Il picco dei contagi è previsto per Natale
Il Natale di quest’anno, oltre a presentarsi con tante preoccupazioni di varia natura, si presenta con un ulteriore assillo, derivante alla nuova variante del Covid 19, denominata JN1, che fa seguito alla precedente Omicron, e che si sta diffondendo in Italia e in Europa.
E il picco dei contagi è previsto proprio durante le festività natalizie.
Dovremmo essere immunizzati da questo continuo susseguirsi di varianti, perché è dal 2019 che le stiamo subendo, ma stiamo vivendo con la speranza che questa progressione costante di varianti si arresti, speranza che finora, per ben quattro anni, è rimasta delusa
Quindi l’allarme Covid torna a rovinare le vacanze di Natale agli italiani e non solo.
In questi giorni sta salendo nuovamente l’allerta per la diffusione della nuova variante JN.1 che presenta caratteristiche simili alle precedenti Alpha e Beta, le due varianti che maggiormente hanno colpito la popolazione mondiale nei primi mesi della pandemia.
Individuata per la prima volta in Lussemburgo, si sta diffondendo a macchia di leopardo sia nel Regno Unito che nell’Europa continentale.
Al momento sembra che siano stati registrati non molti casi in Italia, ma la preoccupazione è alta, soprattutto in vista del prossimo periodo di feste.
Scopriamo insieme cosa sappiamo e quali sono i sintomi di questa nuova variante.
Si tratta in sostanza di una sotto-variante di Omicron Pirola, emersa in Lussemburgo e poi diffusa tra Stati Uniti, Regno Unito e Francia a partire già dallo scorso agosto.
Il suo punto di forza è quello di riuscire a infettare le cellule con più semplicità rispetto ad altre varianti.
Non a caso, al 4 dicembre scorso nel solo Regno Unito si contavano già 302 casi (su più di 3600 a livello globale), con una tendenza in significativo rialzo.
Le mutazioni presenti in questa variante potrebbero permetterle di sperarele difese del nostro sistema immunitario, riuscendo a replicarsi in maniera più rapida e quindi ad allargare il raggio della propria diffusione.
Tuttavia, dal punto di vista sintomatico non dovrebbe cambiare molto rispetto alle altre, e anche per questo al momento l’allarme sembra piuttosto contenuto, anche se nell’ultima settimana sembra che i contagi siano aumentati di molto e la paura si sta diffondendo.
Fermo restando che fino ad oggi in Italia la variante più diffusa è stata Eris, seguita da altre sotto-varianti di Omicron quali Kraken, Pirola o altre non ancora ribattezzate (JG.3, XBB 1.9, HV.1), al momento gli esperti non sembrerebbero molto in allarme.
Nonostante sia infatti molto rapida nel diffondersi e nel contagiare, la nuova variante non presenterebbe un quadro sintomatico differente o più grave rispetto ad altre varianti.
Scendendo sul pratico, andiamo a vedere quali sono i sintomi più comuni: febbre, brividi, tosse, spossatezza, respiro difficoltoso, dolori muscolari, mal di testa, congestione nasale, diarrea, perdita del gusto o dell’olfatto.
Tutti sintomi non sono troppo dissimili da quelli dell’influenza stagionale, e per questo non hanno indotto gli esperti a lanciare alcun grido di allarme.
Ad ogni modo il virologo Fabrizio Pregliasco, intervistato da AdnKronos, ha invitato a mantenere alta la prudenza: “Credo serva attenzione, siamo in una fase di crescita che i dati epidemiologici non mettono così in evidenza perché c’è sicuramente una sottostima, ma è osservabile da tutti e potrebbe proseguire per almeno 3-4 settimane”.
Contro il diffondersi delle varianti del virus il vaccino è sempre il rimedio più efficace.
La Circolare del Ministero della Salute dello scorso 27 settembre fornisce istruzioni e raccomandazioni per la somministrazione del vaccino, che è raccomandato per le seguenti categorie:
- Persone di età pari o superiore a 60 anni.
- Ospiti delle strutture per lungodegenti.
- Donne in gravidanza o nel periodo “post-partum” (anche in allattamento).
- Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza.
- Studenti di medicina e delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione.
- Persone, dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19.
- La vaccinazione è consigliata anche a familiari, conviventi e caregiver (prestatore di cura: individua la persona responsabile di un altro soggetto dipendente, anche disabile, di cui si prende cura).
- A richiesta e previa disponibilità di dosi, la vaccinazione è disponibile anche per coloro che non sono a rischio.
Come di consueto, le regole variano da Regione a Regione.
Tranne pochissimi casi, tutte le Regioni sono pronte per le somministrazioni, con possibilità di vaccinazione non solo per gli anziani e fragili ma anche per tutti i maggiorenni, quando non anche in età pediatrica.
Di seguito indichiamo, per le Regioni Campania e Calabria, tutti i contatti per prenotare, con le regole locali.
Se a qualcuno occorrono riferimenti per le altre Regioni, può telefonare all’Asl di competenza, oppure collegarsi al link “ https://www.wired.it/article/vaccino-covid-19-come-prenotare-regioni/ ”.
Regione Campania.
Per informazioni sulle somministrazioni della nuova dose di vaccino Anti Covid-19 bisogna visitare il sito web della ASL di appartenenza. Si parte con le categorie di soggetti per i quali è raccomandato il richiamo, ma i cittadini possono comunque rivolgersi al proprio Medico di Medicina Generale, al Pediatra di Libera Scelta e alle farmacie private.
Ogni ASL ha i suoi riferimenti.
Ad esempio, l’ASL Napoli 2 Nord ha individuato cinque centri vaccinali (a Mugnano, Afragola, Casavatore, Monteruscello, Forio di Ischia) con prenotazione via email all’indirizzo “ prenotazionevaccinocovid19@aslnapoli2nord.it ” , indicando nome, cognome, codice fiscale e numero telefonico.
Allo stesso link è possibile avere tutti i recapiti delle varie ASL campane.
Regione Calabria
In Calabria la campagna vaccinale 2023/2024 è al momento limitata alle fasce a rischio, con somministrazione in farmacia e dal medico di base.
Negli altri casi, non è ancora possibile prenotarsi.