scritto da Nino Maiorino - 26 Agosto 2023 06:32

I personaggetti

Quando pensiamo ai personaggi che stiamo per raccontare e alle loro ultime bravate, non possiamo non ricordare immediatamente il termine riesumato dal Presidente della Regione Campania, qualche anno fa, una delle “perle” di Vincenzo De Luca, che il nostro amico “Gennarino Pandemia”, il quale spesso compare anche su questo giornale trasmettendo le telefonate che fa a vari personaggi, chiama col nomignolo di “bbicienzo”, e inizia “uhè, bbicie’, cumme staie…”,

Ma così come ai comici si può perdonare tutto, specialmente quando essi dalla loro professione ufficiale vengono prestati al mondo dello spettacolo, come nel caso di Gennarino Pandemia, così ci auguriamo di essere perdonati dai personaggi che coinvolgeremo in questo discorso, con i quali non saremo certamente morbidi e benevoli.

Prima di ogni altra cosa vogliamo chiarire cosa intendiamo per “pigmei” e “giganti”, ovviamente non ci riferiamo solo alla loro statura politica, ma pure a quella fisica: prendiamo il “gigante” Crosetto, che lo è non solo per la sua statura (sembra che superi il metro e 90 e ce lo ricordiamo quando prendeva in braccio, come se fosse un fuscello, l’attuale Premier Giorgia Meloni) ma anche per la serietà con la quale riveste il ruolo di Ministro della Difesa, e riteniamo che la Meloni, purtroppo per lei, non abbia tanti altri Ministri che possono competere con lui, altezza a parte.

Nel caso specifico, vale a dire la baraonda che è capitata con la pubblicazione del libro di Vannacci, è bene sapere che il Ministro Crosetto, prima di prendere i provvedimenti contro il Generale, ha ritenuto doveroso consultarsi con il Presidente Mattarella.

Il quale, per ricordarlo agli smemorati, istituzionalmente è anche il più alto rappresentante delle Forze Armate del paese: in base all’art. 87 della Carta costituzionale “… il Presidente della Repubblica ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa, costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”.

Quindi il Ministro Crosetto ha agito nel pieno rispetto della Costituzione dopo che Mattarella gli ha dato il suo ok.

E nel caso Vannacci questo è l’unico elemento chiaro che individuiamo, perché tutto il resto è fuffa in quanto, intorno a Vannacci compaiono “Personagetti” che sembrano dei pigmei, e non solo dal punto di vista fisico.

In questa accozzaglia di figure vien quasi da dire che, accanto a Crosetto, l’altro che fa la figura del gigante è proprio il Generale defenestrato, il quale quanto meno ha posizioni chiare, sull’esercito, sui gay, sull’aspetto fisico di atlete di colore nonostante italiane, e su tutte le altre corbellerie che ha pubblicato nel suo libello, grazie al quale ha avuto una notorietà e ha guadagnato, in virtù delle oltre 20mila copie vendute, anche una notorietà che in trent’anni di onorata carriera militare non ha avuto, nonostante le tre lauree, le missioni all’estero e in patria e le tante altre benemerenze che vanta.

Ovviamente, come avviene in questo paese, intorno al caso Vannacci, si sono scatenate tutte le forze politiche, di destra e di sinistra.

E quelle di destra non hanno fatto gran bella figura, perché non hanno avuto, con qualche eccezione, il buon senso di tacere, anzi.

Molti si sono scatenati contro il Ministro, con critiche che in alcuni casi hanno sfiorato il ridicolo, come le uscite fatte da quel Donzelli, che è quasi un portavoce della destra meloniana, e del quale conosciamo le precedenti prodezze compiute qualche mese dopo l’insediamento del nuovo parlamento, quando estorse all’amico che coabitava con lui, l’attuale sottosegretario alla Giustizia Del Mastro, il testo secretato riguardante il caso Cospito, l’Anarchico detenuto in regime di 41.bis.

Il parlamentare Donzelli, il 31 gennaio scorso, utilizzò quel documento, sottoposto a segreto, per fare una piazzata nell’aula parlamentare contro alcuni deputati del PD colpevoli di aver fatto il loro dovere, legato alla carica, di far visita in carcere ad alcuni detenuti.

Ovviamente l’episodio fece scalpore, ma Donzelli si era volontariamente qualificato come uno sprovveduto, purtroppo è ancora al suo posto, ma il suo viso e la sua capigliatura sono  inconfondibili e sembra che sia guardato a vista da alcuni parlamentari del suo gruppo, incaricati dalla Premier, per evitare che faccia altri danni.

Ma la crepa creata da Donzelli l’hanno allargata anche altri parlamentari di destra, come Tommaso Foti di FdI, e Augusta Montaruli FdI (recentemente condannata per peculato) che hanno dichiarato “No ai ricatti morali”, e ad essi si è unito pure Vittorio Sgarbi secondo il quale “questo si chiama regime”, il che detto da Sgarbi, che di quel regime fa parte, è quanto meno una battuta di spirito.

E così ci siamo liberati di altri “Personagetti”.

Per quanto riguarda le forze di sinistra, non si è ben compresa la loro posizione, nebulosa come di consueto.

L’unico ad aver espresso chiaramente e con determinazione il suo punto di vista è stato il Parlamentare Nicola Frantoianni, di Sinistra Italiana, sposando peraltro le tesi della destra: bel risultato!

Ma andiamo ora al nocciolo della questione, e cioè la libertà di pensiero e di espressione che è costituzionalmente garantita.

Infatti l’art. 21 della nostra Costituzione sancisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

In tal senso sembra che a nessuno possa essere negato il diritto di libera espressione di ciò che pensa, e su questo non c’è dissenso.

Ma, a nostro parere, occorre precisare che un Generale dell’esercito non si può paragonare al semialcolizzato cliente di un bar di quart’ordine che, tra un bicchiere e l’altro, spara qualche frecciatina contro il Governo, il Sindaco o chicchessia.

Se un collaboratore di questo giornale, ad esempio, criticasse lo stesso o il suo direttore, farebbe una figura più che meschina, e se venisse cacciato a pedate non sarebbe male.

Un Generale dell’Esercito non avrebbe dovuto permettersi di esprimere quei suoi giudizi, perché il peso degli stessi, considerato da chi espressi, è molto più gravoso delle frecciatine del semialcolizzato al bar.

In sostanza c’è di mezzo la dignità del ruolo di una persona, che non dovrebbe mai venire meno.

La bufera scatenata dal Generale Vannacci ha sortito un effetto che inizialmente anche lui aveva sottovalutato, vale a dire le mire di quelle forze politiche, come la Lega di Salvini, che sono sempre pronte a “pescare nel torbido”, a sfruttare ogni occasione per porre inciampi al Governo, al Parlamento e al Paese.

E, infatti, immediatamente le formazioni di estrema destra, come Ordine Nuovo, che Salvini e Meloni non rinnegano, ha proposto al Generale Vannacci di candidarsi alle prossime elezioni europee.

Sembra che Vannacci non ci abbia mai pensato, non siamo certi che continuerà su questa strada.

Un fatto, però, è certo: quello che sembrava un caso da sottovalutare, si è quasi trasformato in uno tsunami che sta recando non pochi danni anche alla nostra credibilità internazionale, già ampiamente compromessa.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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