Intervista all’assessore Armando Lamberti: “Su sanità e ospedale lavorerò per arrivare ad una posizione comune dell’intera Città”
“Se una comunità si divide sulla Sanità, se la salute diventa un tema su cui fare battaglie politiche siamo tutti sconfitti”
“La discussione sulla sanità cittadina può essere un’occasione di crescita collettiva”
Il professore Armando Lamberti, docente universitario e da due anni assessore alla Tutela della Salute al Comune di Cava de’ Tirreni, nell’ultima seduta del Consiglio comunale sulla sanità metelliana e il destino dell’ospedale cittadino è stato tra i protagonisti presentando l’ordine del giorno sul tema proprio della sanità da lui preparato e fatto proprio dal sindaco Servalli.
Nella qualità di assessore comunale alla tutela della salute ed estensore dell’ordine del giorno sulla sanità cittadina, qual è la lettura che lei dà dell’ultima seduta consiliare? In pratica, un’occasione persa o un primo traguardo raggiunto?
Sicuramente un dato è emerso con chiarezza, e cioè è evidente che se una comunità si divide sulla Sanità, se la salute diventa un tema su cui fare battaglie politiche siamo tutti sconfitti. A Cava de’ Tirreni dovremmo trovare la forza di fare fronte unico tra maggioranza e opposizione, e chiaramente all’interno della stessa maggioranza. Le divisioni ci indeboliscono in una fase in cui l’arrivo delle risorse del Recovery Fund può aprire nuove opportunità.
Inutile negare l’evidenza di una maggioranza che sul tema sanità e ospedale si è divisa: il suo documento sottoscritto dal Sindaco e dalla Presidente della Commissione consiliare alla Sanità, ed un altro presentato da un partito della maggioranza, il Partito Socialista. Non solo, il suo odg soltanto letto ma non discusso e messo ai voti dal Consiglio. Insomma, potremmo dire molte idee e ben confuse?
La posizione dei socialisti, cioè quella di far tornare in nostro ospedale con l’ASL, e quindi sottrarlo alla competenza dell’azienda ospedaliera, è una posizione presente nel dibattito cittadino e anche tra gli operatori sanitari. Nasce dalla convinzione che il rapporto con l’Azienda Ospedaliera ci abbia indebolito e abbia sottratto all’ospedale personale e risorse, Ma questa posizione non tiene conto del fatto che i precedenti piani sanitari regionali prevedevano, nell’ASL, la chiusura del nostro nosocomio. L’ultimo piano regionale, di contro, riconosce all’ospedale di Cava circa 80 posti letto e lo vede inserito, con una propria identità, nell’ambito della AOU di Salerno. Interventi strutturali di ammodernamento sono stati già fatti nell’ultimo periodo ed altri saranno fatti a breve, cosa che non accadeva da circa 15 anni. Il compito che noi abbiamo come politici è quello di sorvegliare che, in un momento storico straordinario in cui gli investimenti in Sanità saranno veramente ingenti, il maggior numero di risorse possibili siano assegnate al nostro Ospedale e che esso sia arricchito in tecnologia e personale. Avventurarsi in una complessa transizione verso la ASL potrebbe farci perdere questa fase di rilancio sanitario con conseguente inevitabile declino.
Venerdì prossimo è convocata la seduta della Commissione consiliare alla Sanità cui è stato rinviato il suo odg per un confronto a tutto campo anche con l’opposizione. Lei sarà presente come relatore alla discussione in Commissione? E in ogni caso, quale sarà il suo atteggiamento, in altre parole, si adopererà per arrivare ad un documento condiviso non solo dall’intera maggioranza ma anche dall’opposizione?
Sicuramente parteciperò ai lavori della commissione e lavorerò per arrivare ad una posizione comune dell’intera Città che darebbe una grande forza alle richieste di Cava de’ Tirreni.
D’altra parte, come è ben noto ma che mi pare giusto evidenziare a chi è sfuggita questa circostanza, in questi due anni in cui ho svolto il ruolo di assessore comunale sono stato sempre presente sui temi sanitari e su quello ospedaliero, rappresentando costantemente le esigenze del nostro ospedale e della tutela della salute pubblica sul territorio cavesi sia nei riguardi del Rettore dell’Università di Salerno, cui mi lega una profonda amicizia oltre che una colleganza accademica, sia nei riguardi del Direttore del Dipartimento di Medicina nonché, unitamente al Sindaco, con il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi D’Aragona, con ill Direttore Generale della nostra Asl e con ill Direttore del Distretto Sanitario 63 Cava-Costa d’Amalfi. E vorrei anche aggiungere che Cava de’ Tirreni è stato il Comune-pilota nell’attivare l’Unità di Crisi per il Covid-19 già dallo scorso 9 aprile. In ultimo, ma non ultimo, non è mai mancato il raccordo politico ed istituzionale con i referenti regionali responsabili della sanità e con lo stesso presidente De Luca.
Quali sono, in poche battute, i punti più significativi ed irrinunciabili del suo odg e quali quelli che potrebbero essere oggetto di modifiche ed integrazioni?
Per quanto concerne il Plesso Ospedaliero, sul breve periodo, è decisamente importante che il personale trasferito a seguito dell’emergenza Covid-19, sia quanto prima reintegrato in modo da poter consentire la ripresa di tutte le attività delle Unità Operative e la riattivazione della Terapia Intensiva. È, poi, fondamentale operare per la definizione di un perimetro d’azione condiviso in cui con il contributo di tutte le forze politiche si possano trovare strategie miranti ad un ulteriore salto di qualità nelle cure offerte dal nostro P.O.. Ritengo che questo obiettivo debba essere considerato irrinunciabile per chi svolge ruolo politico in questo momento.
Inoltre, l’ODG da me presentato e sottoscritto anche dal Sindaco e dalla Presidente della Commissione Sanità tiene conto delle nuove progettualità del ministro Speranza sulla riorganizzazione della sanità territoriale. Quindi le proposte avanzate si pongono l’obiettivo di mettere la nostra città all’avanguardia nella riorganizzazione di servizi sul territorio. Bisogna prevedere su questo versante anche le indicazioni che ci vengono dai vertici dell’ASL, e, segnatamente, dalla Direzione Generale, dalla Direzione del Distretto Sanitario 63. Si tratta di implementare l’integrazione ospedale-territorio con una maggiore delocalizzazione dei servizi sul territorio, atteso che l’emergenza Covid-19 ha reso più difficile il ricorso alle strutture ospedaliere. Per questo motivo si possono utilizzare meglio le AFT e gli ambulatori specialistici. Il ricorso al territorio, oltre che accelerare gli interventi ed abbassare le liste di attesa, consente un risparmio in termini economici notevoli.
Riassumerei in tre punti gli interventi importanti da realizzare:
- Integrazione ospedale-territorio;
- Coinvolgimento delle AFT;
- Potenziamento e valorizzazione dell’assistenza domiciliare, soprattutto per gli anziani.
Sono convinto che su questa progettualità si troverà un’intesa tra tutte le forze politiche.
Un’ultima domanda. Qual è la sua previsione circa la conclusione di questa vicenda in sede consiliare?
La discussione sulla sanità cittadina può essere un’occasione di crescita collettiva. La consapevolezza dell’importanza di una sanità pubblica, ben organizzata, attenta alle esigenze dell’essere umano più che del paziente sta crescendo nella coscienza degli italiani a seguito della pandemia. E questa, forse, è l’unica conseguenza positiva del Covid. Non mi preoccuperei delle posizioni diverse, che se condotte ad una sintesi intelligente, costituiscono una ricchezza. Ecco vorrei concludere con un insegnamento prezioso di papa Leone XIII: «La concordia fa la bellezza e l’ordine delle cose, mentre un perpetuo conflitto non può che dare confusione e barbarie».