Cova in ognuno di noi quel recondito e non tanto occulto desiderio di affidare ai posteri (soprattutto familiari, conoscenti e amici) il proprio vissuto. E’già di per se stesso un atto liberatorio, catartico, una sorta di ‘memoriale esistenziale’, sognato da molti ma realizzato da ben pochi, se non altro per soddisfare l’ultimo afflato poetico ed emotivo, a mo’ di consuntivo di una vita piena e soddisfacente.
Raccontare di sé, della propria vita, dei propri ricordi, dei successi e delle sconfitte, dei sentimenti, delle paure, degli amici e degli amori: la letteratura è ricchissima di racconti autobiografici, di personaggi famosi o no. Ma in generale, si tratta sempre di una letteratura affascinante, perché davvero ogni vita, è degna di un romanzo.
Leggendo racconti di vita vera, scritti in prima persona, si possono capire spesso molte più cose che non leggendo importanti saggi di analisi storico-politica (che poi leggono solo gli addetti ai lavori, e non la gente semplice, perché infinitamente barbosi).
Ci ha provato Francesco Califano, medico, col suo (come definirlo… racconto lungo?) “Ciao Ciao”, titolo emblematico che suona come un affettuoso saluto al tempo bello che fu, soprattutto dall’adolescenza alla gioventù, forse il miglior periodo dell’essere umano, in cui si verifica quell’esplosione di passioni, interessi e, soprattutto, dell’amore che ognuno di noi cerca ramingo nella propria vita, perché la verità è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto e, nel caso del nostro autore, gli ingredienti ci sono stati tutti.
Un percorso esistenziale, quello di Califano, che si snoda per ben 34 mini-capitoli, ognuno un momento storico particolare, in cui non poteva mancare il Grande Movimento del ’68 vissuto nella Napoli dei ferventi rivoluzionari della nota Piazza Matteotti, l’università, i primi incontri sentimentali e soprattutto le grandi amicizie consolidate nel tempo e mai dimenticate.
L’autobiografia in ‘pillole’ di Califano vuol dire dunque prendersi del tempo per sé, prendersi cura del nostro io, in sintesi: volerci bene. Ritornare con la mente su sentimenti vissuti tempo addietro, e che ci fa capire il motivo di scelte che forse oggi non faremmo più. Per i quali invece, sempre, esiste una spiegazione. Andare alla scoperta di pezzi lontani, dimenticati della propria storia.
L’autore ci fa capire il significato di conoscerci di più. Cercare di comprendere strutture che ci sembravano senza forma, senza equilibrio, o senza coerenza. Dare risposte a vecchie domande.
Sotto un profilo squisitamente semantico il suo racconto rappresenta una forma di auto-formazione permanente, per qualunque età. Questo scrivere la sua storia, o periodi della sua vita, o frammenti sparsi di essa, di persone che ha incontrato, di momenti vissuti, credo possa aiutare il lettore a trovare fili che quest’ultimo possa aver perso, a trovare spiegazioni fino a quel momento rimaste nascoste.
È una forma di autoanalisi, che aiuta – laddove se ne senta il bisogno – a trovare risposte personali, autentiche, a problemi personali, per i quali nessuno, nessun altro può cercare soluzioni al nostro posto.
Francesco Califano
Ciao Ciao
Edizioni ‘Il Saggio’, Eboli 2020
pagg.104 – €. 10,00