scritto da Nino Maiorino - 12 Ottobre 2022 12:47

Storie di guerra: operazione tritacarne

Una riuscita operazione di disinformazione durante la seconda guerra mondiale

Si sa che le guerre non vengono combattute solo sui campi di battaglia con cannoni, bombe, missili e quant’altro la follia umana ha inventato, ma anche con informazioni e disinformazioni che tendono a portare fuori strada le “intelligence” del nemico.

Tecniche sempre utilizzate, sin dalla antica Grecia, quando la flotta spartana finse di lasciare le acqua antistanti Troia, lasciando sulla spiaggia il famoso cavallo.

La fine della Seconda guerra mondiale ebbe inizio con gli sbarchi delle armate alleate dalla Sicilia alla Normandia, ma tra le attività preparatorie delle operazioni di sbarco ebbero un ruolo cruciale i depistaggi che le forze armate alleate misero in campo per distogliere l’attenzione dell’esercito tedesco dalle località costiere degli sbarchi, tant’è che le difese tedesche vennero dirottate altrove.

Quella che vogliamo raccontare è la cosiddetta “Operation Mincemeat” –  Operazione tritacarne, così venne all’epoca denominata, nella quale il tritacarne non c’entra proprio nulla, a meno che non si intendano, figuratamente, i danni procurati all’esercito nemico.

La storia che raccontiamo sembra che sia stata la più riuscita operazione di disinformazione della seconda guerra mondiale in tema di depistaggio, allorquando gli ufficiali britannici realizzarono uno dei trucchi più sorprendenti e di successo nella storia dello spionaggio.

Nell’aprile del 1943, alcuni pescatori di sardine al largo delle coste della Spagna trovarono il corpo in decomposizione di un ufficiale britannico. I documenti personali rivelarono che il defunto era il capitano William Martin.

Tra i documenti trovati sul corpo in decomposizione del morto, oltre ai documenti di identità, vennero trovate le lettere che un ufficiale britannico a Londra aveva inviato ad un altro ufficiale in Tunisia.

In esse veniva comunicato che vi era un’imminente invasione alleata, attraverso il Mar Mediterraneo, contro obiettivi tedeschi in Grecia e Sardegna.

Le informazioni raccolte dalla rete di spionaggio nazista furono consegnate allo stesso Hitler che ordinò di trasferire un gran numero di truppe in Grecia in preparazione dell’imminente invasione.

Era tutto falso; la verità era che il corpo del morto era di un vagabondo gallese, e che era stato prelevato da un obitorio di Londra.

Dietro questo trucco c’erano gli ufficiali dell’intelligence britannica Charles Cholmondeley ed Ewen Montagu, i quali avevano creato di sana pianta William Martin utilizzando carte d’identità false, lettere personali false, ricevute, fatture, fotografie, e rifiuti di portafoglio.

Avevano attribuito al defunto un padre e una fidanzata, e gli avevano legato al polso una valigetta contenente documenti dall’aspetto ufficiale che dettagliavano che l’imminente invasione non sarebbe stata in Sicilia, ma in Grecia e Spagna.

La rete dell’inganno era così bene elaborata che le stesse spie di Churchill iniziarono a credere alla storia, ed era stata così ben pianificata e realizzata che i documenti infine furono presentati allo stesso Hitler, il quale li credette autentici.

Per gli inglesi, fu un grande successo, i tedeschi caddero nella trappola, le truppe tedesche furono schierate nel posto sbagliato lasciando la Sicilia senza difesa per l’invasione.

Fu uno dei trucchi più riusciti e strabilianti, consentì di salvare la vita di migliaia di soldati britannici, canadesi e americani, e accelerò anche la fine della guerra poiché Mussolini fu presto deposto.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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