Oggi, 4 dicembre, si celebra Santa Barbara, patrona dei Vigili del fuoco, della Marina e del Genio militare, dei geologi, dei montanari, dei minatori e degli architetti.
Il culto di Santa Barbara è diffuso in tutta l’Italia e nel mondo e a lei sono legate molte leggende e tradizioni. Una di esse è quella detta dei “rami di Santa Barbara”, legata alle più antiche tradizioni contadine, la quale vuole che il 4 dicembre si taglino i rami di alberi da frutto (ciliegio o anche di melo, pero, prugno, nocciolo, e anche gelsomino o biancospino), stendendoli in acqua tiepida per una notte. Il giorno successivo verranno disposti accanto al presepe in un vaso con acqua a temperatura normale, da cambiare ogni 3 giorni. Il giorno di Natale questi rami saranno coperti di bei germogli e potremo osservare la “miracolosa” fioritura.
E’ soprattutto nei Paesi germanici che vi è un forte culto e una grande devozione per Santa Barbara. Qui nei tempi antichi per Barbarazweig (festa del ramo di santa Barbara), le giovani non sposate tagliavano i rami di ciliegio e, se il ramoscello fosse fiorito per Natale, era di buon presagio e indicava che la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno successivo. In Francia e Ucraina, invece, si piantano al caldo due o più chicchi di grano, e se essi crescono per la vigilia di Natale, vuol dire che il raccolto di quell’anno sarà abbondante. In molti convergono sull’ipotesi che questa tradizione risalga a un’altra pagana di epoca romana. Verso metà dicembre i nostri antenati, vedendo che le ore giornaliere di luce ricominciavano ad aumentare mettevano le diverse varietà di semi in qualche ciotola, li lasciavano germogliare e li allineavano nel terreno ai bordi dei campi, per ‘far vedere’ alla terra come fare a riprendere vita.
In Grecia Santa Barbara viene festeggiata con preparazione di dolci e di zuppe a base di grano. La sera del 4 dicembre, nelle chiese di Cefalonia nella particolare e suggestiva cerimonia dell’ esperinòs, il pope benedice la spernà, che è una zuppa di grano alla quale vengono aggiunti: uvetta, semi di melagrana, noci, mandorle, sesamo, cannella, garofano e noce moscata. Essendo l’autunno la stagione in cui la natura cade in letargo, la zuppa viene preparata per augurare prosperità in casa dalle vergini e dalle giovani nubili, come ex voto alla santa, affinché le aiuti a trovar marito.
Da Costantinopoli, invece, arriva la “Asoures” che è una zuppa di grano profumata all’acqua di rose, della tradizione culinaria ottomana. Il grano viene bollito è condito con uvetta, albicocche secche, semi di melograno, datteri, pistacchi di Egina, fichi secchi, mandorle, noci, pinoli, e per finire in bellezza, petali di rose.