scritto da Redazione Ulisseonline - 13 Aprile 2015 12:45

A colloquio con la criminologa Francesca Pidone su donne e violenza

Esiste ancora il Principe Azzurro? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Pidone, coordinatrice del Telefono Donna del Centro antiviolenza di Pisa, Giudice esperto presso il Tribunale di sorveglianza di Firenze, criminologa, che si occupa da molti anni di violenza sulle donne,  che venerdì sera, al Social Tennis di Cava de’ Tirreni, in occasione del secondo  salotto letterario organizzato dall’Associazione Comunicazione & Territorio,  presieduta da Silvia Lamberti, nell’ambito della IX edizione del Premio e Rassegna letteraria Com&Te, ideata e curata da Pasquale Petrillo,  ha presentato il suo libro  “Amori Violenti”, edito da Mursia.

Un libro che aiuta le donne a riflettere e  nel quale viene ricordata anche la prima ricerca sulla violenza contro le donne effettuata nel 2007 in Italia, dalla quale emergeva che 6 milioni e 743mila donne, tra i 16 e i 70 anni, hanno subito violenza fisica o sessuale e che, nel 75,3% dei casi, chi esercita violenza è il partner o l’ex partner.

“Spesso la violenza  si nasconde tra tinello e credenza”, ha spiegato la dottoressa Pidone secondo la quale il principe azzurro dai capelli biondi, dagli occhi azzurri che arriva sopra un cavallo bianco, raccontato nelle favole, non è poi così azzurro.

“Può essere  un po’ principe azzurro, ma anche  l’uomo ha la sua vulnerabilità, la sua emotività.  Una relazione è un incontro tra due individualità che si sostengono e  crescono”. Ma qual è il confine tra amore e violenza? “E’ difficile cogliere la differenza tra cura e controllo, tra gelosia sana e possessività ed è semplice invece confondere la violenza con l’amore. Un po’ di gelosia sana può esserci, ma non deve mai essere la base con cui lui vi porta all’isolamento, allontanandovi dalle vostre amiche, dal lavoro, dal percorso di studi e dalla vostra famiglia di origine. La necessità di controllo ha come base una scarsa sicurezza di se, che è la stessa base della gelosia morbosa e , alla fine, della violenza stessa che non va confusa con il conflitto che è qualcosa di fisiologico e fa parte della vita. Amare non è assenza di conflitto. La violenza è, invece, una mancanza di conflitto a due e l’imposizione del volere dell’uno sull’altro”.

L’autrice ha spiegato che la  violenza contro le donne, all’interno di una relazione di coppia, è un fenomeno diffuso e non conosce differenze di età, condizione economica, situazione lavorativa, religione o razza: “Gli uomini violenti possono essere persone molto comuni: lavoratori integerrimi, figli premurosi o amici affettuosi”.

L’autrice ha ricordato che solo nel  1981 è stata  abrogata la norma che prevedeva il matrimonio riparatore come causa di estinzione del reato di violenza sessuale e che gli amori violenti si basano su diversi tipi di stereotipi che riceviamo dalla nostra cultura e sono difficili a morire, tipo: l’uomo è per sua natura aggressivo, mentre la donna è per sua natura docile; la gelosia è sintomo di un vero amore”.

Stimolata dal giornalista Andrea De Caro e dalla psicologa cognitiva e comportamentale Annamaria Della Monica, che ha  ricordato che “Nessuna persona ha il potere di cambiare l’altro. Anche se lo amiamo”, la dottoressa Pidone ha sottolineato come ancora oggi le donne  raramente denunciano: “Non bisogna vergognarsi, rimanere in silenzio. Non siete le prime né sarete le ultime. Nella vita di ogni donna l’incontro con un uomo violento può accadere. Chiamate il 1522, numero nazionale antiviolenza gratuito che vi indicherà il Centro antiviolenza più vicino a voi che potrete contattare senza svelare la vostra identità, parlare  della situazione che state vivendo, togliendovi ogni dubbio”.

La dottoressa Pidone ha anche consigliato di stare alla larga dagli uomini dalle 3P: “Quelli Prepotenti, Possessivi e Protervi: arroganti e superbi” e che le donne devono avere maggiore stima di se: “Una bassa stima di se, fa di noi stessi un nemico da combattere, una sufficiente autostima ci trasforma nel nostro miglior complice e alleato”.

La scrittrice  dal suo osservatorio privilegiato ha colto il coraggio di molte donne: “C’è tanta sofferenza, ma anche tanta forza nelle donne  che hanno cercato di uscire da un rapporto violento e ci sono riuscite, creandosi una nuova vita”.

Tanti gli studenti delle scuole cavesi presenti, che partecipano alla giuria popolare del Premio, che hanno posto delle interessanti domande all’autrice e che hanno  ricevuto numerose copie di due romanzi di successo grazie all’iniziativa nazionale “Ioleggoperchè”, promossa dall’Associazione Italiana Editori, per promuovere la diffusione della lettura.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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