scritto da Christian De Iuliis - 25 Gennaio 2021 09:25

L’ARCHRITICO Poste Moderne

Scrive Ludovico Quaroni in “Progettare un edificio” che “Il posto del colore nell’architettura sembra destinato a grandi cose”. Quaroni che, oltre a brillante saggista, fu anche un grande architetto, intravide, seppur senza citarla, la possibilità che la decorazione del colore potesse divenire sempre più essenziale nella composizione architettonica.

Forse non poteva immaginare che, circa mezzo secolo dopo (il libro è del 1977), la street art avrebbe conquistato un ruolo molto importante nella riqualificazione dei centri urbani.

Uno degli esempi più celebri è certamente l’opera di Jorit Agoch che sulle pareti “di testa” del quartiere cosiddetto “Bronx” di via Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio ha realizzato “Essere umani” e “Dios umano”.  Un espediente per riportare l’attenzione su una delle zone periferiche di Napoli più dimenticate e vittime della criminalità.

Nel proposito di valorizzare parti di città altrimenti anonime, crede anche “Poste italiane” che dal 2017 ha lanciato il progetto P.A.I.N.T. (Poste Italiane e Artisti Insieme nel Territorio). Definita “un’importante strategia di valorizzazione degli Uffici Postali dislocati su tutto il territorio nazionale attraverso la decorazione delle pareti esterne a opera di Street Artist italiani e stranieri” per continuare ad essere, si legge sulla pagina ufficiale “portavoce del desiderio di modernità del paese”.

Un obiettivo ambizioso.

D’altronde, oggi, le poste fanno di tutto.

Anche l’ufficio postale di Tramonti, nella frazione Polvica, è stato inserito nel progetto P.A.I.N.T.

L’artista varesino Fabrizio Sarti, in arte “Seacreative”, ne ha ridisegnato il prospetto, dividendolo in tre fasce. Nella centrale campeggia un uomo con i baffi (una sorta di icona di Sarti) probabilmente un postino, in bianco e nero, affiancato da onde di colore blu e giallo, abitate da figure astratte dove spuntano, di tanto in tanto, oggetti surreali e sguardi smarriti. Un’isola di colore e anticonformismo tra case basse e vigneti.

“La mia street art è terapeutica” dice Sarti: “Non cerco un messaggio ma una reazione, che sia positiva o negativa, l’importante è dare vita a una scintilla che si concretizzi nella libera interpretazione personale”.

Che sia duratura o effimera, personale o oggettiva, la street art è destinata a innescare sempre una discussione.

Ci affascina, ci delude, ci scandalizza, scatena la nostra fantasia.

Come sostiene Quaroni, è parte dell’architettura.

E può riqualificare parti fatiscenti di città.

Se sia, poi, vera modernità, il dubbio resta.

(P.S.: “Poste Italiane” avrà chiesto, e ricevuto, qualche permesso? O in nome dell’arte si può – vivaddio – aggirare la tradizionale pletora di inutili autorizzazioni?).

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(La foto dei murales a San Giovanni a Teduccio è tratta dal sito ecampania.it – le foto del murales a Tramonti sono tratte dal sito pptart.net che contiene tutti gli interventi del progetto P.A.I.N.T.)

Nasce, vive, vegeta in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto, nel 1984, in un tema di quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge Assessore al Nulla. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”. Avanguardia del XXI^ secolo che vanta già diversi tentativi di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e due libri pubblicati: “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” (Overview editore – 2014) e “Vamos a la playa – Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens – 2016). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto. Dipende da dove si trova e da chi glielo chiede.

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