scritto da Pino Pisicchio - 13 Febbraio 2016 12:06

Sanremo arcobaleno

A gamba tesa nel tema della step child adoption

Sono tra quelli che ritengono non differibile la normazione sulle cosiddette unioni civili, intesa anche  come  tardiva riparazione ad una condizione di squilibrio che ancora oggi nel nostro ordinamento  non conferisce sufficiente  tutela, fuori dal matrimonio,  a persone unite da rapporto stabile di convivenza.

Cosa diversa è poi la opportunità che in questo contesto normativo si includa la delicata questione delle adozioni: è un altro e complesso capitolo che attende da anni una riforma di senso nell’interesse primario dei minori e che, pertanto, andrebbe affrontata in un altro momento e non banalizzata con slogan e sventolio di bandiere ideologiche.

Ciò detto non sfuggirà a nessuno il clima conflittuale che sta arroventando il Senato proprio in questi giorni con il dibattito e il voto sulla vexata questione della cosiddetta step child adoption, la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.

Ebbene in questo clima, che sta lacerando politica e paese che cosa fa Sanremo, la manifestazione più pop di tutto il servizio pubblico? Sanremo entra a gamba tesa nel tema, compiendo una scelta politica dove microfoni arcobaleno, esibizione di figliolanza frutto di donatrici  da parte di rock star icone  del movimento omosessuale, e dichiarazioni nettamente orientate, incidono sull’opinione della vasta platea dei telespettatori rappresentando, con la tipica navigazione di superficie  di ogni messaggio lanciato da un medium così popolare, come verità assiomatica una posizione che è  oggetto di un dibattito parlamentare in corso proprio in questi giorni.

Dando, peraltro, la sensazione, a motivo dell’ampiezza e della reiterazione del messaggio, che questa posizione si rappresenti, in qualche modo, come una istanza istituzionale.

Con tutto il rispetto e la possibile condivisione sul tema delle unioni civili (ma non della step child adoption) francamente mi sembra inappropriato. Perché rappresenta una ingerenza nel confronto istituzionale ancora in corso, operato, oltretutto, da uno strumento micidiale come la platea di Sanremo.

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