Cava de’ Tirreni, sulla vicenda dei telefonini dell’Ausino l’avvocato Murolo attende ancora risposte
Cava de' Tirreni, sulla vicenda dei telefonini dell'Ausino l'avvocato Murolo attende ancora risposte
“Alla fine dell’anno scorso, durante le festività natalizie, l’Ausino ha acquistato 14 cellulari di fascia medio – bassa (prezzo di circa 200,00 euro ciascuno) e 6 cellulari da oltre 1.300,00 (+ IVA) euro ciascuno”
Fra le tante vicende sospese a mezz’aria vi è quella dei costosi telefonini acquistati lo scorso periodo natalizio dall’Ausino. Insomma, sembrerebbe che mentre al Comune per i debiti non si riesce neanche a far le nozze con i fichi secchi, all’Ausino si pasteggia a champagne. A scoprire gli altarini è stato il capogruppo consiliare di Siamo Cavesi, l’avvocato Marcello Murolo, il quale in Consiglio comunale ha chiesto al sindaco Servalli di avere lumi su questa vicenda. Ed è con l’avvocato Murolo che facciamo una chiacchierata per riepilogare la vicenda e ragguagliare i cittadini cavesi sugli sviluppi della sua interrogazione consiliare.
“Agli inizi di ottobre –ricorda l’avvocato Murolo- sono venuto a conoscenza che alla fine dell’anno scorso, durante le festività natalizie (e già questa forse non è una coincidenza fortuita), l’Ausino ha acquistato 14 cellulari di fascia medio – bassa (prezzo di circa 200,00 euro ciascuno) e 6 cellulari da oltre 1.300,00 (+ IVA) euro ciascuno”.
A quanto si è capito però questi super telefonini erano riservati ai dirigenti.
D’accordo, ma all’Ausino, se non mi sbaglio, i dirigenti sono 4 (3 + il Direttore Generale). Allora, perché sei cellulari? E poi, visto che i dirigenti il cellulare aziendale lo avevano già, che bisogno c’era di spendere un’ira di dio per cambiarglielo?”.
“La mia interrogazione al Consiglio comunale non ha avuto nessuna risposta”
La sua domanda è più che legittima oltre che scontata.
“Infatti, di qui la mia interrogazione al Consiglio comunale dell’11 ottobre, che non ha mai avuto nessuna risposta, nonostante io l’abbia sollecitata con una successiva pec”.
Un attimo. Noi abbiamo letto sulla stampa di una nota di chiarimento del presidente dell’Ausino Agrusta.
“Sì, la risposta me l’avrebbe data il Presidente di Ausino ed è quella che è stata riportata dalla stampa tre settimane fa. Credo che il presidente Agrusta lo abbia fatto su input di Servalli, che non vuole esporsi e che gli avrà detto “pensaci tu””.
Allora, tutto a posto?
“No. Assolutamente no. In primo luogo, all’interrogazione di un Consigliere comunale deve rispondere il livello politico dell’Amministrazione comunale. Il Presidente di Ausino non ha titolo per interloquire con i consiglieri comunali se non nelle sedi istituzionali (cioè se lo invitiamo noi in Consiglio), e quindi per me l’intervista che lui ha rilasciato al giornale non sostituisce in alcun modo la risposta che non ho ancora avuto. Se mai, il fatto che il Presidente di una controllata si permetta di rintuzzare o contestare le interrogazioni fatte da un Consigliere comunale mi sembra una ulteriore prova del marasma politico e amministrativo nel quale versa l’attuale amministrazione”.
Questo nella forma che è poi, mai come in questo caso, anche sostanza. Ma nel merito il presidente Agrusta ha chiarito in modo soddisfacente la vicenda da lei denunciata?
“Veniamo al merito. Il Presidente di Ausino dice che l’acquisto sarebbe stato fatto in base ad una convenzione con un operatore telefonico in base alla quale i telefoni in questione sarebbero costati la metà del loro prezzo di listino e che quindi l’acquisto sarebbe stato “un affare” (per Ausino e indirettamente per il Comune). Su questo mi limito ad osservare: 1) tiri fuori le carte relative alla convenzione e all’acquisto per provare che quello che dice è vero; 2) in base a questo ragionamento, se avessimo comprato 6 telefonini con cassa in oro e zaffiri del prezzo di 10.000,00 euro l’uno, pagandoli 5.000,00, l’Ausino avrebbe risparmiato 30.000,00 euro e l’affare sarebbe stato ancora più grande”.
“Un’azienda pubblica deve spendere per quello che serve e non regalare ai propri dipendenti il telefonino che tutti vorremmo ma non compriamo con i soldi nostri”
I telefonini con cassa in oro e zaffiri potrebbero essere un’idea per il futuro. Scherzi a parte, è evidente che lei non si ritiene per nulla soddisfatto di queste giustificazioni?
“E’ evidente. Non c’è bisogno di dire che un’azienda pubblica deve spendere per quello che serve (criterio di efficacia della spesa) e non regalare ai propri dipendenti il telefonino che tutti vorremmo ma che ci guardiamo bene dal comprare con i soldi nostri. Agrusta ci fa poi sapere che questi telefonini si interfacciano con i sistemi informatici aziendali. Cosa rivoluzionaria 15 anni fa, ma che oggi qualsiasi smartphone dotato di connessione a internet e di un po’ di memoria è in grado di fare, tant’è che io sono convinto che lo fanno anche i 14 cellulari da 200,00 euro l’uno”.
Insomma, se abbiamo capito bene le giustificazioni del presidente Agrusta fanno acqua da tutte le parti e non potrebbe essere altrimenti, visto che l’Ausino di acqua vive?
“Battuta gustosa ma c’è poco da scherzare. C’è di più. L’altra domanda che ho formulato è rimasta senza risposta anche da parte di Agrusta. Chi ha avuto questi telefonini? I 4 dirigenti (forse)… e poi? Qualche impiegato amico? Qualche membro del C.d.A. che deve collegarsi ai sistemi informatici anche di notte o di domenica?”.
E il sindaco Servalli su questa vicenda non ha battuto ciglio?
“Le dirò che l’ultimo aspetto della mia interrogazione riguardava il giudizio politico che il Sindaco, in tempi di vacche magrissime, dava sull’operazione fatta dal suo fido Presidente. Ma su questo la risposta non l’avremo mai”.