Napoli segreta e insolita: l’“Ospedale delle bambole”
Questa è una chicca che in non molte altre città si può trovare, specialmente con i tempi che corrono, durante i quali tutto viene sacrificato sull’altare del consumismo.
Un paio di scarpe da risuolare? Non se ne parla, il costo della riparazione quasi sempre supera il prezzo di un paio di scarpe nuove, e allora si buttano le vecchie e si corre ad acquistare le nuove; e non ci si preoccupa di una categoria economica come quella dei ciabattini, che si avvia a scomparire.
Probabilmente siamo in un paese di esasperati, nel quale tutti sembrano indaffaratissimi a fare tanto, sembra che tutti noi sosteniamo il mondo, …salvo poi a ritrovarci in massa seduti ai tavolini dei bar a perdere tempo: ma è l’apparenza che conta, o magari il desiderio di realizzare qualcosa ma senza impegnarsi più di tanto.
(Foto tratta dal sito istituzionale)
Probabilmente non molti sanno che a Napoli esiste “L’ ospedale delle bambole”, una antica bottega recentemente diventata museo, nella quale ad accoglierti, oltre a tantissimi pezzi di bambole sparsi per tutto il piccolo laboratorio, le artigiane ti spiegheranno come funziona e come vengono riparate bambole e peluches.
Durante la visita si rimane colpiti dal modo in cui le artigiane ti spiegheranno con passione il loro lavoro e la bellezza di alcune opere esposte.
L’ “Ospedale delle bambole” è in Via San Biagio dei Librai 39, pieno centro storico, a pochi passi da Via San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori natalizi.
L’ “Ospedale delle bambole” è davvero un luogo incredibile perché è la perfetta rappresentazione dell’artigianato, della passione per il recupero anche di oggetti che altri considerano senza valore, la concreta rappresentazione dell’arte napoletana.
Luigi Grassi, il fondatore (da Wikipedia)
Il fondatore dell’ “Ospedale delle bambole” è stato Luigi Grassi, uno scenografo dei teatri di corte e dei teatrini dei pupi napoletani.
Nel 1895 diede vita a un piccolo laboratorio per la costruzione delle sue scenografie e per la riparazione ed il restauro delle attrezzature usate negli spettacoli teatrali.
Inoltre effettuava interventi anche su giocattoli, oggetti di culto delle chiese di Napoli, burattini e varie maschere.
In seguito alla riparazione di una bambola rotta ed alle doti del Grassi come aggiustatore, la bottega divenne un punto di riferimento per l’intera città, e non solo per la riparazione delle bambole, in un’epoca in cui non esisteva ancora il consumismo di massa.
In seguito all’accumulo di svariati pezzi di ricambio presenti in negozio e siccome il Grassi operava con addosso sempre un camice bianco, la gente iniziò a chiamare quel posto “ ‘O spitale d’é bambule -l’ospedale delle bambole”.
Dopo di lui, la gestione passò al Figlio Michele Grassi che operò anche durante gli anni della seconda guerra mondiale; in un periodo di grande povertà, Michele riparava le bambole “al prezzo di un sorriso”; con lui, sua moglie Giovanna si occupava di trucco, “parrucco” e sartoria.
L’esposizione, strutturata come un vero e proprio ospedale, ha diverse corsie: il Bambolatorio è il reparto in cui si ricevono le donazioni da parte dei visitatori; i reparti dove si eseguono le operazioni di abbellimento sono la Sartoria, il Trucco, la Parruccheria; quelli dove si effettuano le riparazioni sono l’Oculistica, in cui si curano i meccanismi di pesi e bilanciamento che permettono l’apertura, chiusura e rotazione degli occhi, l’Ortopedia, il Decoro, la sala Gessi e quella di Meccanica.
Ulteriori reparti sono la Sala Accettazione, il Pronto Soccorso, l’Ambulatorio Veterinario Peluche, il Reparto Vestitura ed il Reparto Restauro Sacro.
Una delle specializzazioni dell’ “Ospedale” è quella riguardante la riparazione dei Peluche.