Il bilancio di un anno con il sindaco Servalli: “Il migliore dei miei assessori? Polichetti”
E’ trascorso un anno da quel 14 giugno 2015 che vide un cambio di rotta per Cava de’ Tirreni. Dopo una contesa elettorale con ben 10 candidati a sindaco, la città scelse la (s)volta buona. Nel primo anniversario della vittoria al ballottaggio abbiamo incontrato il Primo cittadino Vincenzo Servalli per una chiacchierata a tutto tondo e ne sono usciti interessanti spunti di riflessione. Il sindaco si dichiara soddisfatto del lavoro svolto sinora, in linea, a suo dire, col programma prefissato, e pronto ad andare avanti nella realizzazione degli obiettivi. Rinnova la fiducia al suo esecutivo ed esorta tutti a fare meglio. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione non solo sul politico, ma anche sull’uomo, che è facile incontrare a passeggio in piazza e tiene ben a mente che quando il suo mandato sarà scaduto ritornerà alla sua vita quotidiana.
A un anno esatto dalla vittoria al ballottaggio, vogliamo tirare le somme e dare una panoramica generale di quanto si è fatto di quello prefissato e quanto non si è riusciti a fare nonostante i propositi di partenza?
Abbiamo impostato e portato a compimento quanto avevamo rappresentato agli elettori, non c’è un’azione cominciata che non sia in linea col programma elettorale, a partire dalla grande attenzione alla vita quotidiana dei cittadini, alla pulizia della città (anche se il lavoro da fare è ancora tanto), al decoro al verde pubblico e ai giardini, al centro storico. La prima parte delle nostra azione era quella di ricominciare a focalizzare l’attenzione sulle piccole-grandi cose. Poi ci siamo concentrati, come promesso, sulle palestre e sulle scuole e abbiamo avviato il percorso che ci porterà alla realizzazione di alcune importanti opere pubbliche, consci che in questa città negli ultimi trent’anni non è stata completata una sola opera pubblica significativa, per cui prima di iniziarne altre dobbiamo concentrarci e capire quali possiamo portare a compimento. L’emblema di tutto questo è il sottovia, o lo stesso Palazzetto dello Sport. Questa è stata una delle ragioni che ci ha indotto a non dare avvio ai lavori in piazza San Francesco preferendo trasferire quelle risorse per il completamento del Palaeventi. Un altro punto importantissimo del programma elettorale era “nessuno resti solo”, incentrato sulle politiche della solidarietà, e lo stiamo portando avanti con grande determinazione, tant’è che, pur nelle ristrettezze del bilancio, non è stato tolto un euro alle politiche sociali. Stiamo cercando di mettere ordine nella gran confusione che abbiamo trovato, anche dal punto di vista del bilancio. Alcune scelte significative, come quella sulla Manifattura Tabacchi, sono state fatte ed è stata cambiata una rotta che ritenevamo errata. Diverse opere pubbliche finanziate dai fondi europei dovevano essere terminate entro il 31 dicembre 2015 e siamo stati costretti a chiedere un rifinanziamento per obiettiva mancanza di tempo, ci siamo riusciti grazie a un accordo fatto lo scorso 28 dicembre col Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. In questo quadro ho dedicato molto tempo ed energie alla questione dell’ospedale S. Maria dell’Olmo di Cava (al momento dell’intervista ancora non c’era stata la pronuncia di accoglimento del Tar del ricorso presentato dal comune metelliano e la nomina di un commissario ad acta per la riapertura del reparto di ginecologia-ostetricia), un vero e proprio calvario rispetto a problemi di carattere strutturale che provengono da lontano. E’ stata affrontata un’altra tematica “ammazza sindaci”, cioè l’abusivismo edilizio con le linee guida approvate in Consiglio comunale, siamo andati avanti col Piano Urbanistico Comunale, per cui il bilancio del primo anno di mandato ci vede in linea coi punti che ci eravamo impegnati a portare avanti. Basti pensare che una questione delicata che ha tenuto banco ultimamente, quella inerente alla scuola di Santa Lucia, ci ha visti assumere la responsabilità di chiudere un plesso scolastico in condizioni estreme e ci sarà un investimento di 1 milione di euro sostenuto da fondi delle 219/82 e l’accensione di un mutuo per ridare nel giro di 12-18 mesi un edificio a norma ai bambini e agli insegnanti della frazione di Santa Lucia. Sono molto soddisfatto di questo primo anno di lavoro, chiedo ai miei concittadini di aver pazienza per poter lavorare con serenità e sono sicuro che i risultati verranno.
La luna di miele con la città pare terminata e un pessimo clima di veleni e maldicenze malamente camuffati dalla veste di attacchi politici serpeggia soprattutto sui social. Vuol dirci la sua in proposito?
Intanto voglio invitare a non confondere la città con i social, che indubbiamente non vanno sottovalutati, ma la città è altro e non può essere letta esclusivamente attraverso questi canali di comunicazione. La questione è delicata e richiederebbe un’adeguata normazione, non è infatti concepibile che sotto anonimato si possa andare sui social e scrivere tutto di tutti in maniera incontrollata e irresponsabile. E’ una nuova forma di barbarie squallida e pericolosa che sottopone le persone più in vista a un killeraggio quotidiano. La maldicenza in politica c’è sempre stata, oggi si esprime attraverso i social, ma io mi affido all’intelligenza e la capacità di analizzare e comprendere dei cittadini. Anche noi cerchiamo di rispondere e controbattere a queste campagne di odio estremamente pericolose. In alcune circostanze io stesso ho utilizzato l’unica arma che ho ritenuto opportuna, ossia l’istituto della querela per diffamazione.
Entriamo nel merito delle problematiche e del lavoro svolto e da svolgere: bene il Verde Pubblico, bene anche l’ambito delle manifestazioni e degli eventi che conquista il gradimento della cittadinanza. Ma questo si può rivelare un boomenrang per un’Amministrazione che non può essere ricordata solo per questo?
Curare l’immagine e il decoro della città è assolutamente importante. Le comunità limitrofe stanno crescendo anche come grado di civiltà e noi dobbiamo essere all’altezza e non adagiarci sugli allori del passato come un nobile decaduto. Per mantenere adeguati standard di qualità occorre un lavoro costante. Ma ovviamente l’azione amministrativa non si sta dipanando solo su questo, sarebbe limitativo. Un esempio è la ripresa del PUC, siamo andati a ritroso fino al 2009 per riannodare le fila del piano.
Sfatiamo allora il mito di Cava città solo del verde?
Io già sarei soddisfatto di avere in Cava una splendida città giardino! Ripeto che stiamo affrontando tante questioni, io sono un sindaco non un esteta, è mio compito mantenere strade pulite e in buone condizioni, garantire ai ragazzi adeguate strutture scolastiche e sportive, completare e realizzare opere pubbliche. Noi siamo amministratori ed è nostro dovere garantire un miglioramento dei servizi e della qualità della vita dei cittadini.
Passando ad altri settori, in particolare quello della spending review, qualche passo è stato fatto ma il grosso si dovrebbe ottenere sui rifiuti con l’accorporamento della Metellia e del Consorzio di Bacino. A quando quest’inglobamento?
Il processo è già avviato, dobbiamo solo comprendere la modalità attraverso la quale dovrà essere collocato il personale amministrativo, i funzionari e i dirigenti. E’ impensabile assorbire sette unità di amministrativi, come dice il Consorzio, si parlerebbe di centinaia di migliaia di euro che determinerebbero uno squilibrio per la Metellia. Abbiamo già dato la disponibilità ad assumere i ventotto lavoratori del cantiere di Cava, il destino dei sette amministrativi riguarda tutti i cantieri del consorzio. La collocazione di questo personale nell’ambito dell’ATO (Ambito territoriale ottimale) è la questione da dirimere che blocca l’operazione. Come questo personale vada distribuito all’interno di essi lo deve dire la Regione. Questo è l’unico nodo su cui si è arenata la trattativa.
Riguardo alla Metellia Servizi si sono rincorse molte voci sui cambi al vertice e sulla possibilità della scissione in più società. Qual è la verità in merito?
La Metellia è una società che ha, tutto sommato, ancora una dimensione artigianale dove il presidente è una sorta di factotum. La legge regionale sui rifiuti ci ha posti di fronte a una realtà legislativa inequivocabile, cioè la costituzione di ATO per la gestione associata del ciclo dei rifiuti. In pratica, dobbiamo concorrere a gestire il ciclo dei rifiuti con altri comuni. Se dunque dobbiamo partecipare all’ATO igiene urbana, lo facciamo con l’intera struttura della Metellia che si occupa anche di altri servizi (servizio gestione aree di sosta, servizio luci votive presso il Civico Cimitero, servizio Tempio Crematorio)? Non è possibile, bisogna scindere il settore che si occupa dell’igiene urbana per farlo entrare nell’ATO, altrimenti si rischia di compromettere il core business dell’azienda. Non ci sarà, a scanso di equivoci, una decuplicazione dei consigli di amministrazione che resterebbero in capo alla holding. Sono operazioni necessarie per salvaguardare il futuro della Metellia, i livelli occupazionali e per farla uscire dalla veste artigianale e darle un assetto stabile con un management che prescinde da condizionamenti politici.
Sulla scorta della nuova normativa regionale in merito, qual è il destino dell’acqua pubblica a Cava de’ Tirreni?
La Legge Regionale è chiara, non ci sono grandi preoccupazioni sulla pubblicità dell’acqua, lo stesso presidente della Regione è stato inequivocabile a riguardo. Una cosa diversa è il problema della gestione delle reti idriche. Noi abbiamo la necessità di gestire queste reti che anche nella nostra città sono un vero e proprio colabrodo.
Un altro tema scottante, alla luce degli ultimi fatti, è quello dell’ASI. Come stanno le cose a tal riguardo?
La situazione dell’Asi è la seguente: il presidente Marotta si è dimesso, la gestione non è ancora commissariale perché non è stato nominato un commissario, ma nelle mani del vice presidente, la signora Vincenza Cassetta, con il CDA nominato all’epoca. Ci si trova di fronte a una scelta e cioè capire se c’è un futuro per l’Asi, laddove i soggetti rimasti sono solo quattro (la Provincia di Salerno, i Comuni di Salerno, Cava de’ Tirreni e Fisciano). Al momento è tutto molto incerto.
Spesso in città si parla di problemi effimeri e si trascurano invece problematiche importanti come la riqualificazione dell’area industriale di Cava. Il Comune in tal senso cosa sta facendo?
Al nostro insediamento ci siamo trovati in un periodo di vacatio rispetto al problema del piano urbanistico comunale. Nel 2009 l’allora sindaco Gravagnuolo approvò il PUC, negli anni a seguire però non c’è stata attenzione sul tema. Uno dei problemi del piano era il fatto che normava la zona Asi, andava cioè a regolamentare una zona che non era di competenza del Comune, in prospettiva che la zona sarebbe ritornata un giorno di competenza comunale. Questo è stato l’elemento con cui ci siamo scontrati.
Quindi quel PUC (Piano Urbanistico Comunale) non è mai andato in vigore?
Mai. Per riprendere quella zona è necessario che l’Asi faccia una vera e propria variante al proprio piano; il problema è che in quell’area ci sono una serie di situazioni che si sono sviscerate negli anni: procedimenti amministrativi, procedure di esproprio etc. Il quadro è molto complesso. Se non si attua una variante mediante una lunga e complessa procedura, quell’area non ritornerà nella potestà del Comune e quel PUC diventa inapplicabile. In questo momento abbiamo fatto una scelta diversa, perché il Comune ha bisogno di un piano urbanistico; la consideriamo una specie di zona bianca e procederemo all’approvazione del PUC al netto di quest’area e abbiamo chiesto al prof. Gasparrini di ricalcolare gli standard alla luce dello status quo. E’ stato necessario assumere questa decisione quando ci siamo scontrati con la complessità di ottenere la variante al piano Asi. Al Comune non c’erano carte, né tavole al riguardo, l’ufficio di piano nei cinque anni precedenti era stato completamente smantellato e l’assessore Minieri ha dovuto fare un lungo e difficile lavoro di ricostruzione di carte e documenti.
Nella zona industriale è compresa anche l’ex Co.Fi.Ma. Qual è la situazione per la struttura?
Rimane il fermo intento di venderla, ma al momento non è possibile per via di contenziosi in atto e soltanto all’esito dei quali potremo metterla all’attenzione di soggetti che attraverso un bando pubblico la potranno acquistare. Ricordo sempre i mille euro al giorno di mutuo pendente sul capo dei cavesi…
Un altro tema riguarda la viabilità. Le è stata consegnata una “pista di go kart”, come lei a suo tempo la definì, ossia l’area del trincerone, ma ancora non sono cominciati i lavori di completamento…
Per quanto riguarda il trincerone c’è un finanziamento di 1.900.000 euro per il suo completamento e prevede tutta una serie di interventi di sicurezza; la commissione sta valutando i progetti presentati per cui mi auguro che a stretti giro siano effettuati gli interventi già previsti che la ditta avrebbe dovuto fare per migliorare un po’ la viabilità della città.
Per quel che concerne sempre il sottovia, quando la bretella della Tencana sarà libera dal contenzioso? E quando sarà completato il famoso parcheggio interrato?
Stiamo aspettando la pronuncia del Consiglio di Stato che potrà stabilire definitivamente la possibilità per il Comune di fare degli interventi di mitigazione, fatti i quali si potrebbe aprire la carreggiata anche per gli inizi del prossimo anno. Sarà poi completata la parte superiore, la copertura di Parco Principe Amedeo nel giro di circa 18 mesi. E’ tutto in cammino.
Ospedale Santa Maria dell’Olmo: qual è la situazione?
Partiamo dal fatto che nel 2010 il Decreto Regionale n. 49 ha azzerato i posti letto dell’ospedale decretandone la chiusura per progressivo svuotamento del nosocomio; il reparto di ginecologia-ostetricia si era ridotto a due medici. Quando il 25 novembre 2015 è entrata in vigore la norma comunitaria in tema di orari e riposi del personale sanitario dipendente non ha retto più la struttura e ha corso il rischio di chiudere. Siamo stati pressanti e presenti col nuovo Commissario Ospedaliero del Ruggi D’Aragona, Cantone e col nuovo Direttore Sanitario, Raiola, per la costruzione di un atto aziendale nuovo che prevedesse l’esistenza del plesso di Cava de’ Tirreni. Ed è così che abbiamo ottenuto il riconoscimento di 89 posti letto distribuiti tra: pronto Soccorso, Rianimazione, e Anestesia, Cardiologia, Dermatologia, Medicina Generale, Ortopedia, Radiologia e Laboratorio insieme a Pediatria. Con la promulgazione del Piano Regionale della nuova Legge Ospedaliera della Regione Campania, rispetto all’atto aziendale di Cantone scompare il reparto di Pediatria La cosa ci ha colti di sorpresa, su nostra sollecitazione è intervenuto De Luca che ci ha rassicurati al riguardo ed ora siamo in attesa del decreto correttivo.
Giunta comunale e cambi di deleghe, come mai? Qualcosa non funzionava?
Io avevo tenuto per me la delega ai Lavori Pubblici, ma ho notato una difficoltà a garantire anche la presenza fisica dell’organo politico, è una delega molto delicata e occorreva che se occupasse qualcuno in pianta stabili, inoltre, ho reso più omogenea la delega alle Attività Produttive associandola al Bilancio e ai Fondi Europei. L’aver dato la delega ai Lavori Pubblici a Enrico Bastolla è il riconoscimento di un ulteriore livello di responsabilità.
E’ appena partita la manifestazione estiva “RinasciCava”. Quali sono le specificità che la differenziano da quelle degli anni precedenti?
La “Settimana Rinascimentale” era un vero e proprio papocchio servito solamente a distribuire a vuoto risorse, migliaia e migliaia di euro, senza un progetto culturale che facesse da collante e con l’obiettivo di contenere in una settimana una serie di argomenti che si sviluppavano confusamente sul territorio. Il modo con cui si è operato ha generato un pasticcio estremamente dispendioso per le casse comunali. Abbiamo rivisto il programma e lo abbiamo contenuto nei costi, circa 6.000 euro a fronte di una cifra spropositata. Un periodo maggiore di esibizioni a costi estremamente inferiori.
Dopo un anno di monitoraggio è previsto un cambio di assessori?
No, mi auguro di poter arrivare con questa giunta sino alla fine del mandato. L’unica riflessione che mi riserverò di fare più in là è sulla natura della nostra coalizione e, di conseguenza, sulla natura della giunta. L’Amministrazione si regge sull’ossatura del PD e su due civiche; in corso d’opera voglio verificare se c’è la possibilità di trasformare questa giunta civica con il PD in una giunta di partiti e forze politiche. Il fatto che è nato l’UDC e che c’è stato un forte radicamento dei socialisti in Regione Campania potrebbe determinare le condizioni per una naturale evoluzione politica della mia giunta, cosa che io auspico.
Ci dia un giudizio sincero e scevro da condizionamenti sui suoi sei assessori e sul loro operato. C’è qualcuno che l’ha sorpreso in positivo o in negativo?
Se devo fare il nome di un assessore che mi ha sorpreso positivamente direi il più giovane di tutti, Enrico Polichetti, per la sua grande capacità di lavoro e di risoluzione dei problemi. Da altri mi aspetto un miglioramento e un salto di qualità con l’esperienza. Del resto tutti sapevamo che questa giunta per l’elevato livello d’innovazione all’inizio avrebbe un po’ pagato il prezzo al noviziato.
Stare seduti su quella poltrona non è facile, tanti gli onori, ma anche gli oneri. Come si può evitare di perdere, per così dire, la testa?
Mi auguro, quando finirà quest’esperienza, di continuare a fare quello che facevo prima e che faccio tuttora con grande serenità: poter passeggiare da solo o con i miei figli, per la mia città a testa alta. Alla fine del mandato elettorale io tornerò alla mia vita e al mio lavoro, e vorrò farlo consapevole di aver reso un servizio alla città. Seguendo questo ragionamento non si corre il rischio di montarsi la testa, ma si tengono con naturalezza i piedi ben piantati a terra. Sono stato abituato ad aver bisogno di poco per vivere, le lusinghe del potere e della ricchezza non hanno mai fatto parte della mia cultura. La mia ricchezza è la capacità di aver bisogno di poco.
Cosa butterebbe giù dalla torre di questa sua esperienza e cosa conserverebbe?
Butterei giù un eccesso di cattiveria, non c’è bisogno di essere così livorosi al limite dell’odio. L’eccesso di astio fa trasbordare la critica politica in qualcosa di personale. Noi mettiamo in campo uno spirito di servizio, nessuno va al Comune per arricchirsi. Questo è un aspetto molto negativo, soprattutto quando a ergersi a moralizzatori sono persone che non se lo possono permettere. Come diceva Pietro Nenni, a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro… che ti epura. Lo ricordo a questi moralizzatori che dietro hanno grossi interessi e hanno fatto grandi danni alla città, basti pensare alla valanga di condoni edilizi chiesti e giacenti nelle stanze di Palazzo di Città. Quello che conservo è la grande vicinanza che mi dimostra la maggior parte della cittadinanza cavese. Quando sono per strada, la percepisco tangibilmente, c’è una maggioranza silenziosa che mi incoraggia e mi dà la forza di andare avanti con grande serenità e con la consapevolezza che gli obiettivi che ci siamo prefissati sono chiari, così come quello che dobbiamo fare.