scritto da Carolina Milite - 05 Dicembre 2024 14:04

5 dicembre, la notte dei Krampus i demoni di San Nicola

Questa figura antropomorfa metà capra e metà demone che risale all'epoca precristiana è l'anti-San Nicola che punisce i bambini che si comportano male

La notte tra il 5 ed il 6 di dicembre, è denominata la Krampusnacht, ovvero la notte nella quale i krampus, spaventosi demoni che affiancano San Nicola nella tradizione mitteleuropea, scendono dalle montagne per aggirarsi per le strade suonando corni, campanacci legati sull’addome, tamburi e brandendo la frusta fatta con i ruten, fasci di rami di betulla, contro impauriti passanti.

Questa figura antropomorfa metà capra e metà demone che risale all’epoca precristiana, è l’anti-San Nicola che punisce i bambini che si comportano male, a differenza di San Nicolò, che ricompensa il “buoni” con doni. Coperti di pelliccia e di pelli di capra, le quali spesso sprigionano un odore molto particolare, e celati dietro grottesche maschere, i Krampus sfilano per le strade dell’Alto Adige, del Tirolo, ma anche nella Carnia, Pontebba e Tarvisio, alla ricerca di bambini e adulti cattivi o in cerca di offerte in cambio di buoni auspici per l’anno che sta per arrivare.

L’origine della lunga notte dei Krampus si perde nella notte dei tempi. Di certo si sa che ha origine da credenze pagane ed è legata ai festeggiamenti del solstizio invernale. Con le loro grida e il rumore dei campanacci, i Krampus cercavano di scacciare gli spiriti maligni dell’inverno. I Krampus tradizionalmente picchiavano i bambini con rami o regalano loro carbone. In alcuni casi, la leggenda narra che il Krampus li mangiava o li portava all’inferno. Il loro nome pare derivi dall’ alto tedesco Krampen, che significa “artiglio”, e secondo la leggenda è il figlio di Hel, il dio norreno degli inferi. Solitamente, sono gli uomini a indossare le inquietanti maschere, ma esiste anche la figura femminile pco nota della Krampa.

Probabilmente i Krampus derivano dalla venerazione di un dio pagano, che è stato assimilato al diavolo cristiano. E’ plausibile che il dio pagano sia Cernunnos, la cui più antica immagine si trova tra le incisioni rupestri della Val Camonica, e risale al IV secolo a.C. Altra divinità preromana potrebbe essere Vidadus, venerato nell’area dell’odierna Bosnia. La figura di questi dei è stato poi romanizzata e identificata con il Dio Silvano, di aspetto umano, ma con cosce e gambe di caprone e corna sulla fronte.

Per dare un senso alla cristianizzazione di un culto pagano così distante dalla liturgia cattolica la chiesa inventò una leggenda dal nulla: “Tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi, derubandoli delle provviste per la stagione invernale. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra. Venne chiamato il vescovo Nicolò per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male”.

Ovviamente San Nicola, originario di Bari e vescovo di Myra, nell’odierna Turchia, non andò mai nelle Alpi, ma questa leggenda bastò a “legittimare” la figura dei Krampus.

Nelle tradizioni italiane del nordest, ancora oggi, il proverbio dice: “Se no te sarà bûn te ciaperà el krampus”. Figure simili sono ravvisabili nel Krampf friulano e nello Sgriful lombardo.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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