusi con l’assalto e la devastazione della sede nazionale della Cgil, il tentativo di assaltare Palazzo Chigi, e gli allarmanti messaggi che gli organizzatori della manifestazione hanno lanciato, minacciando ulteriore analoghe discese in piazza nei prossimi giorni.
Negli ultimi tempi non seguiamo con entusiasmo Massimo Giletti e la sua trasmissione, che ha perduto il mordente di un tempo quando faceva servizi e inchieste di particolare importanza, come quello sulle Sorelle Napoli, tartassate da Cosa Nostra perché proprietarie di terreni che interessavano i mafiosi, e che Giletti riuscì a tirare fuori dai guai; oppure quella riguardante Ranieri Guerra, ex dirigente di alto livello dell’ “OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità”, con una vicenda la quale scoperchiò un pentolone che mise in difficoltà il nostro Ministro della Sanità per non aver aggiornato il piano di emergenza sanitaria che avrebbe potuto evitare le migliaia di morti che l’inizio della pandemia per il Covuid-19 provocò, una mancanza per la quale si è ancora in attesa che il Ministro dia chiarimenti: per citarne due tra le tante.
Ma la trasmissione di Giletti del 13 ottobre è degna di nota perché sono intervenuti, presenti in trasmissione o in remoto, tutti i soggetti che hanno organizzato e guidato le violenze, e pure l’avv. Taormina che ha assunto la difesa dei principali responsabili.
Durante la serata è stata anche commentato gli interventi di Luciana Lamorgese, Ministro dell’interno, la quale ha tentato di giustificare le carenze organizzative delle forze di polizia, chiamate a presidiare i luoghi, il cui comportamento è ritenuto alquanto carente, anche per la esiguità di agenti e mezzi; si pensi, infatti, che a proteggere l’ingresso di Palazzo Chigi c’era un solo furgone della PS, e dinanzi alla sede della Cgil c’erano poche decine di agenti emarginati da migliaia di facinorosi, nonostante dal palco era stato qualche ora prima dichiarato ciò che avrebbero fatto, andare a Palazzi Chigi e alla Cgil, minacciando di andare a prendere il Segretario Generale Maurizio Landini fino a casa: una minaccia che ricorda lo squadrismo di un secolo fa, quando queste violenze avvenivano quotidianamente.
La Lamorgese si è giustificata asserendo che si aspettavano a Roma circa 3 mila persone, invece degli oltre 10 mila. Un grossolano errore in quanto già dal mattino era stato segnalato un alto numero di partecipanti provenienti da tutta Italia, giunti a Roma con vari mezzi privati e pubblici.
Quasi certamente gli organizzatori del raduno si erano avvalsi di chat chiuse o criptate, che non è sempre facile intercettare integralmente soprattutto a poche ore dall’evento.
Ma, indipendentemente da ciò in piazza vi erano anche migliaia di persone comuni che probabilmente avevano solo il desiderio di manifestare contro l’obbligo di vaccinarsi o del “green-pass”, forse anche di godersi del mite pomeriggio romano, e questa eterogeneità ha complicato la gestione dell’ordine pubblico.
Ma il Ministro Lamorgese ha detto anche un’altra cosa importante, cioè che si è ritenuto di non fermare immediatamente Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, per evitare “reazioni violente da parte dell’interessato e dei suoi sodali con la conseguente degenerazione della situazione dell’ordine pubblico”, il che potrebbe anche avere una sua logica, più o meno condivisibile.
Ma ciò che è fuori logica è il mancato presidio delle sedi ufficialmente prese di mira dai facinorosi e violenti, Palazzo Chigi e la Cgil: e l’assalto alla Cgil sembra che inizialmente fosse solo un diversivo rispetto al primo, che sarebbe stato il vero obiettivo. Probabilmente i violenti, valutando che sarebbe stato certamente più difficile e complicato assaltare Palazzo Chigi, indubbiamente meno agevole da raggiungere e maggiormente protetto, hanno sfogato il loro livore assaltando e devastando la sede della Cgil, che in pratica è stato il capro espiatorio; non si comprende quali siano le ragioni per le quali ce l’avessero con il maggiore Sindacato del paese.
Ma dall’approfondimento dei fatti emerge pure un aspetto paradossale che riguarda una presunta “mediazione” tra i capi della manifestazione, Luciano Castellino, Luigi Aronico e Roberto Fiore, e le FF.OO. per non si sa bene cosa: ci chiediamo, se ciò è vero, come sia possibile che la Polizia possa mediare con un gruppo di violenti, per organizzare un’azione piuttosto che un’altra: come dire, ci autorizzate ad assaltare la Cgil oppure Palazzo Chigi?
Ma il punto basilare del discorso è la carenza di FF.OO. in piazza, praticamente la piazza è stata lasciata alla mercé di una folla di violenti che ha fatto quello che ha voluto: la dimostrazione di tale carenza è data dai filmati e dalle foto di quel blindato della Polizia, l’unico, che è stato quasi capovolto da un gruppo di manifestanti.
Il che, facendo il raffronto con l’altro davanti all’ingresso di Palazzo Chigi, ci fa comprendere con quale superficialità sia stato disposto il servizio d’ordine.
Una conclusione alla quale non si può sfuggire: che sia stata un’azione squadristica è ormai ammesso da tutte le forze politiche, dalla destra alla sinistra; infatti la Meloni è ha dichiarato “sicuramente è violenza e squadrismo. Poi la matrice non la conosco. Non so quale fosse la matrice di questa manifestazione. Sarà fascista, non sarà fascista… Il punto è che si tratta di violenza e squadrismo. Questa roba va combattuta sempre”.
Frattanto, nel mentre a Roma accadeva quel che è accaduto, la ineffabile Giorgia era in Spagna ad una manifestazione della destra oltranzista che si ispira al Dittatore Francisco Franco. Quando si dice coerenza!
Non possiamo non citare un altro personaggio comparso sulla scena, parliamo dell’avv. Carlo Taormina, al quale si sono affidati i principali indagati, ai quali è stata confermata la detenzione in carcere; Taormina ha completamente stravolto i fatti, sostenendo che i suoi difesi non siano responsabili di nulla, senza tener conto di come avessero fomentato la folla con i loro discorsi infuocati dal palco di Piazza del Popolo.
Non c’è da meravigliarsi, ciascuno fa il proprio mestiere, ma negare evidenze documentate sembra un po’ troppo.
O no?
15.10.2021 – By Nino Maiorino – Chiedo scusa ai lettori per qualche errore anche grammaticale del testo.