scritto da Giovanni Scannapieco - 04 Agosto 2023 12:58

Disfatta mondiale, quando il “girl power” si fa portavoce di un sistema calcistico malsano

Il mondiale di calcio femminile ha dato il suo responso: l’Italia non si qualifica agli ottavi di finale. Le Azzurre non vincono contro il Sudafrica, pertanto devono dire addio alla competizione; sfuma l’impresa del 2019, annata in cui le ragazze – allenate sempre dalla Bertolini – arrivarono fino ai quarti di finale in Francia.

Il forte momento di delusione è stato accompagnato dalle critiche, che non possono mai mancare quando si vede una sfera rotolare su un prato verde. Le critiche provengono dappertutto, dalle chiacchiere di paese a dichiarazioni rilasciate da parte di opinionistə, come quelle di Katia Serra: l’ex calciatrice, in un’intervista a Fanpage, ha criticato aspramente le scelte della c.t., la quale sarebbe stata colpevole di non aver creato coesione all’interno del gruppo.

Per questi motivi la massima di Churchill è ancora viva: a noi Italianə piace comportarci in questa maniera, è nella nostra indole! Siamo tutti allenatori o allenatrici quando vediamo le partite di calcio, ma siamo (quasi) incapaci di risolvere problematiche serie, come un conflitto in essere. Amiamo puntare subito il dito contro qualcunə senza farci scrupoli; amiamo crearci alibi, non assumendoci in questo modo le proprie responsabilità; amiamo porci delle aspettative alte, o meglio vogliamo costruire castelli in aria, come se fossimo fanciulli/e impavidi/e sognatori/trici.

I pensieri privi di fondamento hanno accompagnato le disfatte italiane. “Il calcio è tornato!”, dicevamo speranzosə; ma in realtà sono arrivate continue delusioni, dalle finali europee per club fino alla recente disfatta mondiale.

In questa parvenza – quasi ipocrita – di ottimismo, le Azzurre si sono dimostrate coraggiose a denunciare l’andazzo del calcio italiano. Attraverso un comunicato univoco le ragazze della nazionale italiana hanno voluto sottolineare la mancanza di fiducia da parte del “sistema”; pur consapevoli dei propri errori, auspicano che il movimento calcistico possa cambiare trama (in positivo).

“Finalmente!”, qualcuno potrebbe esclamare. Finalmente perché le giocatrici hanno mostrato gli “attributi” a differenza di tanti uomini che ostentano virilità sui campi da calcio. Finalmente le donne, nonostante abbiano parlato in maniera poco perniciosa, si sono espresse per uno sport che è legato indissolubilmente agli uomini, così permettendo che qualcunə cominciasse a rendersi conto che bisogna cambiare. Finalmente le donne si fanno sentire – e gli uomini cosa aspettano?

Studente presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, appassionato di lingue e culture straniere, ma soprattutto un aspirante mediatore culturale con tante idee e tante prospettive per il futuro. Senza dimenticare l’amore per la sua Cava.

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