scritto da Pasquale Petrillo - 23 Gennaio 2015 08:27

La mutazione genetica del Pd

La nuova legge elettorale voluta dal Governo Renzi procede tra mille sussulti al Senato, ma il Pd da questa vicenda ne sta uscendo tremendamente terremotato. Poco più di un anno fa, quando Renzi fu eletto  segretario del Pd, in molti, tra il serio e il faceto, salutarono la sua segreteria come quella che sarebbe riuscita a conseguire un obiettivo mai raggiunto da nessuno: asfaltare una volta per sempre i post comunisti. Renzi ci è quasi riuscito in un arco di tempo molto più breve di quanto si immaginasse. L’operazione, però, non è ancora conclusa. In ogni caso, il Pd, rispetto al suo atto di nascita, sta però profondamente cambiando, anzi, è ormai in fase molto avanzata una mutazione genetica di vasta portata, che già influenza e ancor più influenzerà l’intero panorama politico nazionale, sia a destra che a sinistra oltre che al centro. (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “La mutazione genetica del Pd”

  1. 25.01.2015 – By Nino Maiorino – La mutazione genetica non sta avvenendo solamente nel PD, ma in tutta la nazione, ed era ora che qualcuno ponesse mano a cambiamenti radicali della politica, e dello Stato. Magari non ce ne rendevamo conto, ma il sistema degli ultimi trent’anni (purtroppo ancora tanto in vigore, e che sarà duro scardinare) è stato uno dei massimi artefici della crisi globale nella quale l’Italia è entrata, ed è stato voluto da tutti, forze politiche e sociali e spesso anche il clero ha fatto la sua parte. Quel maledetto sistema di coinvolgere tutti, sentire tutti, concordare con tutti, ha portato a concludere poco o nulla: è da riflettere sul fatto che tutti i progressi fatti dall’Italia dal dopoguerra in avanti (appunto fino a circa trent’anni addietro) sono stati realizzati da governi dominati dalla DC o da coalizioni di centro destra o centro sinistra le quali, magari, si scontravano pesantemente, vi erano lotte feroci tra i partiti, ma alla fine qualcuno decideva e andava avanti: fino a quando, successivamente, il sistema di “tenere buoni tutti” ha determinato i successivi sconquassi. Ora ben venga la mutazione genetica del PD, con contemporanea mutazione genetica di tutto il resto; e ben venga il giovane Renzi che, senza guardare in faccia a nessuno, sta compiendo (o tentando) una vera rivoluzione, con buona pace di quelli che si sono sentiti e/o sono stati emarginati: minoranze, sindacati e tanti altri; ciascuno faccia il suo ruolo, i governanti governino, gli altri collaborino rispettando le semplici regole della democrazia.

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