Sui fischi a Gigi Riva
Rombo di Tuono si è spento a 79 anni, il 22 gennaio alle 19.15. La notizia si è diffusa solo un'oretta dopo, con la partita già iniziata ma, tra un tempo e l'altro, si è riusciti a rendere omaggio al grande campione. Per modo di dire.
A volte si direbbe che esista una sorta di karma universale che muove le sue pedine e i cui effetti si riflettano su piccola e larga scala. Chiamatela coincidenza ma la dipartita del compianto Gigi Riva nel giorno e nel momento in cui si stava disputando la supercoppa italiana a Riyad pare un gioco del destino.
Rombo di Tuono si è spento a 79 anni, il 22 gennaio alle 19.15. La notizia si è diffusa solo un’oretta dopo, con la partita già iniziata ma, tra un tempo e l’altro, si è riusciti a rendere omaggio al grande campione. Per modo di dire. Perché nel momento in cui è apparso sul maxischermo, il pubblico presente allo stadio – quasi tutto – ha cominciato a fischiare. I fischi sono stati parzialmente attenuati da qualche applauso. Troppo poco, la vergogna in mondovisione è stata servita.
Ma cosa c’entra il karma? Ebbene, la scomparsa di Riva ha squarciato come un fendente la tela di raso d’ipocrisia che infagotta l’Ancient regime del calcio nostrano che, per qualche milioncino, ha portato una manifestazione italiana (dal formato osceno) in un mondo dagli usi e costumi totalmente diversi. Per gli arabi non è contemplato il minuto di silenzio per commemorare i defunti. Bisogna giocare e basta, il raccoglimento è una superfetazione, un impedimento al giuoco del calcio.
“Siamo qui per vedervi giocare e giocate!”
L’orribile cacofonia prodotta dagli spettatori di Riyad verso un simbolo della nostra nazionale è solo la punta dell’iceberg di un mondo calcistico ormai gravemente malato; la curiosità è sentire che ne pensino Gravina, De Siervo, Casini e tutti gli antichi regnanti che governano questo regno putrescente. La verità è che il re non sarà mai nudo per loro ma vestirà sempre con abiti dalla stoffa pregiatissima.