Ma le carte bancomat e quelle di credito sono sicure?
È la domanda ricorrente che molti si fanno e alla quale non sempre si può rispondere con un sì.
In teoria dovrebbero essere sicure, ma in pratica qualche perplessità non si può nascondere.
Ovviamente molto dipende dall’utilizzatore, ma non si può escludere a priori che i sistemi siano esenti da falle.
Vediamo come stanno le cose.
Questi utilissimi sistemi di pagamento si basano su due componenti, uno fisico -la carta- e uno logico, il PIN (Numero di Identificazione Personale) costituito da una sequenza di caratteri numerici, generalmente cinque, collegato alla carta.
L’utilizzo della carta e del Pin consente il riconoscimento in rete del titolare, e dà allo stesso la possibilità di accedere in modo sicuro e protetto ai servizi messi a disposizione da banche e gestori di carte.
La stampa specializzata sostiene che proteggere carte bancomat e carte di credito è sempre meno facile in quanto esistono sistemi che sono in grado di rilevare, con meccanismi truffaldini, i dati sensibili accedendo alla banda magnetica delle carte e rilevando il PIN.
Se a questo si associa la disattenzione dei titolari per la custodia di carte e pin, o l’accondiscendenza degli stessi a richieste, mediante strumenti vari (W.app, telefonate, e-mail) di fornire tali dati, il gioco dei furfanti diventa facile.
Dunque la prima domanda da farsi è la seguente: siamo sicuri di proteggere adeguatamente i Pin di bancomat e carte di credito?
Quanti di noi conservano i pin accanto alle carte?
Quanti di noi non esitano a comunicare i dati telefonicamente, credendo che le richieste pervengano dalla banca o dal gestore della carta?
Poi ci sono sistemi truffaldini che non è facile scoprire per sfuggirli.
La stampa specializzata avverte che è sempre più frequente l’utilizzo di “immagini a infrarossi” per la rilevazione di impronte termiche, lasciate sui dispositivi di prelievo, per conoscere il pin.
Sono evenienze difficili da prevedere e da scoprire, alle quali ci si può sottrarre evitando, ad esempio, prelievi con carta bancomat dai POS esterni (quelli posizionati sulle strade); è preferibile, invece, utilizzare quelli posizionati all’interno dei locali i quali sono maggiormente sorvegliati.
E se ciò non è possibile, è opportuno evitare di prelevare, anche perché il pos-bancomat è ormai obbligatorio presso tutti i punti di vendita.
Ciò, ovviamente, non garantisce la sicurezza assoluta, ma almeno consente di individuare in quale momento è avvenuta la truffa.
Spesso di ciò si accorgono tempestivamente le stesse banche o le società di gestione delle carte di credito.
L’esperienza personale di chi scrive può essere di aiuto.
Qualche anno fa a Napoli, in pieno centro, venne acquistata una giacca, pagata con carta di credito emessa dalla banca; la mattina successiva la banca segnalò che qualche ora dopo era stata utilizzata la stessa carta per acquisto medicinali per circa 4oo$ presso una farmacia di una città statunitense, e la banca aveva bloccato di sua iniziativa la transazione e la carta.
Questo a conferma della affidabilità del sistema bancario.
Tornando alla nostra trattazione, è palese che l’utilizzo del rilevatore all’infrarosso è possibile applicarlo solo agli ATM esterni; ecco perché viene suggerito di evitare, se possibile, di utilizzarli, specialmente se ubicati in strade isolate o in locali non ben visibili dall’esterno.
La tecnologia all’infrarosso, utilizzata in passato nel campo della sicurezza, ora può essere usata per scopi meno ortodossi: consente di conservare l’immagine termica dei tasti premuti quando si digita il PIN; i truffatori, quindi, possono scaricare le immagini e usarle per risalire a questo codice.
È stato inoltre accertato che i tasti di plastica sono più vulnerabili, perché più idonei a trattenere la impronta termica rispetto a quelli di metallo.
Comunque è sempre bene essere guardinghi, evitare comportamenti sconsiderati, come eseguire operazioni al POS distraendosi per parlare a telefono, senza un minimo di cautela, come coprire con la mano la tastiera o lo schermo degli sportelli bancomat durante le digitazioni.
Ma non finisce qui.
Qualche tempo fa in Belgio è scattato l’allarme legato al comportamento di truffatori, spesso giovani, che si sono recati a casa di ignari clienti di banche per ritirare la carta bancomat e il relativo PIN.
Quelle più a rischio sono le persone anziane, più abbordabili, e comunque siamo a casi limite.
Secondo quanto raccontato dalla polizia belga, i truffatori fingono di essere impiegati della banca dove si possiede il conto.
Dopo un avviso telefonico che la carta di credito o bancomat deve essere sostituita si recano nelle abitazioni e chiedono ai malcapitati di dare loro carte e PIN affinché vengano rinnovati; una volta ottenuti possono così venire in possesso facilmente dei soldi sul conto.
Non è raro che in questo modo riescano anche a rubare gioielli e banconote tenute in casa.
Come difendersi da queste truffe?
Innanzitutto, con una prima preziosa intuizione: un vero impiegato di banca non verrà mai a casa per ritirare la carta bancaria o il codice PIN; inoltre la banca non chiederà mai il codice PIN, né per telefono, né per e.mail o SMS: quindi il PIN non va mai svelato.
In caso di furto, anche sospetto, occorre subito bloccare la carta e informare la banca.
Concludendo: dobbiamo essere costantemente guardinghi e non fidarci mai di nessuno; se si è soli in casa e alla nostra porta si presentano sconosciuti, meglio non aprire; se lo sconosciuto insiste e riesce a carpire la nostra fiducia, è preferibile che, prima di aprire, si chiami il vicino di casa e lo si faccia trattenere sull’uscio di casa per sicurezza.