La seduta consiliare di ieri, a quanto pare, dà l’esatta rappresentazione della fase di stanca che da alcune settimane vive la vita politico-amministrativa cittadina.
Dopo i fuochi d’artificio degli eventi natalizi, che seguivano i primi mesi di entusiasmante impegno e attività della nuova Amministrazione, era alquanto prevedibile che un po’ di stanchezza prendesse il sopravvento. D’altra parte, inutile negarlo, l’attuale Amministrazione mai come in questi ultimi tempi segna il passo, dando l’impressione -che in prospettiva ci auguriamo risulti errata- di essere poco reattiva e concreta rispetto alle questioni sul tappeto. Insomma, diciamoci la verità, le buone intenzioni non mancano, le impostazioni di fondo sono condivisibili, ma sui problemi veri si è visto poco. Molti annunci, troppi tavoli permanenti, ma poco o nulla di valido e incisivo. Per dirla tutta, il dovere dell’ascolto, essenziale in democrazia, non deve però risolversi in perdite di tempo o nel farsi irretire nel gioco del gatto con il topo.
La città, è bene che il sindaco Servalli lo sappia, ogni giorno di più percepisce incertezze, ma anche un ritmo amministrativo troppo cadenzato per non dire compassato e lento, decisamente poco vivace. In altri termini, siamo, volendo usare una espressione molto popolare, al si bemolle.
Non sarebbe affatto sbagliato, allora, se l’Amministrazione comunale sulle varie questioni indicasse una sorta di road map, fissando impegni e scadenze precise, per dare ai cavesi contezza di governare e non subire le questioni sul tappeto.
In fondo, l’Amministrazione Servalli ha tuttora i numeri per fare bene e dare risposte adeguate alla città, ma i tempi stringono e sarebbe un vero peccato gettare alle ortiche un consenso ancora assai diffuso e finora, tutto sommato, ben riposto.
L’opposizione, anzi le opposizioni, perché ci sono almeno tre tronconi, non è affatto messa meglio e vive nel grigiore progettuale pressoché totale. D’altronde, dopo le divisioni e i contrasti pre-elettorali e la batosta delle urne poi, era davvero impensabile che la situazione sarebbe stata migliore e meno confusa di quanto non lo sia adesso, ad appena pochi mesi da una disfatta senza appello.
La verità è che l’opposizione che fa capo all’ex sindaco Marco Galdi non ha ancora elaborato il lutto, insomma, porta avanti battaglie e proposte che sono state ampiamente e sonoramente bocciate dai cittadini alle ultime elezioni. Questo per dire che prima questa opposizione volterà pagina proponendo altro, meglio e in tempi ragionevoli riuscirà a concorrere alla definizione di un progetto politico alternativo.
Un altro troncone, quello che fa capo ad Armando Lamberti, deve ancora scegliere un interlocutore. In altre parole, deve decidersi se diventare parte integrante di un’opposizione più ampia, con la quale ha però poco da spartire, oppure sposare un progetto solo in minima parte condivisibile, ovvero attraverso una generosa apertura di credito alla maggioranza che sostiene il sindaco Servalli. Insomma, una scelta politica assai difficile e indigesta, quasi come la cicuta socratica. L’impressione è che nel limbo, sperando che non si trasformi in palude, il mio amico di liceo Armando rischia di rimanerci per un bel po’.
In ultimo, i Fratelli d’Italia. Che dire? Indubbiamente i più confusi politicamente, almeno questa è la percezione che si ha, al di là delle loro buone intenzioni. Per farla breve, per concorrere a costruire un’alternativa politica a Servalli, e i Fratelli d’Italia non possono non esserci, devono dare segnali chiari, univoci, inequivocabili. Questo per dire che le posizioni politiche devono essere intelligibile non solo dagli addetti ai lavori, ma soprattutto dal cittadino comune. L’impressione è che i Fratelli d’Italia cavesi stiano portando avanti ragionamenti politici troppo raffinati per essere compresi dai più.
In conclusione, la politica cavese, quantomeno quella presente in Consiglio comunale, in questa fase, sia a destra che a sinistra, deve riordinarsi un po’ le idee che, al momento, sono poche e assai ingarbugliate. (foto Gabriele Durante)