Quando si leggono delle notizie particolari viene in mente una barzelletta che di tanto in tanto ricompare in rete.
Un uomo muore e va all’inferno. Qui c’è Satana che gli fa una proposta: “Puoi scegliere se andare all’inferno tedesco o a quello Italiano; all’inferno tedesco starai tutto il giorno con una pala a spalare cacca”. E l’uomo: “E a quello Italiano?”. E Satana: “Starai tutto il giorno con una pala a spalare cacca”. L’uomo: “Ma quello italiano è uguale a quello tedesco!”. Satana: “Beh, vedi, non è proprio così. In quello italiano un giorno manca la pala, un giorno manca la cacca…”.
Qualcuno si chiederà quale è il collegamento tra la barzelletta e la notizia appena comparsa sui giornali web che riguarda la proibizione, nello stato americano della Florida, dei social fino all’età di 14 anni.
Lo spiegheremo in seguito.
Il problema esiste in tutti i paesi ricchi le cui famiglie possono permettersi di avere lo smartphone, a volte vi sono famiglie nelle quali ciascun componente ha il suo.
Negli ultimi anni, la crescente presenza dei social network nella vita quotidiana ha sollevato numerose preoccupazioni riguardo alla sicurezza online dei minori.
Tutti ne parlano e si discute molto sui pericoli per bambini e ragazzi, ma pochi hanno affrontato il problema seriamente e radicalmente.
Da noi ci si limita alla proibizione durante l’orario scolastico, ma in tanti casi si delegano i responsabili degli istituti scolastici a regolarne l’utilizzo, spesso tra le contestazioni dei genitori.
La sicurezza online è diventata una preoccupazione sempre più pressante per genitori, educatori e legislatori. I social network offrono una piattaforma per la connessione e la condivisione, ma anche una potenziale esposizione a rischi significativi.
Il dibattito sulla regolamentazione dell’accesso di bambini e ragazzi ai social media ha portato a diverse iniziative legislative in alcuni stati degli Stati Uniti.
Ora in Florida i social sono vietati ai minori di 14 anni con una delle più recenti e dibattute leggi appena approvata.
La legge è stata proposta con l’intento di proteggere i minori dall’esposizione a contenuti dannosi e dalla possibilità di interazioni pericolose online.
Il testo della legge specifica chiaramente che i social network più diffusi, come Facebook, Instagram, Twitter e TikTok, sono soggetti ai suoi rigori.
Secondo i sostenitori della legge, l’età minima di 14 anni è stata scelta perché rappresenta un punto di svolta nello sviluppo cognitivo dei ragazzi, offrendo loro una maggiore capacità di discernimento e una maggiore consapevolezza dei potenziali rischi online.
La legge della Florida mira a mitigare questi rischi introducendo una barriera di protezione che impedisce ai bambini al di sotto dei 14 anni di accedere ai social network.
Tuttavia, mentre questa mossa è stata accolta positivamente da molti, c’è anche un dibattito sull’efficacia di tale regolamentazione, e ha generato controversie e critiche da parte di alcuni esperti di sviluppo infantile e di libertà digitali.
L’impatto della legge che vieta l’accesso ai social network per i minori di 14 anni, quindi, è stato significativo e ha suscitato reazioni contrastanti.
Da un lato, molti genitori accolgono con favore questa iniziativa come un passo avanti nella protezione dei propri figli dai pericoli online, compresi il cyber-bullismo, il grooming (adescamento di minori – ndr) e il contenuto inappropriato.
Dall’altro lato, ci sono coloro che temono che la legge possa limitare la libertà di espressione e di accesso all’informazione dei giovani.
Alcuni esperti sostengono che la soluzione non risiede tanto nel vietare l’accesso, ma nell’educare i giovani sull’uso responsabile e sicuro di internet, fornendo loro gli strumenti necessari per navigare in modo consapevole nel mondo digitale.
La legge solleva anche questioni legali ed etiche riguardo alla regolamentazione dell’accesso ai social network.
Molti si chiedono se tale restrizione sia conforme al principio costituzionale della libertà di espressione e se possa essere considerata una forma di censura.
Inoltre, c’è preoccupazione per la possibilità che i minori cerchino sistemi per aggirare il divieto, esponendoli a rischi ancora maggiori.
Indipendentemente dalle opinioni contrastanti, è chiaro che la sicurezza online dei minori è una sfida complessa che richiede un approccio sistemico, globale, interdisciplinare e collaborativo da parte di genitori, educatori, legislatori e piattaforme digitali.
L’equilibrio tra protezione e libertà è fondamentale per garantire un ambiente online sicuro e inclusivo per tutti.
E la legge approvata in Florida è un esempio anche per il nostro paese: ma qui casca l’asino e torniamo alla barzelletta iniziale.
Perché, l’applicazione della legge approvata in Florida non è certamente semplice, ma negli USA le leggi sono sacre, e chi è deputato alla loro applicazione non va tanto per il sottile, prima o poi un sistema per farla applicare lo trova e le garanzie costituzionali non sono facilmente aggirabili come da noi.
Qui in Italia una legge analoga, pure se necessaria, sarebbe difficile prima di tutto farla approvare, e poi impossibile farla applicare.
E qui torniamo alla barzelletta, e “intelligenti pauca”.