scritto da Nino Maiorino - 01 Febbraio 2022 10:50

Pianeta Pandemia: il cacciatore di virus

Il Prof. Massimo Ciccozzi, infettivologo, è il direttore della Unità di statistica medica ed epidemiologica molecolare del Campus biomedico di Roma, ed è sulle tracce del Covud-19 da gennaio 2020, allorquando incominciò a indagare sulla provenienza del virus e il 20 di quel mese pubblicò il primo studio, che venne divulgato in tutto il mondo, col quale dimostrava che il virus è di origine animale ed era comparso già nel novembre precedente, ma non escludeva la possibilità che fosse in circolazione già da settembre.

Da allora il Prof. Ciccozzi ha pubblicato numeroso studi sulle riviste specializzate.

Di Massimo Ciccozzi , 64 anni, può ben dirsi che viene dalla gavetta; il padre era un fabbro di San Giorgio del Sannio (Bn), morì dopo aver insegnato al figlio come saldare con la fiamma ossidrica.

Il ragazzo dovette rimboccarsi le maniche e lasciare la facoltà di medicina per scienze biologiche, che non prevedeva la frequenza; per sostenersi agli studi incominciò a vendere jeans e magliette a Porta Portese a Roma. Nel 1987 venne ammesso all’Istituto superiore di Sanità vincendo un concorso come Tecnico di laboratorio.

Successivamente, sempre con grandi sacrifici, andò alla John Hopkins di Baltimora, dove gli venne offerto un posto di ricercatore.

“Mi avrebbero pagato dieci volte quello che percepivo in Italia, offrendo una occupazione a mia moglie e scuole di prestigio ai miei figli -ha detto durante una recente intervista rilasciata al mensile dello Spi/Cgil “Liberetà”- ma quella sanità, che curava soltanto i ricchi, non la sentivo mia”.

Così tornò in Italia, portando con sé il primo corso di “filogenesi, disciplina di cui è uno dei massimi esperti mondiali; la filogenesi è la storia dello sviluppo evolutivo degli esseri viventi, dalla loro comparsa fino al momento attuale (da Treccani)”.

L’eloquio di Massimo Ciccozzi colpisce per la semplicità con la quale descrive fenomeni complessi, segno che quei fenomeni li conosce talmente bene da poterli spiegare con parole semplici.

A chi gli ha chiesto se il virus sia nato in laboratorio, Ciccozzi ha risposto che esso, al 99,8%, è di origine naturale, ed è stato trasferito dal pipistrello all’uomo; per giungere a tale conclusione sono state ricostruite le sequenze genomiche del virus nell’uomo e nel pipistrello, fino al progenitore dei virus presenti in entrambi.

In sostanza Ciccozzi esclude l’ipotesi complottista del laboratorio; non si sa con certezza se il passaggio pipistrello-uomo sia avvenuto nel mercato di Wuhan, né che non ci sia stato un animale intermedio (cane, gatto, maiale, ecc.), ma è certo che sia avvenuto in Cina.

Potrebbe pure capitare che il virus del Covid-19 possa trasferirsi dall’uomo ad un altro animale, come avvenne con la Sars nel 2002: in quel caso non è stato identificato l’animale al quale la Sars si trasferì, che il virus ritenne evidentemente più adatto alla sua sopravvivenza.

Il Prof. Ciccozzi, insomma, introduce una prospettiva interessante: se il virus dovesse ritenere di avere più possibilità di sopravvivenza in un altro essere animale, potrebbe trasferirsi altrove liberando l’uomo.

Il problema potrebbe però essere un altro: il virus muta continuamente, e ogni mutazione è maggiormente contagiosa (così esso difende la propria esistenza), ed è per questo motivo che prima si è mutato in variante Delta, poi in variante Omicron (ora Omicron.2), per non parlare delle altre che hanno colpito paesi diversi dal nostro.

Quello che dagli studi emerge è che il Covid-19 ha una forte capacità di adattarsi alle mutazioni casuali che avvengono costantemente: è estremamente efficiente e ogni volta è in grado di partorire una versione più contagiosa, l’ultimo esempio è Omicron.

Il virus è un parassita che entra nelle cellule con il duplice scopo di infettare e moltiplicarsi, ma non di essere letale, perché uccidendo chi lo ospita si suicida: peccato che questo aspetto “positivo” è solo teorico.

Ma il Prof. Ciccozzi prosegue: “In circa trent’anni di lavoro non ho mai incontrato un virus così veloce nel propagarsi da un capo all’altro del mondo. L’influenza spagnola di un secolo fa impiegò diciotto mesi, il Covid ne ha impiegato appena tre. Certo …i mezzi di comunicazione oggi non sono gli stessi di allora, ci muoviamo in aereo, allora prendevamo la nave per andare negli Usa”.

“La variante inglese è diventata dalle sei alle otto volte più contagiosa del virus di Wuhan, e la variante Delta ha accelerato questa tendenza, ma fortunatamente la letalità è rimasta la stessa.

Per fare un paragone, la Sars del 2002 uccideva 9,8 persone ogni cento, il Covid-19 si ferma al 2%, e questo ci mette in condizione di prevedere che l’infezione diventerà endemica, tenterà a trovare un equilibrio con il nostro sistema immunitario, trasformandosi in una influenza stagionale che combatteremo vaccinandoci ogni anno, ma ciò avverrà solo con la spinta decisiva dei vaccini. A quel punto il problema non sarà avere il virus, ma limitarne la contagiosità per evitare nuove varianti che aggirino la difesa dei vaccini”.

Qualche previsione per il futuro: “La mia sensazione -dice il Prof. Ciccozzi- è che le prossime ondate saranno di tipo lineare e non più esponenziale, come accadeva prima dei vaccini”.

Nell’immediato Ciccozzi suggerisce alcune cose importanti da fare:

1) la Comunità scientifica deve uscire dalla “brutta comunicazione” alla quale assistiamo da mesi; lo spostamento di un dibattito scientifico dai convegni agli schermi della Tv è devastante, e questo in parte spiega la resistenza di tanti al vaccino;

2) rafforzamento della sanità territoriale, incominciando dai Medici di famiglia fino alle strutture ospedaliere;

3) costruire sul territorio una rete di sorveglianza tale da intercettare i focolai sul nascere;

4) uso delle mascherine e di tutte le altre misure di sicurezza messe in campo, divieto di assembramenti, rispetto delle norme igieniche e quant’altro;

5) vaccinarsi.

Ovviamente, quando i virologi parlano di vaccinazione, si riferiscono a tutte le popolazioni, comprese quelle più povere e arretrate molte delle quali hanno una bassissima percentuale di vaccinati: e questo, unitamente alla elevata mobilità odierna, espone tutte le popolazioni ad un aumento dei contagi, col rischio di non poter mai giungere alla immunità totale da tutti auspicata.

Una recente statistica ha messo in evidenza i seguenti dati vaccinali in alcuni paesi: Cina: totale vaccinati 85% della popolazione. Spagna: 82,16%. Italia: 78,50%. Francia: 77,01%. Regno Unito: 74,91%. Germania: 71,34%. Usa: 70,85%. India: 57,00%. Africa: 11,30%. Paesi alto reddito: 74,00%. Paesi basso reddito: 20,20%. Unione Europea: 71,50%. Mondo: 55,17%.

Ben vengano, quindi, le campagne vaccinali verso le quali spingono USA e UE, e che avrebbero un peso maggiore se anche i “giganti dell’Est”, Russia e Cina in testa, collaborassero di più.

Tutto quello che abbiamo scritto finora sul Prof. Ciccozzi, è stato dallo stesso dichiarato anche a varie Agenzie di stampa; quindi tutto ciò che ha dichiarato nella intervista rilasciata allo SPI-CGIL, ha avuto una grande diffusione.

Concludendo, a nostro avviso il discorso è interessante e comprensibile, ma, a parte alcuni suggerimenti pratici, e alcuni spiragli di speranza per il futuro, la maggioranza di quelle considerazioni lascia il tempo che trova: esse sono molto utili a fini di studio e di storia della virologia, ma non aiutano l’uomo esposto al contagio.

In pratica tutti veniamo sollecitati anche dal Prof. Ciccozzi a porre in campo azioni virtuose di autodifesa e, ovviamente, ad indirizzarci verso la vaccinazione, unico rimedio efficace, al quale tutti dobbiamo sottostare, nell’interesse nostro e di chi ci circonda.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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