L’arrivo dell’autunno chiude un’estate complicata e caotica.
Nel caso della cittadina di Minori, in costa d’Amalfi, senza dubbio la più tragica della sua storia.
Uno sequela di idee sciagurate, amnesie e omissioni.
Specchio fedele di una visione di bene comune modellato sulle esigenze dei “forti”, che scelgono di giocarsi la partita sulla fonte di guadagno più rapida e conveniente: la spiaggia.
Da dieci anni la spiaggia della cittadina di Minori è oggetto di attenzioni particolari. Progressivamente depredata utilizzando variegati pretesti: il turismo, il decoro, il lusso, l’ordine. Finché il Covid ha fornito l’alibi perfetto, e la spiaggia è stata, di fatto, interamente privatizzata.
Precedute da grottesche dichiarazioni di propaganda, le transenne materiali e mentali sono calate come ghigliottine su ogni forma di ragionevolezza. Con il loro codazzo di finte buone intenzioni e goffa burocrazia, hanno costretto i bagnanti a compilare quotidiane dichiarazioni. Una montagna di carta straccia, vessatoria e inutile.
Nel contempo l’ignominiosa tassa dell’anti-accoglienza di quattro euro (per mezza giornata di mare) imposta ai non residenti, coperta da un’ipocrita scusa (“servono per la sanificazione”) smascherava il vero motore della messinscena: il denaro.
Il divieto di accedere alla spiaggia (una volta detta “libera”) dopo le 19 è il manifesto perfetto per un piccolo paese prodigo di steccati; mittente di un messaggio chiaro: serrato il cassetto del cambiavalute, l’esercizio chiude.
Qualcuno ha realmente creduto che spruzzare, di tanto in tanto, un po’ di acqua e Amuchina sui tavolinetti salvi dal contagio?.
Altri comuni, ben più popolosi ed attrattivi (Amalfi, Positano) hanno lasciato aperte le loro spiagge libere. All’affollamento si è risposto invocando il buon senso, quando è sembrato non bastasse, l’area è stata sfoltita; nessun focolaio si è verificato.
Ma questo è niente.
Mentre l’amministrazione e qualche consigliere regionale cercano di farsi finanziare, per 18 milioni di euro, una galleria che serve solo ad arricchire consulenti, costruttori e possessori (attuali o futuri) di beni nell’eventuale nuova area pedonale, il sistema fognario locale è rimasto, da almeno trent’anni, inadeguato ai flussi di agosto.
Pressoché ogni estate, in coincidenza con la massima affluenza di domiciliati, la condotta collassa e centinaia di litri di liquami vengono riversati in mare.
A proposito di opere pubbliche utili.
Accade ogni volta. E puntualmente questa notizia viene insabbiata.
Quest’anno, per le acque di Minori, l’Arpac ha evidenziato valori record. Batteri cinque volte superiori al limite massimo consentito rilevati il 18 agosto, cinque giorni dopo lo sversamento. Intanto bambini, adulti e anziani, ospiti e residenti hanno continuato ad immergersi in acque luride e pericolose. Da qui, puntuali, i casi di infezioni, dermatiti, impetigine.
Solo successivamente, a causa della, probabilmente imprevista, pubblicazione della notizia, è comparso un nuovo divieto di balneazione che nessuno ha fatto rispettare e che è stato tanto prontamente quanto incautamente abrogato quando, al termine di successivi rilievi, l’Arpac ha rivisto il giudizio sulle acque, valutando la balneazione solamente “sconsigliata”.
Non basta.
Nel frattempo il metodo di prenotazione del posto in spiaggia, perfettamente inutile fino alle fine di luglio, dimostrava tutta la sua approssimazione.
Rimarranno scolpiti nella memoria i drappelli notturni.
Gli anziani del paese costretti ad uscire di casa alle tre di notte e a fare la fila dinanzi all’info-point fino all’alba, per consentire ai propri nipoti di scendere in spiaggia il giorno dopo. Talvolta anche a pagamento.
Uno sprofondo amministrativo: la pagina più ignobile e vergognosa della storia del paese.
Un’offesa all’intelligenza dei cittadini, uno sfregio alla loro dignità, arrecato non dal virus, ma dall’avidità dei mercanti entrati nel tempio con alterigia da gangster.
Inadeguati, rinserrati nelle loro stanze, al largo in barca o in vacanza altrove, che si sono nascosti dietro il sacrificio e l’applicazione di volenterosi (e coraggiosi) borsisti che, per un rimborso misero e senza nessuna garanzia, hanno dovuto arginare le falle e sostenere un sistema ambiguo costruito su regole “ballerine” e “su misura”, corsie preferenziali anche telefoniche, favori agli amici e agli amici degli amici.
Così sono andati in scena spettacoli indecorosi: l’uso della spiaggia pubblica ceduto in esclusiva, sdraio noleggiate a prezzi da suite, lo sciacallaggio tra gli addetti ai lavori, i posti migliori riservati ed occupati sempre dai soliti.
Quello che, ad un certo punto, alcuni giornalisti prezzolati avevano descritto come “modello Minori” si è rivelata la precisa sintesi di una sciagurata commistione tra interessi privati e propaganda politica, consumata a danno dei deboli.
L’autunno sfuma la memoria e già dissolve le immagini di un’estate disgraziata, ma c’è da scommettere che dal prossimo maggio, anche (e si spera) senza virus, l’assalto alla diligenza riprenderà.