scritto da Mariano Avagliano - 12 Luglio 2018 08:42

Un lato, l’altro e il Centro

Una partita a tre, quella va in scena adesso nei palazzi romani. Un lato, l’altro, e il Centro.

Un lato tira per sé, un altro prova a seguire oppure, talvolta, a rilanciare. E il centro.

Ci sono due parti che si disputano, a giorni alterni, la scena, anzi l’arena. Con trovate del tutto sorprendenti o dimenticate e ricicciate dall’eterno Passato Presente, che, alla fine, nient’altro è se non l’Eterno Ritorno dell’Uguale dell’insuperabile Martin Heidegger.

Fa caldo e si suda, quindi ci sta poca voglia di capire e interpretare, forse. Siamo pure stanchi, forse, di anni e anni di Infinita Campagna Elettorale.

Però, forse, qualcosina da dire c’è: va in scena anzitutto un confronto tra Voce Grossa e Voce Suadente, a volte Stridente, su due concezioni diverse di immaginare, almeno sembra, il futuro del Paese. Non sappiamo chi vincerà alla fine, o meglio, l’idea che si sta formando è che nessuno vincerà ma si proseguirà, forse fino alla fine, con un continuo gioco di bilanciamento tra le due parti. Che ci sta anche bene perché alla fine facciamo contento pure Montesquieu e il suo equilibrio dei poteri. Ma senza scomodare i Grandi Liberali. Basta semplicemente che alla fine ci ricordiamo quello che stiamo, la storia che portiamo, il posto in cui siamo.

L’Europa, ad esempio, è un tema su cui non ci sta molto da dire: fuori c’è il Nulla. Dentro ci sta caos, il momento non è dei migliori ma pure le coppie più floride conoscono momenti di grave burrasca per dirla all’antica non è bello, nsomma, se non è litigarello.

Il punto non è “farsi rispettare”, “alzare la voce”, contro qualcun altro. Il punto è anzitutto capire quale strategia di sviluppo, più o meno coerente, vogliamo regalare al nostro Paese. Fatto questo poi il percorso è abbastanza elementare: basta scegliere le cose che più facilmente ci portano dove vogliamo andare. E in quest’ottica è un tema fondamentale l’Europa: non è un peso da cui liberarsi ma anzi, da sempre, un’opportunità. Soprattutto per noi che ne siamo protagonisti e fondatori. E ancora non lo abbiamo scoperto e capito.

Pensiamo alla finale di Coppa del Mondo, alle vacanze, a Cristiano Ronaldo che sta per arrivare (e daje), a tutti quello che ci distrae da quest’anno che è stato abbastanza pesantuccio.

Magari però stavolta sotto l’ombrellone anziché dare addosso al vucumbrà o a chicchessia proviamo a fare un piccolo salto in avanti: proviamo a confrontare il sentito dire con qualche fatto, reale. Anziché buttarla come al solito in caciara, proviamo insomma a metter un poco di ciccia sul fuoco che ci sta pure bene essendo la Stagione delle Grigliate.

Proviamo a fare quello che nessuno, da anni fa: parliamo di contenuto e concretezza e non, solo, del contenitore.

Ha iniziato a scrivere poesie da adolescente, come per gioco con cui leggere, attraverso lenti differenti, il mondo che scorre. Ha studiato Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma e dopo diverse esperienze professionali in Italie e all’estero (Stati Uniti, Marocco, Armenia), vive a Roma e lavora per ItaliaCamp, realtà impegnata nella promozione delle migliori esperienze di innovazione esistenti nel Paese, di cui è tra i fondatori. Appassionato di filosofia, autore di articoli e post, ha pubblicato le raccolte di poesie “Brivido Pensoso” (Edizioni Ripostes, 2003), “Esperienze di Vuoto” (AKEA Edizioni, 2017).

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