Armando Lamberti: “La «svolta buona»? Non si vede… restiamo in fiduciosa attesa”
Armando Lamberti, docente universitario, è stato di sicuro tra i maggiori protagonisti a Cava de’ Tirreni dell’ultima campagna elettorale che ha portato alla vittoria l’attuale sindaco Vincenzo Servalli. E di certo, per molti versi, rappresenta la maggiore novità politica nel panorama cittadino, affollato da sigle partitiche ma più ancora civiche, o presunte tali, come mai era accaduto. Per farla breve, Lamberti più di altri potrebbe risultare un presente politico con prospettive future.
Con queste convinzioni, chiediamo al professor Lamberti di fare un passo indietro. Partiamo dalla campagna elettorale per chiedere: lei era uno dei favoriti, se non altro per andare almeno al ballottaggio. Perché secondo lei le cose sono andate diversamente?
Voglio innanzitutto ringraziare gli oltre 5.000 elettori che hanno voluto riconoscersi nella mia candidatura e sottolineo che conseguire il 16 % dei consensi, con 10 candidati a Sindaco e 461 al Consiglio comunale, è un risultato politicamente significativo, anche perché la mia candidatura è stata espressione di una coalizione civica e quindi non ha avuto alle sue spalle una organizzazione e un brand di partito.
La mia candidatura è nata dall’esigenza molto diffusa nella città di una nuova e buona politica e si è concretizzata attraverso una proposta molto articolata per risolvere i problemi della città, avviando un grande progetto di cambiamento sociale, culturale e politico. Mi pare che solo una parte della popolazione abbia condiviso quello che ho definito “ il mio sogno di trasformare la Città”. Rispetto, comunque, come cittadino, come politico e come uomo delle istituzioni, la volontà popolare. In ogni caso, nel ringraziare ancora una volta coloro che hanno aderito alla mia proposta, ribadisco che porterò la loro voce nel Consiglio Comunale e in ogni sede dove si deciderà il futuro della Città.
Avendo scelto di impostare la campagna elettorale sui valori e sui contenuti programmatici e avendo voluto privilegiare l’ascolto e il dialogo con i cittadini, il mio rammarico è di aver avuto poco tempo per spiegare agli elettori la forza innovativa e progettuale della proposta politica di cui ero interprete.
Aggiungo che Galdi era sindaco uscente e Servalli, oltre ad essere stato assessore nella giunta Gravagnuolo, era consigliere comunale uscente, mentre io ero nuovo all’esperienza comunale.
Si parlò, tra il primo e il secondo turno, di un accordo con Servalli che poi saltò. Può fare un po’ di chiarezza sull’accaduto?
Servalli aveva chiesto un incontro per propormi un accordo politico, io avevo chiesto invece l’apparentamento per dare risposta concreta all’esigenza di una nuova e buona politica, assicurare chiarezza nel metodo per garantire il buon governo della città e convergenza sui punti programmatici qualificanti. Le due posizioni non si sono incrociate. Ciò nonostante ritengo che la neutralità dichiarata e rispettata lo abbia comunque favorito.
E dell’alleanza con Città Democratica cosa ci dice? E’ stato un fallimento elettorale ma anche un errore politico? E’ rimasto deluso o non si aspettava più di quello che ha ottenuto la lista di Città Democratica?
Città Democratica ha svolto durante la precedente consiliatura una significativa opposizione e si è caratterizzata per un costante impegno politico sul territorio annunciando la presentazione di quattro liste ed esprimendo anche un candidato Sindaco, Stefano Cicalese, che poi, a seguito dell’accordo, si è ritirato per sostenere la mia candidatura. Da queste premesse era certamente facile attendersi da Città Democratica un risultato elettorale decisamente più significativo. In ogni caso ho apprezzato il leale sostegno alla mia candidatura sulla base di una condivisione programmatica frutto di un confronto politico autentico. Probabilmente c’era bisogno di più tempo per spiegare agli elettori le ragioni di questo accordo politico che in ogni caso non aveva niente a che fare con la logica del cartello elettorale.
Ora lei è consigliere di minoranza e ha dichiarato che farà un’opposizione “costruttiva”. Ma l’opposizione è opporsi alla maggioranza… quindi costruttiva vuoi dire opposizione morbida o comunque vicinanza politica alla maggioranza?
Premesso che mi sento interprete di un autentico spirito di servizio per la mia comunità e che il mio impegno è proteso a dare voce a quanti hanno riposto in me la loro fiducia e a tutelare l’interesse generale della nostra città anche dai banchi dell’opposizione, ritengo che fare un’ “opposizione costruttiva” significa semplicemente sostenere i provvedimenti che vanno nella direzione dell’interesse generale e non svolgere un’azione di contrasto per mero ostruzionismo preconcetto o come espressione di risentimenti personali, diciamolo con estrema sincerità, per la mancata elezione a Sindaco. Questa seconda visione, ovviamente, non mi appartiene.
A riguardo del Consiglio comunale si è detto da più parti che composto per la maggior parte da giovani senza la minima esperienza amministrativa. Un suo giudizio al riguardo, visto che anche lei aveva un nutrito gruppo di giovani al suo seguito.
I giovani costituiscono un patrimonio per il Paese ed ovviamente per la nostra città. Il problema non è l’età e, del resto, è noto il mio rapporto privilegiato con i giovani da sempre che mi viene riconosciuto anche dalla delega che il Rettore Tommasetti ha voluto conferirmi per i rapporti con gli studenti e le associazioni studentesche. Il problema, a mio avviso, è l’approccio ai problemi: se ci si impegna, se i processi decisionali sono oggetto di studi e approfondimenti seri, i giovani senz’altro faranno sicuramente bene.
Di lei si è parlato molto come possibile presidente del Consiglio comunale. Ci dica la verità, è stato lei a rinunciare all’incarico o non le è stato mai proposto nei modi dovuti e con sincera convinzione?
La proposta, come formulata, era semplicemente irricevibile poiché Servalli aveva rifiutato l’apparentamento e noi, di conseguenza, non avevamo voluto sottoscrivere un mero accordo politico per entrare in maggioranza.
Nell’ultimo Consiglio comunale si è vista un’opposizione che si è rifugiata nell’astensione dal voto. Ma sarà sempre cosi?
Voglio subito precisare che la mia astensione è stata sempre, però, accompagnata, sia in Consiglio che nei lavori delle Commissioni, dalla chiara individuazione delle criticità che i vari punti all’ordine del giorno presentavano. Detto questo, aggiungo che al momento la mia posizione di attesa è una misura prudenziale, comunque di incoraggiamento nel doveroso rispetto delle indicazioni dell’elettorato, ma se la giunta Servalli non sarà in grado di governare la città, la mia sospensione di giudizio si trasformerà ovviamente in un’opposizione a tutto tondo nell’interesse della città.
Come giudica i primi passi fatti dalla giunta Servalli?
Servalli ha vinto senza un progetto «vero» e ben articolato di città, con un approccio, a mio avviso, superficiale ai veri problemi. L’elettorato lo ha, comunque, premiato e ha, quindi, diritto ad amministrare la città. Il giudizio degli elettori va sempre rispettato. Ad ogni buon conto, rispondo ponendo due domande: che cosa ha fatto di significativo sino ad ora? Quali sono gli atti compiuti? Ritengo che al momento si sia limitato, prevalentemente, a dare continuità ad atti amministrativi dell’Amministrazione Galdi (vedi tra gli altri il bilancio di previsione, il piano triennale delle opere pubbliche). Le tracce, anche se timide, della cosiddetta «svolta buona» tanto annunciata e da noi tutti tanto auspicata al momento mi risulta difficile leggerle. Comunque, resto come già detto in fiduciosa attesa, sospendo ogni giudizio, considerata la brevità del tempo, e ribadisco la linearità della mia opposizione che, come da me dichiarato nel primo Consiglio Comunale, è un’opposizione espressione di una forza che si colloca nel centrosinistra, con i naturali distinguo rispetto alle altre forze di opposizione.
Cosa c’è dietro l’angolo per il professore Armando Lamberti?
Nella mia visione della vita la risposta è molto semplice: quello che è scritto nel disegno di Dio. Siamo semplici operai nella vigna del Signore e siamo chiamati a dare testimonianza dei valori in cui dichiariamo di riconoscerci e di mettere al servizio della comunità il dono dei talenti ricevuti.