Il termine attaccamento in psicologia fa riferimento a tutti i legami che si sviluppano nell’infanzia con i genitori o con chi si prende cura del bambino.
Questo sistema comportamentale è presente per tutta la vita, è innato e regola la modalità con la quale, anche da adulti, saranno gestite le emozioni di paura e sofferenza.
Ogni individuo svilupperà pertanto il proprio e personale sistema di attaccamento modulato dalla relazione con la madre, diverso a seconda della tipologia di risposta della madre alle esigenze del figlio.
Le differenti strategie sviluppate corrispondono ai diversi stili di attaccamento: sicuro; insicuro evitante; insicuro ansioso – ambivalente; disorientato/disorganizzato.
Un attaccamento sicuro implica un maggior adattamento all’ambiente mentre modelli disfunzionali dell’attaccamento (attaccamento insicuro-evitante, attaccamento insicuro-resistente, attaccamento disorganizzato) o, modelli atipici, rendono difficile l’adattamento psicosociale.
La qualità della relazione di attaccamento condiziona le modalità di regolazione delle emozioni e le capacità sociali. Ciò permette di comprendere l’importanza che le relazioni di attaccamento hanno nella costruzione e nello sviluppo della nostra mente.
È così che, all’interno della dimensione relazionale, partendo dalle memorie che abbiamo sulle nostre relazioni reali con le figure di attaccamento, si costruiscono lo schema di sé e dell’altro, le rappresentazioni e le aspettative delle relazioni interpersonali in vari contesti.
Ognuno di noi mette in atto delle strategie nello stare con gli altri in base al contesto relazionale (bisogno di cura, contesto di sfida, ecc.), in base a come supponiamo che gli altri si relazioneranno con noi (disponibili, rifiutanti, leali, ecc.) e a come pensiamo di essere (autonomi, vulnerabili, non amabili, ecc.).
L’abilità di creare e mantenere relazioni emotivamente stabili è favorito da un attaccamento sicuro che implica una maggiore consapevolezza degli stati mentali degli altri.
Purtroppo, però, non tutti da bambini sperimentano un attaccamento sicuro, caratterizzato da amore, sicurezza e genitori che offrono protezione.
I bambini con una marcata compromissione nell’attaccamento spesso diventano impulsivi, oppositivi, mancano di coscienza ed empatia, sono incapaci di dare e ricevere affetto e amore, esprimendo, quindi, rabbia, aggressività e violenza.
Gli schemi interpersonali che si sono sviluppati da stili di attaccamento insicuro nella vita adulta limiteranno la vita relazionale. Essi infatti renderanno più probabile la costruzione di un sistema cognitivo-affettivo povero e rigido, oppure talmente incoerente e non integrato da favorire la costruzione in età adulta di cicli interpersonali disfunzionali.
Quindi, anche se il disturbo dell’attaccamento si presenta durante l’età dello sviluppo, ha ripercussioni nella vita adulta dell’individuo. Per questo motivo è importante identificarlo e correggere i comportamenti disfunzionali.
L’anello che congiunge l’attaccamento in età infantile con l’adulto ed eventuali sue patologie riguarda i Modelli Operativi Interni (MOI).
I MOI sono delle rappresentazioni che il bambino costruisce, sulla base della sua esperienza, su di sé, sull’altro e su come si gestisce una relazione.
Diventa chiaro quindi che ciò che viene sperimentato da bambini costituisce il punto di partenza per comportamenti futuri e per creare le proprie aspettative.
Chi è sicuro, chiederà conforto e modulerà la propria vicinanza all’altro in un rapporto sano. Coloro che hanno un attaccamento insicuro o ambivalente è possibile che evitino rapporti profondi per paura di essere delusi o di soffrire.