scritto da Carolina Milite - 08 Maggio 2023 12:47

Lina Merlin, la prima donna eletta al Senato della Repubblica Italiana

Fu una delle poche insegnanti che si rifiutarono di prestare giuramento al fascismo e per questo motivo fu mandata al confino il Sardegna

Lina Merlin, all’anagrafe Angelina, è stata la prima donna a essere eletta al Senato della nascente Repubblica Italiana il 18 aprile del 1948. Il suo nome è legato alla celebre Legge Merlin che nel 1958 stabilì la chiusura delle case di tolleranza e l’introduzione di sanzioni per lo sfruttamento della prostituzione, ma lei è stata tanto, tanto altro.

Nacque a Pozzonovo, in provincia di Padova, il 15 ottobre 1887. Il padre, Fruttuoso Merlin, era segretario comunale a Chioggia – dove Lina visse l’infanzia e la giovinezza – e la madre, Giustina Poli, maestra. Conseguita la maturità magistrale presso l’istituto delle Suore Canossiane, si trasferì a Grenoble, in Francia, dove conseguì la laurea in Letteratura Francese. Anche lei seguì la strada materna e a vent’anni iniziò a lavorare come maestra; al termine della Prima Guerra Mondiale si iscrisse al Partito Socialista, iniziando a collaborare al periodico ‘La difesa delle lavoratrici’,primo periodico nazionale delle donne socialiste fondato da Anna Kuliscioff. Scrisse sulla condizione delle donne, sul diritto di voto, sul lavoro femminile.

Collaborò con il deputato socialista Giacomo Matteotti e dopo il suo assassinio, in meno di ventiquattro mesi venne arrestata cinque volte. Fu una delle poche insegnanti che si rifiutarono di prestare giuramento al fascismo e per questo motivo fu mandata al confino il Sardegna per cinque anni. Dopo l’8 settembre del 1943 entra nella lotta di Resistenza e prese parte a diverse azioni, rischiando più volte la vita, come quando, catturata dai nazisti, era riuscita a sfuggire con uno stratagemma. Contribuì alla nascita dei Gruppi di Difesa della Donna e, dopo la Liberazione, entrò a far parte della direzione del suo partito che le affidò, durante il governo regionale lombardo del Cln Alta Italia, la riorganizzazione delle scuole, nominandola vicecommissaria all’istruzione.

Nel 1946 fu una delle ventuno ‘madri costituenti’. Prima donna eletta al Senato italiano, ha collaborato alla stesura della Costituzione. A lei si devono le parole dell’articolo 3: “Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso“, con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna, che è stato sempre l’obiettivo principale della sua attività politica, e l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge.

A Lina Merlin si deve anche l’abolizione dell’indicazione di “figlio di NN” (Nomen Nescio) che veniva apposto sugli atti anagrafici dei bambini dai genitori ignoti, l’equiparazione dei figli naturali ai figli legittimi in materia fiscale, la legge sulle adozioni che eliminava le disparità tra figli adottivi e biologici e la soppressione definitiva della cosiddetta clausola di nubilato nei contratti di lavoro, che imponeva il licenziamento alle lavoratrici che si sposavano. 

Uno dei punti cardine della sua opera politica è stata la battaglia per abolire la regolamentazione statale della prostituzione. Un lungo iter parlamentare, durato dieci anni, durante il quale emersero arretratezze culturali, ipocrisie e falsi moralismi e che venne discussa in aula quasi sempre in seduta segreta, perché si riteneva più opportuno e dignitoso evitare una discussione alla presenza della stampa e del pubblico. “Questo Paese di viriloni che passano per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli! Inoltre, che giovani son questi che per avere una donna devono farsela servire su un vassoio come un fagiano?”.

Non erano tempi facili per una donna al potere in un’epoca in cui la si voleva ancora relegare al ruolo di angelo del focolare.

Nel 1961 quando il Partito Socialista si rifiutò di ripresentare la sua candidatura, lei reagì strappando la tessera. Entrata nel gruppo misto, si è ritirata dalla vita politica a 77 anni. “Le idee sono sì importanti, ma camminano con i piedi degli uomini, e io non ne posso più di fascisti rilegittimati, analfabeti politici e servitorelli dello stalinismo”.

È morta a Padova il 10 agosto 1979. Nel maggio 2021 è stato scoperto in Senato un suo busto in bronzo.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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