scritto da Nino Maiorino - 11 Febbraio 2021 12:29

L’ospedale di Fra Gigino

Luigi Petrone (foto Aldo Fiorillo)

Coltivare i sogni…

Il 5 febbraio scorso Ulisse ha pubblicato la notizia che l’ex Padre Gigino, al secolo Luigi Petrone, fondatore della lista civica “La Fratellanza”, con la quale alle elezioni amministrative cittadine si è piazzato al secondo posto dopo Servalli, sbaragliando così tutti gli avversari più forti dell’ex e nuovo Sindaco, ha presentato e illustrato alla Commissione Sanità del Comune il progetto per la costruzione di un nuovo grande ospedale cittadino.

In verità in un primo momento la notizia mi ha lasciato alquanto perplesso, ho pensato che anche l’ex Fra Gigino si fosse adeguato alla opposizione annunciando realizzazioni roboanti ma senza alcun fondamento.

Mi ero sbagliato, non avevo subito ricordato cosa Padre Gigino sia riuscito a fare per il Convento e per la città.

E incuriosito, sono andato a guardarmi il corposo fascicolo (41 pagine) nel quale ci sono le linee guida sulle quali si basa la proposta.

Il presupposto è la creazione di una Fondazione, la cui finalità è quella di offrire ai pazienti servizi di eccellenza e di alta specializzazione e, alla fine, parteciperà alla gestione del nuovo ospedale.

La Fondazione dovrà raccogliere contributi pubblici e privati per circa 65/68 milioni di euro, occorrenti per la costruzione di una cittadella ospedaliera sul tipo di quella dell’Ospedale San Leonardo di Salerno, o di quella dell’Ospedale Moscati di Avellino; quindi non uno striminzito e obsoleto ospedale come quello attualmente esistente, Santa Maria dell’Olmo, ma un complesso ospedaliero in grado di servire un bacino di utenza di circa 100 mila persone,

Il Comune di Cava de’ Tirreni, infatti, costituisce una cerniera tra i comuni dell’Agro Nocerino Sarnese e la vicina costiera Amalfitana ed è caratterizzato da una superficie territoriale eterogenea: per questo motivo un insediamento ospedaliero qui a Cava ha un valore strategico e funzionale, e farebbe veramente diventare questa città prima nella Provincia di Salerno e non solo per numero di abitanti.

Fra l’altro, se, come si auspica, la nuova struttura ospedaliera verrà gestita con l’affidabilità e la professionalità richieste, certamente sarebbe un fiore all’occhiello e un punto di riferimento anche per le altre analoghe strutture della zona: pensiamo, ad esempio, a quello di Nocera Inferiore, che vive, purtroppo, nel degrado e nella incuria assoluti.

L’astuto, vulcanico e fattivo ex Frate, sembra sia andato a scovare un vecchio progetto del Sindaco Eugenio Abbro, il quale circa 50 anni fa aveva già pensato come e dove fare un nuovo Ospedale, lo aveva localizzato individuando la zona collinare nel territorio tra Santa Lucia e il confinante Comune di Nocera Superiore, un’area di oltre 45.mila mq, tra Via delle arti e mestieri e Via Giuseppe Vitale, destinata ad ospitare servizi di pubblica utilità, già così individuata nel nuovo PUC nella zona ASI, quasi del tutto libera da altre costruzioni, non vincolata, se non per un breve tratto, dalla Soprintendenza: insomma una zona ideale per la costruzione del complesso ospedaliero.

L’area individuata è nella zona Nord della città in posizione marginale rispetto al centro abitato, in una zona collegata in maniera efficiente sia dal punto di vista stradale che ferroviario in quanto vicina alle principali arterie quali l’autostrada A3 Napoli – Salerno la Strada statale SS.18 e la linea ferroviaria.

Il nuovo ospedale sarebbe quindi il punto di riferimento per l’erogazione di cure di qualità per la popolazione di Cava de’ Tirreni e delle aree limitrofe.

La somma di circa 65/68.milioni di euro occorrenti, verrebbe raccolta dalla Fondazione con contributi pubblici e privati.

Tutti sanno che spesse volte ho sostenuto che pensare di fare un nuovo ospedale a Cava, con i tempi che corrono e la penuria di fondi pubblici disponibili, era solo una utopica follia, ed ho più volte suggerito, attirandomi non poche critiche, che l’Ospedale Santa Maria dell’Olmo dovesse essere definitivamente chiuso, per farlo diventare solo una “piastra” di primo soccorso, adeguatamente organizzato, con un eliporto per trasportare gli infortunati nei vari Ospedali della zona, tra Salerno, Nocera Inferiore e Mercato San Severino.

Ma l’idea e il progetto di Fra Gigino sono veramente intriganti e convincenti e degni di grande considerazione.

Il documento preliminare è redatto dallo Studio Associato Modular dell’architetto Vincenzo Sorrentino di Cava, e parte dalla premessa di ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale tramite la riorganizzazione della rete ospedaliera.

L’attuale Ospedale metelliano della Vergine dell’Olmo venne annesso nel dicembre 2010 all’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi D’Aragona di Salerno, quindi la nuova cittadella ospedaliera ipotizzata da Fra Gigino farà parte della stessa Azienda.

Nel riconoscere l’attualità e la validità del progetto, la Fondazione diventa l’elemento centrale intorno al quale ruoterebbe il tutto, ed potrebbe anche entrare a far parte dell’amministrazione del nuovo complesso: il dubitativo è d’obbligo, per i motivi che vedremo in seguito, con i quali andremo a chiarire anche qualche dettaglio che a qualche partito politico metelliano sembra sia sfuggito.

Tornando alla struttura vi sono tre aree distinte: una destinata al pronto soccorso con eliporto sul tetto: una struttura centrale per tutti i servizi medici e sanitari e le degenze, con stanze singole di almeno 12 mq, e corsie nelle quali ogni posto letto avrà a disposizione non meno di 9 mq; un piano interrato destinato ai servizi e, in parte, a parcheggio coperto; due grandi parcheggi esterni, oltre a quello specifico per il pronto soccorso e quello destinato al personale; e infine un’area attrezzata di intrattenimento e svago per degenti e visitatori.

Il complesso potrebbe anche essere servito da una fermata ferroviaria che non obbligherebbe i visitatori ad usare l’auto.

Verrebbero adottate tutte le moderne tecnologie anche per la generazione di energia alternativa, in maniera da ridurre il più possibile il ricorso a quelle tradizionali.

Non voglio ulteriormente dilungarmi, chi volesse approfondire potrebbe collegarsi al link indicato nell’articolo del 5 febbraio scorso.

Prima di giungere alla conclusione penso sia opportuno precisare alcuni aspetti che a molti sembrano sfuggire: infatti quando si legge che un partito politico metelliano sarebbe contrario perché la struttura sarebbe privata, è il caso di ricordare che il nuovo ospedale andrebbe a sostituire quello attualmente esistente il quale dal 2010 è entrato a far parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi D’Aragona, la quale ne diventerebbe la sola proprietaria; per questo in precedenza ho espresso qualche perplessità per il successivo ruolo della Fondazione, che sembrerebbe destinata a partecipare alla gestione del nuovo ospedale, cosa che sembra problematica.

A mio parere questo progetto è un sogno che potrebbe trasformarsi in realtà, purché l’Amministrazione cittadina lo appoggi e trovi i canali giusti per ottenere anche i finanziamenti regionali ed eventualmente dell’UE.

Si vive anche di sogni, e nel deserto di prospettive future da dare a Cava, speriamo che questo sogno diventi realtà: potremo almeno die di averci provato, grazie a Fra Gigino.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.