Con un comunicato pubblicato sul proprio sito, l’Anas ha reso noto di aver convocato una conferenza di servizi che avrà il compito di esprimersi circa la “fattibilità tecnica ed economica” del progetto per una galleria sulla statale 163 della costa d’Amalfi, in località “Mezzacapo” tra i paesi di Minori e Maiori.
Secondo l’Anas, il bypass consentirà la “realizzazione di un nuovo percorso ciclopedonale (l’attuale carreggiata stradale), che comporti la valorizzazione del territorio in termini paesaggistici e ricettivo-turistici”.
Nelle intenzioni “la nuova variante in galleria porterà notevoli benefici in termini di fluidità della circolazione nella zona e tempi di percorrenza”, grazie, immaginiamo, anche ad una sorta di svincolo da tangenziale che sorgerà al posto dell’attuale campo di calcetto di Minori.
Le simulazioni di progetto mostrano eleganti signorine in bici su una potenziale pista che a percorrerla tutta, anche lentamente e distraendosi per mirare il panorama, si impiegherebbe al massimo tre minuti, prima di re immergersi nell’usuale traffico.
La statale 163 è una delle strade panoramiche più belle al mondo. Da anni è presa d’assalto da troppe auto, bus, camion e moto. Tentativi di limitare il traffico sono naufragati tra polemiche e accuse reciproche. Intanto ogni estate, ma anche in occasione di altre festività, percorrerla può tramutarsi in un incubo.
Ad oggi, 3 dicembre, tra Minori e Cetara, quindi in circa dieci chilometri di statale, a parte quello in località “Mezzacapo”, ci sono tre coppie di semafori con relativi guard-rail per restringimento di carreggiata. Una è là dal 14 agosto, giorno di un dannato incendio e non si sa fino a quando rimarrà.
Inoltre, nei periodi di massima affluenza, alcuni punti della statale 163 brulicano di rifiuti.
A volte la sola riparazione di una ringhiera danneggiata o lo svolgimento di banali lavori di manutenzione, richiede mesi, se non anni.
E’ in questo scenario che l’Anas sente il bisogno, travolgente, di proporre una galleria tra Minori e Maiori.
Cedendo, dunque, all’irresistibile tentazione di fare nuovi buchi nel paesaggio costiero per introdurci autovetture, ferme o in transito; fantasticando di “sviluppo turistico-ricettivo” o vaneggiando di “riqualificazione urbanistica”.
La visione che questi burocrati hanno di riqualificazione, valorizzazione ambientale e, più in generale, di futuro, mette i brividi.
Prima di esprimersi sulla fattibilità tecnica ed economica di un progetto, andrebbe valutata la lucidità dei proponenti.
O, più probabilmente, quali interessi economici e politici gli sono cari.