Legambiente con l’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica, Associazione di protezione ambientale) Campania e con il Dipartimento di Architettura (DIARC) dell’Università Federico II di Napoli in stretta sinergia con il Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS) ha promosso la nascita del primo Osservatorio sul consumo di suolo in Campania.
Un luogo di monitoraggio, di denuncia ma soprattutto di proposta per affiancare istituzioni, il mondo della politica della nostra Regione a scrivere regole atte a contrastare la perdita e il degrado di suoli liberi e la loro trasformazione in superfici urbanizzate.
Un Osservatorio che nasce con l’intento non solo di diffondere la cultura della tutela della risorsa suolo (il 2015 è anche anno internazionale del suolo), studiando le dinamiche che ne determinano, ma, al contempo, di individuare politiche e strumenti adeguati alle diverse scale di governo del territorio (dai comuni alla regione, nonché di specifici ambiti territoriali), anche attraverso un’azione di promozione delle esperienze di successo, italiane e straniere, per la riduzione del consumo di suolo connesso a trasformazioni urbanistiche (talora anche abusive) e ad interventi infrastrutturali.
In Campania, in particolare, è stato superato il 9% di suolo consumato.
Maglia nera alla Provincia di Napoli con circa 35mila ettari di suolo consumato. Casavatore primato nazionale: l’85% del suolo è ormai perso. In dieci anni 60mila case abusive, circa 9milioni di mq di cemento illegale.
Il consumo di suolo è una delle più insidiose e irreversibili forme di degradazione del territorio. Eppure in Campania è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. Un consumo dovuto principalmente alla costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali e all’espansione di aree urbane a bassa densità, senza dimenticare la marea grigia di cemento illegale.
I dati del Rapporto Ispra elaborati da Legambiente sono eloquenti: nel 2013, in Campania viene superato il 9% di suolo consumato, a livello provinciale, come già detto, maglia nera per la Provincia di Napoli con 34.794 ettari di suolo consumato, segue Salerno 31.430 ettari, poi la provincia di Caserta con 21.235 ettari, chiudono Avellino con 15,341 ettari di suolo consumato e Benevento con 10.795 ettari.
I Comuni maggiormente colpiti si trovano in provincia di Napoli e Caserta: qui più della metà del suolo è cementificato e si arriva in certi casi al 60%, con il record del piccolo Comune di Casavatore (Napoli), dove l’85% del suolo è ormai perso.
Tra i dieci comuni nazionali dove maggiore è il consumo di suolo, nove sono nella Provincia di Napoli.
Dopo Casavatore troviamo Arzano con 78,9 % di suolo compromesso e Melito di Napoli con il 76 %. Questi tre comuni napoletani sono quelli con minore dotazione di suolo libero con addirittura valori inferiori ai 30 metri quadrati per abitante.
E non dobbiamo dimenticare l’incidenza del cemento illegale che vede in Campania negli ultimi dieci anni la realizzazione di circa 60 mila case abusive per un totale di circa nove milioni di mq di superficie abusiva.
Una valanga di cemento che ha asfaltato il suolo della nostra regione. (fonte Legambiente Campania – foto Angelo Tortorella)